Come raggiungerlo
Percorrere
la SP4 (Passo Calla) fino all'abitato di Santa Sofia.
Oltrepassato il ponte sul fiume Bidente prendere deviazione
a sinistra con indicazioni Spinello.
Seguire la strada per circa un chilometro, poi prendere
ulteriore deviazione a sinistra con indicazioni Collina
di Pondo.
Seguire la
stretta strada in salita per circa 2 Km, poi ulteriore
deviazione a destra in forte discesa che in poche centinaia
di metri ci porta ai ruderi del castello.


I
ruderi si trovano sulla sommità di una collinetta, invasi
dalla vegetazione e seminascosti da un boschetto.
Restano solo una parte delle mura ed alcuni vani semiinterrati.
Potente
castello, si trovava sulla strada che da Galeata conduceva
alla valle di Bagno.
Secondo una
leggenda il nome deriva da un castellano che costretto ad arrendersi
e ad abbandonare la fortezza dopo un lungo assedio,
ebbe la forza
di portare sulle spalle la sua sposa, e a chi voleva alleviarlo
di quella fatica, rispose che per lui era dolce quel peso (dulce
pondo).

La storia
Liberamente tratto da " Galeata
nella storia e nell'arte"
Mons. Domenico Mambrini
Probabilmente di origine romana, è ricordato
con certezza fin dal 1200 assieme ai vicini castelli di Civitella,
Castelvecchio, Collina per essere stato ceduto a Guglielmo,
Arcivescovo di Ravenna.
Passò poi nel 1364 agli Ubertini, alleati
dei Conti Guidi.
Oggetto di assedi da parte di Federico Barbarossa e di Uguccione
della Faggiola, dagli Ubertini il castello passò ai
Malatesta in epoca imprecisata, comunque in una pergamena
di Camaldoli del 1496 è ricordato Larnberto Malatesta
conte di Pondo.
Il Duca di Borbone il 17 aprile 1527 passò per la valle
di Pondo per recarsi a Corzano, di questo passaggio esistono
due versioni contrastanti date dallo stesso Girolamo Naselli
(oratore del duca di Ferrara)
In una prima lettera scrisse che il castello fu distrutto,
mentre in un'altra lettera scrisse:
"Gli Spagnoli vollero
pigliare per forze una bella fortezza chiamata Ponte [Pondo]
alla quale furono morti di essi da cinque a sei e conoscendo
la impresa difficile l'abbandonarono."
Nel 1595 il castello era nella maggior parte distrutto.
Dalla relazione del Card. Anglico (1371) « Il castello di Pondo è in una valle fra 2 fossi, sopra un monte fortissimo; ha una rocca bellissima e forte e 2 torri fortissime. Confina con S. Sofia, Valbona e Spinello. È presso la strada (per un terzo di miglio) per cui si va da Galeata nella valle di Bagno. Vi sono 20 focolari e nel suo territorio c'è la villa di S. Maria in Meleto [Vedreda] con focolari 14, di Savigliana [Saviana] - m. 649 - con focolari 6; di Collina m. 557 - con focolari 5; di Sasseto con focolari 3; di Raggio - m. 454 - con focolari 3; di Cadifana [Cadifanti] con focolari 3. È posseduto da Antonio di Nicola degli Ubertini.» '"
Così lo descrive il Repetti nel Dizionario della Toscana IV
volume del 1841
nella Valle del Bidente
in Romagna. Rocca disfatta presso il Castello di Sassetto,
giù nella
Comunità di Santa Sofia, ora di Sogliano nello Stato
Pontificio.
Attualmente di questo castellare altro non resta che il nome
ad un poggio presso Monte Spinello.
Ancora Mons. Mambrini nella sua opera del 1932 :
"Adesso lassù esiste
una casa di contadini e della fortezza sono rimaste alcune
rovine con dei sotterranei a testimoniarne
la robusta struttura.
Le 2 torri ed i bastioni colle mura
perimetrali diroccate più di metà, ci appaiono
ancora fumanti di stragi e d'incendi e imprimono all' animo
un senso profondo di grandezza e di terrore."