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scheda n. 1576 letta 403 volte

Felcitino

inserita da Appenninoromagnolo.it
Tipo : rudere
Altezza mt. : 604
Coordinate WGS84: 43 50' 55" N , 11 54' 02" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Toponimo inserito e descritto nel percorso:
itinerario ' Valle di Pietrapazza' e pubblicato su http://tracceinappennino.blogspot.com e qui riprodotto su segnalazione dell'autore
La località è ricordata fin dal 1546 come 'podere diterra lavorativa con casa in luogo detto Felcettine'. Nel 1816 è lavorato da Fabbri Filippo. Abbandonato nel 1935/36 (da I sentieri dei passi perduti - aavv. edizione 1991 pag 182).

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Testo di Bruno Roba (14/09/2022 - Agg. 30/12/22) - Il bacino idrografico del Fosso del Lastricheto si attesta sul tratto di versante occidentale del contrafforte principale compreso tra il Monte Càrpano e il Monte Castelluccio, contrafforte che ha origine da Cima del Termine e prosegue verso Cesena «[…] per finire sulla via Emilia presso Diegaro.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 16, cit.). Dal Càrpano si stacca una dorsale che presto si biforca a racchiudere la valle del Fosso delle Graticce, e, mentre il suo ramo di libeccio la divide da quella del Rio D’Olmo, il ramo di grecale (detto Crinale delle Graticce) delimita il versante in sx idrografica della Valle del Lastricheto, convergendo sul Bidente con il primo tratto della dorsale del Monte Castelluccio; questa, dopo aver espresso una serie di picchi anticamente detti (nell’ordine, da monte a valle) Poggiolo dei Ronchi o della Balza dei Ronchi, Poggiolo delle Casaccie e Poggio di Rio Salso, così costituendo il versante vallivo in dx idrografica, si prolunga arcuandosi e assottigliandosi parallelamente al Bidente, evidenziando di seguito i Monti Casaccia e Riccio (dove, strategicamente collocato, il Castrum montis Riccioli, almeno già dal 1321 sorvegliava ogni transito - ne restano vaghe tracce: «Anche sopra la via che va a Strabatenza, presso la località detta Ca’ di Veroli, ove dimora tuttora un ramo della famiglia Bardi, lassù rifugiatasi, fra i monti più alti, ai tempi delle famose contese medioevali, vedonsi i muri imponenti di un vecchio maniero, e quel luogo dicesi Montericcio» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 279, cit.) (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 279, cit.).

All’inizio del Cinquecento l’area degli insediamenti, esclusivamente corrispondente al versante vallivo in dx idrografica, più favorevole per morfologia ed esposizione, veniva distinta nella parte adiacente allo sbocco del Fosso del Lastricheto nel Bidente, detta le Felcetine o Falcedino, e nella valle di Ripiano, a sua volta suddivisa in una parte mediana principale detta Ripiano, toponimo che in genere indistintamente individuava i vari insediamenti, oltre che nel Fondo di Ripiano e nel Sommo Ripiano, così come l’asta torrentizia era distinta nei Fossi di Ripiano e Felcetino.

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di Pietrapazza, Fiume Bidente di Pietrapazza e Fosso del Lastricheto.

In base al Catasto Toscano la valle del Fosso del Lastricheto era infrastrutturata da un’anonima strada in parte di bassa mezzacosta, che nel tratto centrale diveniva di fondovalle correndo accanto al fosso, ma abbandonato e regolarizzato a mezzacosta già nel corso del XIX secolo con la riorganizzazione delle mulattiere (in epoca moderna diventerà Strada Vicinale la Bottega-Fondi) da cui si staccavano varie mulattiere che risalivano gli opposti versanti valicando i crinali per raggiungere le valli collaterali. Secondo la cartografia catastale, lungo la detta strada, sorgevano i seguenti fabbricati: Felcialino (ruderi) nel Catasto Toscano, o Felcitino nella Carta d'Italia I.G.M. di impianto (1894, 1937) e moderna, o Falcettino nel NCT (1935-1952), o Felcettino nella CTR della Regione Emilia-Romagna; sottostante, sul fosso, il Mulino di Felcitino (ruderi) comparente anonimo solo nel Catasto Toscano compreso il berignale di presa idraulica e la vasca del bottaccio; La Casaccia (scarsi ruderi) un fabbricato nel Catasto Toscano, due fabbricati anonimi nella Carta d'Italia I.G.M. (1894), non rappresentato in quella successiva (1937) e in quella moderna, nuovamente rappresentato ma anonimo nel NCT, non rappresentato nella CTR; Il Podere (ruderi) due fabbricati distanziati nel Catasto Toscano e nella Carta d'Italia I.G.M.(1894) ma scritto il Podere, come pure nella successiva (1937), ma con fabbricati ravvicinati, pure il Podere nel NCT e nella Carta d’Italia I.G.M. moderna ma qui con il simbolo dei ruderi, nuovamente Il Podere e due fabbricati nella CTR; Lastricheto (ruderi) due fabbricati nel Catasto Toscano, identici il toponimo e la rappresentazione in tutta la cartografia successiva; I Fondi (ruderi) nel Catasto Toscano, un fabbricato anonimo nella Carta d'Italia I.G.M. (1894, 1937), Fondi nel NCT, non comparente nella Carta d'Italia I.G.M. moderna e nella CTR. Distaccato dalla strada, poco a monte della Casaccia e collegato con il Podere, sorgeva Case di Sopra (scomparso), nel Catasto Toscano fabbricato anonimo e adiacente al Fosso della Casaccia, pure anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), non rappresentato in quella successiva (1937) e nella cartografia moderna, tranne l'ampia mulattiera che lo raggiungeva. Distaccato dalla strada, poco a monte di Lastricheto e ad esso collegato, sorgeva un fabbricato genericamente detto Ripiano come altri dell’area, aggiungiamo alto, per distinguerlo (scomparso), non rappresentato in alcuna cartografia, tranne l'ampia mulattiera che lo raggiungeva. L’insediamento topico è Ripiano, due fabbricati nel Catasto Toscano essenzialmente collegati con il crinale tramite la viabilità principale, un fabbricato anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), Ripiano nella successiva (1937) e in quella moderna, mappe tutte completate dal collegamento da valle a monte, oggi noto come Via dei LupiRipiani nel NCT e nella CTR. All’estremità del Crinale delle Graticce si trova la Maestà del Felcitino, posta su quel lembo di terra stretto tra il fiume, la confluenza del Fosso del Lastricheto e la Mulattiera del Bidente, con la quale aveva sostanzialmente lo stesso rapporto morfologico oggi sussistente con la qui coincidente rotabile. È detta anche del Colera in quanto sarebbe stata eretta da ignoto per ringraziamento a seguito di guarigione dopo l’epidemia del 1855 (la targa originale è scomparsa), ma corrono anche altre ipotesi comunque legate a fatti tragici per eventi epidemici. Recentemente vi è stata inserita un’icona in ceramica con targhetta MADONNA GRECA REGINA DELLE ACQUE VENERATA IN RAVENNA, senza alcuna correlazione storica.

La documentazione più antica riguardante l’area consiste in una disputa giudiziaria del 1531 relativa ad una compravendita risalente al 1524 di un appezzamento sito in un luogo detto Falcedino. L’Opera del Duomo di Firenze in Romagna vantava diritti e possedimenti che si spingevano fino a queste latitudini, così alcuni appezzamenti dell’area della Fossa dell’Olmo e del Lastricheto sono documentati fin dal 1546 nell’inventario eseguito dopo che l’Opera, avendo preso possesso delle selve “di Casentino e di Romagna”, dove desiderava evitare nuovi insediamenti, aveva constatato che, sia nei vari appezzamenti di terra lavorativa distribuiti in vari luoghi e dati in affitto o enfiteusi che altrove, si manifestavano numerosi disboscamenti (“roncamenti”) non autorizzati; pertanto, dalla fine del 1510 intervenne decidendo di congelare e confinare gli interventi fatti, stabilendo di espropriare e incorporare ogni opera e costruzione eseguita e concedere solo affitti quinquennali. I nuovi confinamenti vennero raccolti nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” che, dal 1545 al 1626 così costituisce l’elenco più completo ed antico disponibile «[…] dei livelli che l’Opera teneva in Romagna […] se ne dà ampio conto qui di seguito […] 1546 […] Un poderetto di terra lavorativa e roncata in luogo detto la Fossa dell’Olmo di some 5 […] Un pezzo di terra lavoratia, siepata e roncata in luogo detto il Susinello di some 5. […] un pezzo di terra lavorativa e roncata posta in luogo detto i Ripiani e di some 6. Un podere di terra lavorativa e roncata con casa, in luogo detto le Felcetine. […] Un poderino alle Graticce di some 5. […] 1547 […] Un podere con casa e terre lavorative e vignate e roncate in luogo detto la Celteraia. […] Un podere o vero tenimento di terre parte lavorative e parte roncate e boscate con vigna e casa, in luogo detto Campo di Sopra e vale lire 1000. Un podere ai Ripiani di some 25. […] Un podere con casa e terre lavorative roncate et altro, in luogo detto le Cortine e vale scudi 200.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 151-153, cit.). Peraltro, una relazione del 1789 conferma quale fosse il tipo di interesse dell’Opera nel mantenimento dei poderi che … : «[…] sono situati alle falde di vasto circondario delle selve d’abeti e sembra che sieno stati fabbricati in detti luoghi per servire di custodia e per far invigilare dai contadini di detti poderi dal fuoco, al taglio insomma alla conservazione  di dette selve […] non ardirei mai di far proposizione di alienarli ma di seguitare a tenerli […] come si rileva chiaramente dalla loro posizione servendo di cordone e custodia alle macchie medesime […] ma […] potrebbero allinearsi e vendersi per essere […] ridotti in tal cattivo stato dai passati affittuari […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 441, 442, cit.). I sopraddetti appezzamenti comunque vennero presto alienati, così nel 1818, all’epoca del Contratto livellario tra l’Opera e il Monastero di Camaldoli, nella descrizione dei confini vengono ormai nominati alcuni proprietari privati, i cui poderi paiono estendersi fino al crinale: «Una vasta tenuta di terre […] alla quale per la circonferenza confina: […]; secondo, da detto punto confina Giuseppe Mosconi di Ridolmo seguitando la strada che da Prato ai Grilli conduce al Poderaccio, lasciando la strada su prendere il crine che conduce alle Palestre; […] quarto, Mario Mosconi col podere detto Ripiani […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 463-464, cit.). Anche grazie alle alienazioni, nell’arco temporale di un secolo nell’area del Felcetino, e nel Sommo Ripiano si contava un numero indefinito di abitazioni, nell’area di Ripiano si contavano fino a 7 abitazioni, mentre nel Fondo di Ripiano era presente una sola abitazione. Su Felcitino, benché non più inventariato, l’Opera mantenne diritti per almeno due secoli.

Dal confronto tra Catasto Toscano e NCT emergono notevoli difformità planimetriche, per cui se la consistenza può trovare qualche corrispondenza nel corpo centrale, è sicuramente posteriore il corpo sporgente a valle, mentre è scomparsa un’appendice sul lato Est. Il Giornale di Campagna descriveva una casa composta da sei stanzette a terreno, con loggia e forno, la cucina e quattro stanzette al primo piano. Le modifiche sarebbero avvenute entro il 1860, come confermerebbe tale datazione, affiancata dalle iniziali P.M. ed incisa su una pietra della parete Sud del corpo sporgente a valle e come evidenziato dal confronto tra le edizioni della Carta d'Italia I.G.M. del 1894 e del 1937, che registra la modifica di orientamento del fabbricato. Una mappa dell’Archivio Comunale di Bagno di Romagna datata 1888-1913 (cfr. AA.VV., 1989 e C. Bignami, A. Boattini, 2018, cit.), riguardante l’attribuzione delle numerazioni civiche, assegna a Falcetino il n. 31, quando la casa risulta composta di 6 vani. Ad oggi ridotto a rudere ancora riconoscibile nelle strutture principali, risulta abbandonato alla fine degli anni ’60 del XX secolo divenendo in conseguenza proprietà ex A.R.F., quando l’insediamento risulta composto da un fabbricato di 224 mq, 1120 mc. Nell’ambito dei programmi regionali di riutilizzo del patrimonio edilizio nel Demanio forestale è stato sottoposto ad analisi storico-tipologica e metodologica; grazie ad essa risulta che il fabbricato è il derivato di successive aggregazioni al nucleo originario, distinguibili in quattro fasi che hanno visto inizialmente la realizzazione di una grande stalla seminterrata e superiormente la cucina con sottotetto utilizzabile, con accessi disimpegnati dai dislivelli del terreno, per una superficie coperta di circa 45 mq. Nella seconda fase avviene un piccolo incremento a monte che determina una pianta ad “L” con un secondo stalletto seminterrato e altre due stanze di abitazione ai livelli superiori, una con accesso sia dall’esterno che dalla cucina e l’altra dal sottotetto. L’incremento della terza fase vede la costruzione di un piccolo vano di servizio antistante la cucina ed un sottostante stalletto, oltre un locale di disimpegno adiacente l’ampliamento della fase precedente. La quarta fase riassume gli ampliamenti conclusivi, con un leggero ampliamento del corpo originario, evidenziato dalle ricuciture murarie, la costruzione di uno stalletto a monte e sovrastante forno con antistante loggetta, affiancato da un vano di servizio, oltre ad un ulteriore appendice a valle costituita da stalletto e superiore vano di servizio. Tra i particolari architettonici era segnalato un camino sorretto da mensole lignee sagomate con una singolare apertura rettangolare sotto la cappa verso la stanza retrostante (che non pare la bocca di un forno), due finestre dotate di ripiani laterali nello sguancio interno, la caratteristica pietra forata per legarvi gli animali nello stalletto sottostante il forno. Il toponimo potrebbe essere rapportato a felce: Fel(i)cinus (filicinus) dal latino filex,-icis oppure a falx,-icis = falce, falcetto.

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: - Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Felcetino (dimensionato) e Il Podere (dimensionato), divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

AA. VV., Il luogo e la continuità. I percorsi, i nuclei, le case sparse nella Vallata del Bidente, Catalogo della mostra, C.C.I.A.A. Forlì, Amm. Prov. Forlì, E.P.T. Forlì, Forlì 1984;

AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;

C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;

C. Bignami, A. Boattini, A. Rossi (a cura di), AL TEMPE DEL COROJJE - Poderi e case rurali nel territorio parrocchiale di Bagno di Romagna - Immagini e storie di altri tempi, Edizioni Nuova S1 Il Girovago, Bologna 2010;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;

A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;

A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Scheda n.669;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

a sinistra della strada sterrata che sale a Pietrapazza, prima del Fosso Lastricheto-il sentiero non numerato, ma segnato porta a Monte Castelluccio.

Testo di Bruno Roba -  Felcitino si può raggiungere dalla S.F. Poggio alla Lastra-Pietrapazza (sterrata di circa 10 km) con deviazione a 1,5 km da Pietrapazza adiacente all’attraversamento del Fosso del Lastricheto, tramite un (inizialmente poco visibile) sentiero segnato noto come Via dei Lupi che risale la valle fino alla Colla dei Ripiani. Dalla S.F. 250 m, per esperti.

foto/descrizione :

foto inviata da http://tracceinappennino.blogspot.com e qui riprodotta con il consenso dell'autore

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Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1/00a7 – Dal crinale del Monte Roncacci e dalla valle del Fosso dei Poderini, vedute del contrafforte principale dove si innalzano i Monti Castelluccio e Càrpano e, tra le altre, si apre la valle del Fosso del Lastricheto: vedute del versante insediativo, con indice fotografico (5/10/16 – 4/11/16).

00b1 - 00b2 - 00b3 – Dalla S.F. del Cancellino, scorci del contrafforte con le emergenze dei Monti Càrpano e Castelluccio e, oltre il Crinale delle Graticce, della valle del Lastricheto (17/09/12).

00c1 – Schema cartografico del bacino idrografico della valle del Fosso del Lastricheto.

00c2 – 00c3 - Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento relativo alla valle del Latricheto, evidenziante il sistema insediativo, con utilizzo della toponomastica originale. Qui compare anche la toponomastica della viabilità principale di fondovalle e di crinale. Integrazioni in corsivo moderno a fini orientativi. Confronto schematico tra catasto antico e moderno da cui si rilevano le modifiche planimetriche intercorse nell’ultimo secolo di utilizzo del fabbricato.

00c4 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, di pochi decenni precedente alla realizzazione della S.F. Poggio alla Lastra-Pietrapazza, così ancora evidenziante il tracciato della Mulattiera del Bidente.

00c5 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in nero a fini orientativi.

00c6 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, che, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna, venne integrato con il sistema delle mulattiere.  

00d1/00d4 – Il tratto della mulattiera di fondovalle dalla S.F. al bivio del Mulino di Felcitino (26/08/16 – 4/11/16).

00e1 – Elaborazione pittorica da una foto degli scorsi anni '80 che consente di notare il tracciato della mulattiera che risale ad un fabbricato ad inizio fatiscenza.

00e2 – 00e3 – Vedute del fabbricato da valle; in p.p. il corpo dell’ultima fase databile 1860 (19/04/18 - 26/08/16).

00e4 – 00e5 - 00e6 – La mulattiera rasenta Felcitino (26/08/16).

00e7 – Scorcio del corpo di ingresso, risalente alla seconda fase, affiancato dallo stalletto dell'ultima fase (19/04/18).

00e8 – 00e9 – 00e10 – Scorci del corpo dell’ultima fase (26/08/16).

00e11 – 00e12 – 00e13 - Scorci dello stalletto dell’ultima fase, sottostante il forno, con pietra sporgente per legare gli animali (26/08/16).

00e14/00e17 – Scorci dei resti della loggia con forno, realizzata nell’ultima fase, con particolare domestico (19/04/18 - 26/08/16).

00e18/00e24 – Altri scorci dei ruderi e vedute da monte (19/04/18 - 19/12/22).

 

00e25 – Elaborazione pittorica da una foto degli scorsi anni ’80, ripresa da monte.

00e26 – Schema tipologico delle fasi di ampliamento e della destinazione d’uso dei vani.

00e27 – 00e28 – 00e29 - Elaborazioni pittoriche di foto degli scorsi anni ’80 dove si nota, in secondo piano, il nucleo originario del fabbricato con la ricucitura muraria dell’ampliamento dell’ultima fase, con scorci del camino con la singolare apertura rettangolare sotto la cappa verso la stanza retrostante e della datazione, affiancata dalle iniziali P.M., incisa su una pietra della parete Sud del corpo sporgente a valle, corrispondente all’ultimo ampliamento.

00f1/00f4 - Tratto viario tra Felcitino e La Casaccia (26/08/16 - 19/04/18 - 19/12/22).

00g1 - La mulattiera rasenta La Casaccia (19/04/18).

00h1/00h7 - Tratto viario tra La Casaccia e Il Podere, con attraversamento del Fosso della Casaccia o Campaccia (19/04/18 - 19/12/22).

00i1 - 00i2 - La mulattiera rasenta Il Podere: la traccia del percorso per Case di Sopra si trova di fronte ai ruderi (19/04/18 - 19/12/22).

00l1/00l10 - Tratto viario tra Il Podere e Lastricheto, con attraversamento dei Fossi del Podere (nn. s2 - s3 - s4) e della Lastraccia (26/08/16 - 14/04/22 - 19/12/22).

00m1 – 00m2 - La mulattiera presso Lastricheto con deviazione verso monte che recava a Ripiano (alto) (19/04/18).

00n1/00n7 - Tratto viario tra Lastricheto e I Fondi, con attraversamento dei Fossi dei Ripiani e dei Fondi (26/08/16 - 14/04/22).

00o1 – Ai Fondi (14/04/22).

00p1/00p12 - Tratto viario tra I Fondi e il guado del fosso (di cui alle prec. 00l24/00l28), con attraversamento di un sito di probabile lavorazione e deposito di materiale di cava (14/04/22).

00q1/00q5 – Tra Lastricheto e i Fondi si distacca la Via dei Lupi che sale verso Ripiani diretto alla Colla (26/08/16).

00r1 – A Ripiani (26/08/16).

00s1/00s6 – La Via dei Lupi tra Ripiani e la Colla, con masso segnalatore (26/08/16).

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