CASCATA DELL'ACQUACHETA

acquacheta

Si parte dall'abitato di San Benedetto in Alpe (vallata del Montone) quota mt 499
Il sentiero ha inizio dal primo tornante della strada che da San Benedetto conduce a Marradi, è percorribile facilmente, percorso abbastanza largo e ben segnalato.
E' comunque consigliabile, come sempre quando si va in montagna, essere dotati di calzature adeguate.

Primo tratto agevole, senza particolari pendenze, in circa 2 Km dislivello di mt. 42
Il tracciato segue alto il corso del torrente fino al fosso del sasso Bianco che si attraversa su ponticello in legno.

acquacheta
acquacheta
acquacheta
acquacheta

Si prosegue velocemente fino a Ca' del Rospo, piccolo fabbricato ad uso agricolo ristrutturato.
Nello spiazzo antistante tavolo in legno sulla sponda del torrente.
Dislivello mt. 30 in 800 mt.
Si inizia a salire in mezzo al bosco, alcuni tratti presentano pendenze notevoli, fino a raggiungere un tratto scoperto che prosegue per alcune centinaia di metri in falsopiano.
Si torna in mezzo al bosco e con breve ma ripida discesa si giunge al molino dei Romiti.
Dislivello mt. 68 in Km 1,400

ca del rospo
Cà del rospo
molino
molino dei Romiti

Poco dopo il molino inizia un tratto breve ma molto duro che ci conduce al belvedere, posto di fronte alla cascata dell'Acquacheta

dislivello mt. 52 su km 0,500

cascata
cascata

Una breve discesa ci porta sul greto del torrente, ai margini di un'altra bella cascata formata dal fosso ca' del vento.
Attraversato il torrente (guado su pietre) il sentiero prosegue con erta salita sulla sponda opposta.

cascata
fosso cà del vento
romiti
Eremo Abbazia S. Benedetto

In 200 mt. di mulattiera raggiungiamo la piana dei Romiti mt. 734 (dislivello rispetto al fosso mt. 68).
Procedendo a sinistra raggiungiamo in pochi metri i ruderi dell'eremo dell'Abbazia di san Benedetto.

romiti
Eremo Abbazia S. Benedetto (foto del 2004)
romiti
Eremo Abbazia S. Benedetto (foto del 1994)

Come quel fiume c'ha proprio cammino
prima dal Monte Viso 'nver' levante,
da la sinistra costa d'Apennino,
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante,
rimbomba là sovra San Benedetto
de l'Alpe per cadere ad una scesa
ove dovea per mille esser recetto;
così, giù d'una ripa discoscesa,
trovammo risonar quell' acqua tinta,
sì che 'n poc' ora avria l'orecchia offesa.

(Dante Alighieri - Divina commedia - Inferno - canto XVI)