Dovadola - Storia e curiosità

Il "castrum" sembra sia stato costruito dai Longobardi fra il VII e l'VIII secolo d.C.
Il castello, documentato dal XII secolo, apparteneva agli arcivescovi di Ravenna, e successivamente fece parte dei feudi dei conti Guidi di Modigliana, che qui dettero origine al ramo dei "Guidi di Dovadola".
Fortificato con una torre e rafforzato nel XIII secolo ad opera di Marcobaldo Guidi.

Nel 1405 viene ceduta al dominio di Firenze, e resta sotto la giurisdizione di questa città fino al 1923, anno in cui viene annessa alla provincia di Forlì

Dovadola - Altre notizie

Benedetta Bianchi Porro
1936-1964

Nata a Dovadola nel 1936, morta a Sirmione nel 1964, a ventisette anni, consumata da una terribile malattia.
Straordinaria figura di giovane santa del nostro tempo, intelligente e sensibile, innamorata della vita e umanamente tanto ricca da legare a sè schiere di amici. Benedetta lotta caparbiamente contro il proprio male cercando di realizzare il suo sogno: diventare medico e consacrarsi all'aiuto degli altri.
A diciassette anni si iscrive alla facoltà di Medicina a Milano, ma sarà costretta ad arrendersi dopo aver sostenuto l'ultimo esame del corso.
E' un calvario indicibile il suo, in cui, con il progredire della malattia, si alternano momenti di sconforto e straordinari slanci di entusiasmo di fronte ai doni dell'amicizia, alle bellezze del creato, alla percezione sempre più intensa della vicinanza di Dio.
Infine, è proprio nel mistero della croce, mistero di amore e di dolore, che Benedetta trova una ragione alle proprie sofferenze e attinge la forza per viverle e accettarle con serenità.
Benedetta è stata dichiarata venerabile nel 1994 e beata nel 2019.

fonte www.benedetta.it


Antonio Raineri Biscia
1780 - 1839

Nato a Villa Salta di Predappio nel 1780, trasferitosi all'età di sei anni a Dovadola dove trascorse la sua infanzia.
Interessato fin dall'adolescenza alle testimonianze archeologiche iniziò ben presto a studiare le lingue per tradurre le antiche iscrizioni.
Iniziò ben presto a viaggiare nei paesi orientali imparandone le lingue e conoscendone i costumi e la storia.
Insignito di onoreficenze e titoli cavallereschi, riconosciuto a livello europeo fra i maggiori esperti di letteratura storia e cultura orientale.
Esperto poliglotta e traduttore, conosceva 18 lingue.
Morì nel 1839 a Dovadola, le sue spoglie riposano nella chiesa dell'Annunziata a Dovadola.

Miscellanea storica

Corografia d'Italia Gran Dizionario vol. I - Massimo Fabi ed. Francesco Pagnoni Milano 1852
Pagina 706

DOVADOLA. Villaggio in Toscana, capoluo-go di comunità, compartimento di Firenze, che conta una popolazione di 1200 abitanti.
Giace alla destra del fiume Montone, nelle vicinanze della strada che da Forlì conduce a Firenze , sul limitare della Toscana cogli Stati Pontificj. Per lo passato era un forte castello del quale ancora vedesi un'alta torre quadrata, la quale difendeva la parte più esposta dell'antico castello. Fu soggetto nel Medio Evo alla famiglia dei conti Guidi, ed era capoluogo di contea , finché nell'anno 1468 venne in potestà della repubblica di Firenze.
Nel suo territorio trovansi selve, pascoli naturali, vigneti, viti, gelsi ed alberi fruttiferi.
Dista 6 miglia al sud da Terra del Sole.


Corografia d'Italia Vol I - A-E - Giovanni B. Rampoldi ed. Per Antonio Fontana Milano 1832
Pagina 885

DOUADOLA , vill. della Romandiola, sulla riva destra del Montone, negli Stati che il granduca di Toscana, possiede ai piedi boreali dell' Apennino. Il suo territorio, circoscritto dall'anzidetto  fiume e dal torrente Fagnava, pròduce buoni vini , ma poche biade.......Vi si annoverano circa mille abitanti. Era altre volte circondato da mura, e fu preso dai Fiorentini nel 1440 dopo lungo assedio, e quasi interamente distrutto


Dizionario Corografico dell'Italia - Vol. 3 da CL a F - Prof. Amato Amati ed. Vallardi - Milano 1869
Pagina 478

DOVADOLA. — Comune in Toscana, prov. di Firenze, circond. e mand. di Rocca S. Casciano.
......La sua popolazione, secondo l'ultimo censimento (1862), contava abitanti 2500 .....
Il suo territorio è variamente coltivato. Dove è formato da schisto argilloso compatto verdeggiano selve e pascoli naturali, nei colli che stanno attorno a Dovadola crescono bene le viti e i cereali; finalmente sul tufo conchigliare fra il torrente Samoggia e il Montone inferiore prosperano gli ulivi e i gelsi mentre i campi della valle sono coperti da frutti, da semente di cereali, di maiz, di canape, di lino e di piante leguminacee: nei terreni cretosi prospera l'anice. La principale fonte di reddito consiste però nell'allevamento dei bachi da seta, del bestiame pecorino, degli animali neri e dei polli d'India.  


Dizionario storico di Ravenna - Primo Uccellini ed. Forni editore Bologna - ristampa da tip. seminario arcivesc. 1855
Pagina 142

DOVADOLA. Il Fabri nelle sue memorie sacre asserisce che questo castello venne acquistato dall’ arcivescovo ravennate Anselmo nel 1154, e che perciò rimase compreso fra i beni dipendenti dalla nostra chiesa. Ma l’ atto del 30 giugno 1188 riportato dal Fantuzzi mostra che questo luogo fu donato da Bonifacio figlio del conte Lamberto, con altri castelli, al ricordato arcivescovo.

Da altre memorie estratte dallo stesso Fanluzzi , risulta che nel 1196 Dovadola fu concessa da Pietro Traversari ai conti Guido e Ruggero figli di Camillo Guerra, al qual casato apparteneva anche nel 1371, e conteneva 102 focolari.


Storia del Casentino vol. II - P. Prezzolini ed. M. Cellini Firenze 1861
Pagina 125

DOVADOLA - Il borgo di Dovadola era difeso dalla parte del poggio da altissima torre quadrata, tuttora esistente, e le cui cortine abbracciavano la parte la più esposta e più facilmente accessibile del paese. E questo palesa l'interesse, che portarono coloro che ne erano signori per poterlo difendere da questa torre in modo da conquidere chi avesse avuto il pensiero di conquistarlo, e sarebbe stato malagevole impresa , perchè dalla rócca avrebbesi potuto fulminare il nemico, da render difficile e periglioso il tentativo.
Questo paese presenta la figura d'un triangolo, di cui la parte inferiore già appellata Badignano, è attraversata dalla nuova strada forlivese , che cavalca il Montone su due ponti, uno a libeccio, l'altro a settentrione, sopra e sotto allo stesso borgo, mentre la parte superiore situata in costa, fiancheggia la strada che guida in val di Rabbi.
In quanto all' industria agricola , non è al certo questo paese minore a tanti altri, che possono dirsi floridi, tanto dal lato delle coltivazioni, non meno che nell' attività del commercio del bestiame , e precipuamente degli animali neri. La Comunità di Dovadola è riunita alla Rocca S. Casciano. Sussiste un mercato nella stagione iemale in ogni lunedì della settimana , e tre fiere , cioè , nel 5 e 24 Agosto, e 9 Settembre d' ogni anno


Dizionario topografico dei comuni d'Italia - Attilio Zuccagni Orlandini ed. soc. editrice Firenze 1861
Pagina 491

 Dovadola (Toscana). Prefet. di Firenze ; circond. di Rocca S. Casciano ; deleg. di Rocca S. Casciano. Piccola terra sulla destra del Montone. Appartenne ai conti Guidi della terza linea. Vi si vedono gli avanzi dell' antica rocca. Popol 2504.


Dizionario univ.le topografico storico fisico-chimico terapeutico - Antonio Perone ed. Tipografia di Napoli 1870
Pagina 406

DOVADOLA, comune di 2431 abitanti, nella Valle di Montone in Romagna, in mandamento e circondario di Rocca S. Casciano, provincia di Firenze.
Nel tenimento di Dovadola, da un terreno formato di stratificazioni di argilla fossile, e di macigno calcare micaceo, sorge un'acqua minerale, che va poscia a perdersi nel sottostante fiume Montone. Essa è perfettamente limpida, senza colore, ed inodora; con sapore molto salso, ma non disgustoso. ……
L'Acqua di Dovadola che si potrebbe dir ferruginosabicarbonata-bromo-jodica , …… si adopera, per bagno e per bevanda, negl'ingorghi ghiandolari, nelle strame; e in tutt'i mali, ove predomina la scrofola….
…allo andar verso Dovadola, prima di giungere al castello dell'Abbadia Tedalda, il qual è a circa un miglio dalla or detta Terra, sulla ripa destra del Montone, trovasi, entro l'alveo di questo torrente un' acqua minerale che, per essere stata prescritta verso l'anno 1826 dal dottor Pietro Barboni, ei la chiamò col nome di costui, qual promotore dell'uso della stessa. ……. Il suo sapore è acidulo ferruginoso; ed ha colore trasparente : non ha odore…….Raccomandasi da sei bicchieri a dieci , in ogni giorno, ……. L'aria di quei luogo è buona ; e la vicina Abbadia può dare asilo ed abitazione, in tempo delle cure di quell'acqua, a chi non ha piacere di alloggiare entro Dovadola; dove non mancano, i necessari comodi di vita.
Oltrepassando poi la terra di Dovadola, si trova il Fosso del Montone; cui sovrasta un ponte, detto Ponte dell'Annunziata. La sinistra ripa di tal fosso dicesi Rupe del piano. Sulla base di quest'ultima, da un terreno argilloso, viene fuori un'abbondante polla di acqua minerale, abbandonata a se medesima. La stessa non è in tutto trasparente; ma è alquanto opalina……. Ha odor d'acqua marina; ed il sapore assai salato, un pò tendente al dolce…...
Dov'è aperto l'alveo del Rio sordo trovasi altra sorgente di Acqua salsa; che vien fuori parimenti da un terreno argilloso. Ha colore opalino ; odor di acqua marina ; ed eziandio sapore assai salato….


Indicatore topografico della Toscana Granducale - AA.VV. ed. Edizione Polverini - Firenze 1856
Pagina 125

DOVADOLA - - Comunità nel campartimento Fiorentino compresa nella Cancelleria di Rocca S. Casciano ...... Piccola terra sulla destra del Montone ..... L'attual castello ha due porte la nuova e la fiorentina. La sua via principale è conta di buone e comode abitazioni. Sopra di essa in dirupata eminenza, si vedono gli avanzi dell'antica rocca...... Due ponti sul Montone danno accesso a Dovadola, uno è detto della Badia perchè da esso si passa ad un soppresso monastero, ora parrocchia, vasto tempio a tre navate; passatol'altro trovasi la cura dell'Annunziata, cui resta in faccia una piazzetta triangolare.


Le armi dei municipi Toscani - Luigi Passerini ed. E. Ducci 1864
Pagina 91

DOVADOLA ( Compartimento Fiorentino )

Anche Dovadola fu patrimonio dei Guidi e ne portò lo stemma, che cangiò poi nel giglio fiorentino ; quando, nel 1407, fu ceduta alla repubblica dal conte Malatesta e dai figli. Notisi peraltro che nel più volte rammentato libro di stemmi, Dovadola ha per sua insegna il ponte che attraversa il Montone, rosso, a due archi, fiancheggiato da due torri e murato di nero nello scudo d'argento.

 


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