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scheda n. 1581 letta 289 volte

Farniole di sotto

inserita da Appenninoromagnolo.it
Tipo : rudere
Altezza mt. : 738
Coordinate WGS84: 43 52' 10" N , 11 51' 14" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

toponimo inserito e descritto nel percorso:
itinerario ' Alla diga di Ridracoli..' e pubblicato su http://tracceinappennino.blogspot.com e qui riprodotto su segnalazione dell'autore

Agostino Monti è colono nel 1932 quindi sul finire degli anni '50 vi abita la famiglia Gori e qualche anno dopo, nel 1964, la casa viene definitivamente abbandonata dalla famiglia Magnani. (da 'Il Popolo di Ridracoli' a cura di C.Bignami).

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Testo di Bruno Roba (17/03/2021 – Agg. 27/07/2023) - La Valle dei Tagli, tra le valli in dx idrografica della parte della Valle del Fiume Bidente di Ridràcoli, si trova subito dopo la diga laddove si immette il Fosso dei Tagli (c.d. dal latino classico talea, anche nel senso di vitigno da trapiantare, evocando una possibile diffusione di vigneti, ma, sicuramente, dal latino medievale talium, nel senso di fenditure o tagli, in fatti il luogo era detto ai Tagli, salvo che non derivasse da una particolare diffusione dei “roncamenti”), ridotto ad un tombamento sotto la strada di servizio che segue il fiume. Nel Catasto toscano si differenziava in un tratto alto detto Fosso della Farniole mentre il ramo nascente dal Monte Moricciona era detto Fosso degli Strascinaj. Il bacino idrografico si attesta nel tratto di dorsale compresa tra i Monti Moricciona e Cerviaia (da cui nascono i suoi due rami) e il tratto di contrafforte secondario fino a Ripa di Ripastretta, mentre lateralmente è delimitato, a SO, dalla dorsale che si distacca dal Cerviaia separandolo dal bacino lacustre, a NE, dalla dorsale che si distacca da Ripastretta separandolo dal Fosso Corneta.

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di RidràcoliRidràcoli e Fosso dei Tagli.

La prima cartografia storica, ovvero il dettagliato Catasto Toscano (1826-34 – scala 1:5000), la schematica Carta della Romagna Toscana Pontificia (1830-40 – scala 1:40.000), le prime edizioni della Carta d’Italia dell’I.G.M. (1893-94 – scala 1:50.000; 1937 – scala 1:25.000), consente di conoscere il tracciato della viabilità antica che raggiungeva Ridràcoli. È utile il confronto con il Nuovo Catasto Terreni (1930-52 – scala 1:2000). Attraversato il Bidente di Corniolo presso Isola, con il Ponte dell'Isola, sul luogo del ponte odierno, essa si manteneva in sx idrografica risalendo subito a mezzacosta fino a raggiungere Biserno, per quindi ridiscendere nel fondovalle del borgo, dove si concludeva con un lungo rettilineo al cui termine si trovava Il Ponte di Ridracoli. Tale viabilità, anonima nelle mappe citate, verrà poi denominata Strada Comunale Ridràcoli-Biserno e Strada Comunale Isola-Biserno; solo in occasione dei lavori di costruzione dell’invaso quest’ultima verrà ristrutturata e ampliata diventando parte della S.P. n.112.

Vari itinerari trasversali collegavano le vallate adiacenti, principalmente dipartendosi dal baricentro militare-residenziale del Castello di Ridràcoli (nel 1216 è documentato come Castrum Ridiracoli un villaggio fortificato che, secondo la Descriptio Romandiole del 1371, raggiungeva appena 6 focularia) e dai nuclei economico e religioso del ponte e della chiesa (una villam Ridraculi cum omnibus ecclesiis è documentata già dal 1213), dialetticamente separati in base alla morfologia del luogo, determinata dalla fitta sequenza delle anse fluviali. Dal Castello partiva la Strada che dal Castello di Ridracoli conduce alla Chiesa della Casanova, risalente la Valle dei Tagli ed imperniata su Casanova dell’Alpe (su una pietra cantonale della chiesa sono ancora leggibili le distanze chilometriche – evidentemente non più valide - km 12,358 per Bagno e km 5,933 per Ridràcoli); costituiva parte della successiva Mulattiera Ridràcoli-Bagno. Dal Ponte di Ridràcoli partiva la Strada che da Ridracoli va al Poggio alla Lastra, che, superata la chiesa, risaliva la Valle del Corneta, parte della successiva e rinomata Mulattiera di Ridràcoli diretta a Santa Sofia tramite Strabatenza. Entrambe le mulattiere incrociavano sul crinale la Strada Maestra di S. Sofia o Strada che dalla Casanova va a Santa Sofia, la prima presso il Monte Moricciona, la seconda sul Passo della Colla, posto sulla Colla del Monte interposta tra i Monti Marino e La Rocca. Molto note e ancora riportate come tali nella cartografia moderna, negli anni ’50 alle estremità delle mulattiere vennero installati dei cippi stradali riportanti la rispettiva denominazione, così classificandole e specificandone l’uso escluso ai veicoli; rimasero localmente in uso fin’oltre metà del XX secolo, infatti le odierne strade forestali verranno realizzate solo un ventennio dopo.

A differenza della Mulattiera di Ridracoli, scomparsa o desueta a seguito della realizzazione della S.F. Ridràcoli-Passo del Vinco, la Mulattiera Ridràcoli-Bagno ha mantenuto gran parte del suo tracciato, risalendo la valle in dx idrografica e toccando gli insediamenti La Garfagnana, con la vicina Maestà del Castello o della GarfagnanaLe CaselleI TagliLa SpiaggettaSermolinoLe Farniole, Le Farniole di Sopra e Campo dei Peri. Il Molino di Sopra è posto presso la confluenza del Fosso dei Tagli nel Bidente. La mulattiera raggiungeva il crinale del Monte Cerviaia nella sella presso la grande Croce di Pratalino (in legno con grande basamento lapideo monoblocco, forato al centro per la sede crucifera, che è stato posizionato accanto in occasione del restauro curato, come da targa, dall’Associazione Nazionale Alpini, GRUPPO ALTO BIDENTE “Capitano DINO BERTINI”), prossima alla Maestà della Chiesaccia (dove un parziale restauro ha eliminato le tracce dell’incisione precedente M.M. 1919 ed è stata posta un’icona con targhetta MADONNA GRECA VENERATA A RAVENNA datata agosto 2004). Detti manufatti religiosi erano entrambi presenti nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto del 1894.

In questo contesto storico-geografico, tra le alte valli bidentine quella di Ridràcoli è quella che meno ha subito il fenomeno dell’abbandono grazie alle caratteristiche ambientali e climatiche più favorevoli della sua parte meno elevata. Il borgo principale, posto nel baricentro sia geografico sia del sistema insediativo, è quello più noto e frequentato e la frazione di Biserno è quella più abitata, ma le parti delle vallecole laterali più profonde e difficilmente raggiungibili sono trascurate e molti fabbricati oggi sono in stato di abbandono o ridotti a rudere o scomparsi, con vari casi di ristrutturazione interrotta, ma non fanno eccezione neanche le valli meglio infrastrutturate che, se hanno evitato il completo abbandono dei poderi, hanno scarsamente contribuito al riutilizzo dei rispettivi insediamenti, in prevalenza abbandonati o, al più, riutilizzati a fini turistici.

Le identificazioni toponomastiche e grafiche della cartografia antica e moderna (Catasto toscanoCarta d’Italia I.G.M., N.C.T. Nuovo Catasto Terreni, C.T.R. Carta Tecnica Regionale) riguardanti i fabbricati della Valle del Fosso dei Tagli si possono schematizzare come di seguito elencato:

La Garfagnana; non rappresentato nel Catasto toscano e nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), o rappresentato ma anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1937) e in quella moderna, o Carfagnana nel N.C.T., o La Garfagnana nella C.T.R.

Le Caselle nel Catasto toscano, o le Caselle nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937) e in quella moderna, o le Caselle nel N.C.T., o Le Caselle nella C.T.R.

I Tagli nel Catasto toscano, o i Tagli nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937) e in quella moderna ma con simbolo dei ruderi, o i Tagli nel N.C.T., o I Tagli nella C.T.R.

La Spiaggetta nel Catasto toscano, o C. Spiaggetta nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937), o Spiaggetta in quella moderna, o n.n. nel N.C.T., o non rappresentato nella C.T.R.

Sermolino nel Catasto toscano, o non rappresentato nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), o rappresentato ma anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1937), o non rappresentato in quella moderna, o n.n. nel N.C.T., o non rappresentato nella C.T.R.

Le Farniole nel Catasto toscano, o le Farniole nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937), o Farniole di sotto in quella moderna ma con simbolo dei ruderi, o Forniole di Sotto nel N.C.T., o Le Farniole nella C.T.R.

Le Farniole di Sopra nel Catasto toscano, o rappresentato ma anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937), o Farniole di sopra in quella moderna, o Forniole di Sopra nel N.C.T., o Le Farniole di Sopra nella C.T.R.

Campo de’ Peri nel Catasto toscano, o Campo di Peri nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), o Campo dei Peri nella Carta d’Italia I.G.M. (1937) e in quella moderna, o Campo dei Peri nel N.C.T. e nella C.T.R.

Le citazioni più antiche relative al luogo detto alle Farniole (dal latino medievale farnetum, terra piantata a farnia), si trovano nell'elenco dei possedimenti dell’Opera del Duomo di Firenze e risalgono al 1546 e al 1547: «[…] dei livelli che l’Opera teneva in Romagna […] se ne dà ampio conto qui di seguito […] 1546 […] Un pezzo di terra lavorativa alle Farniole di staia 5 […] 1547 […] Un podere con casa e terre lavorative alle Farniole e vale lire 860 di some 12.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 147-149, 152, cit.). Già alla fine del secolo il fondo risulta suddiviso nei due poderi di Farniole di Sotto e di Sopra, ciascuno dotato di casa colonica, entrambi documentati nel Catasto toscano, dove risultano distintamente appartenenti al Popolo di Ridracoli e a quello di Casanova ma, nella citata mappa dell’Archivio Comunale di Bagno di Romagna, compare solo quello inferiore, composto da due fabbricati adiacenti cui viene assegnato il n. 13. Analisi storico-tipologiche approfondite (AA.VV., 1984, cit.) associano Le Farniole di Sopra al documento del 1547, mentre a Le Farniole di Sotto, anche per le trasformazioni subite, non vengono attribuite particolarità di rilievo. Riguardo quest’ultimo, infatti, il Catasto toscano rappresentava due fabbricati con notevole difformità planimetrica rispetto allo stato odierno, documentato dal NCT, che invece mostra un fabbricato (abitativo) adiacente alla mulattiera interamente (ri)costruito in epoca moderna, come dimostra l’utilizzo di cemento armato nei cordoli delle murature in corrispondenza dei solai e negli architravi delle finestre, che peraltro oggi rivela tutta la sua alterabilità. L’annesso adiacente è invece in gran parte sovrapponibile con uno dei fabbricati antichi, probabilmente solo ristrutturato, infatti senza utilizzo di c.a. Mentre la viabilità non risulta modificata - negli scorsi anni ’80 era ancora visibile un pilastrino circolare di segnalazione della mulattiera (cfr.: S. Fabiani, G. Marcuccini, W. Rossi Vannini, 1987, p. 101, cit.) – l’altro fabbricato antico è del tutto scomparso (quindi demolito) e, dai confronti di mappa, il suo perimetro risulta coincidere con un confine particellare moderno, probabilmente corrispondente a strutture di sostegno ancora presenti (ricoperte dalla vegetazione). La modalità di rappresentazione dei simboli grafici dei fabbricati riportati nelle edizioni della Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937), per essere rispettivamente corrispondenti ai catasti antico e moderno, conferma l’ipotesi che le modifiche siano avvenute nei primi decenni del XX secolo (forse a seguito degli eventi sismici del ’18), quando infatti avvenivano i primi esperimenti di utilizzo del cemento armato (le prime norme regolatorie italiane risalgono al 1907). Il catasto antico descrive una casa composta da una cucina, una camera, una stanzetta, due stalle e un capanno. Abitato ancora nel 1964, dopo l’abbandono negli Anni ’70 diviene proprietà ex A.R.F. ma, dall’elenco dei fabbricati, risulta non essere utilizzato. Le Farniole di Sopra, oggi composto da due fabbricati, rispetto al Catasto toscano mostra difformità planimetriche per l’edificio principale; al contrario, l’annesso distaccato compare solo Nuovo Catasto Terreni del 1930-52. Il Giornale di Campagna allegato al Catasto toscano riporta la seguente descrizione dell’edificio: «Casa colonica e Aja. A terreno: quattro Stalle Stanzetta Stalletto Loggia Forno e Capannetta. I° Piano: Cucina tre stanze e Capanno» (AA.VV., 1984, p. 120, cit.). Ancora in buono stato di conservazione negli scorsi anni ’80, si presentava apparentemente appena abbandonato e conservante anche alcune delle suppellettili utilizzate dai suoi ultimi abitanti (cfr.: S. Fabiani, G. Marcuccini, W. Rossi Vannini, 1987, p. 101, cit.), le pavimentazioni in grandi elementi lapidei e tavolati in legno, come le scale interne. Alla data di redazione del P.S. comunale (2004) risulta nuovamente acquisito e restaurato. Ripetute ristrutturazioni si sono succedute a cavallo tra il XIX e il XX secolo che hanno conferito al complesso un aspetto unitario. Alcuni particolari architettonici rivelano le ristrutturazioni subite, tra cui la suddivisione in due unità immobiliari con trasformazione in casa padronale e realizzazione di due ingressi distinti, uno da monte ed uno da valle, questo preceduto da una ripida e tipologicamente impropria scala lapidea di accesso ad un portale a tutto sesto con chiave d’arco incisa con la scritta “F.F.R.P.” e “A.D. 1906”, mentre l’altro ingresso coincideva con quello originario e tipologicamente congruente costituito dalla cucina affiancata dalla loggia con forno. All’interno il camino della cucina con il frontale recante l’incisione “FECE FARE LA SIGNORA PAOLA GIOVANNETTI A.D. 1873” documenta un’altra fase delle ristrutturazioni subite. Grazie agli studi effettuati negli scorsi Anni ’80 (AA.VV., 1984, cit.), è possibile stabilire quattro fasi di crescita. Del fabbricato più antico, sviluppato su tre livelli con due stalle al seminterrato con ingresso a valle, la cucina e una stanza con ingresso a monte e due vani sottotetto, rimangono tracce nelle murature costituite da un antico portale a grandi conci di arenaria di accesso alle stalle, oggi murato, e un’ampia arcata a sesto ribassato nel loro interno. Come in tutti i fabbricati posti lungo le mulattiere, su una cornice di finestra della stalla è ancora leggibile la distanza km 3,735 per Ridràcoli. Sempre negli anni ’80 è stata realizzata una deviazione dalla sterrata per Poggio alla Lastra che raggiunge il fabbricato. 

Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: - Informazioni preziose riguardo luoghi e fabbricati si hanno grazie alla Descriptio provinciae Romandiole, rapporto geografico-statistico-censuario redatto dal legato pontificio cardinale Anglic de Grimoard (fratello di Urbano V) per l’area della Romandiola durante il periodo della 'Cattività avignonese' (trasferimento del papato da Roma ad Avignone, 1305-1377). Se la descrizione dei luoghi ivi contenuta è approssimativa dal punto di vista geografico, è invece minuziosa riguardo i tributi cui era soggetta la popolazione. In tale documento si trova, tra l’altro, la classificazione degli insediamenti in ordine di importanza, tra cui i castra e le villae, distinti soprattutto in base alla presenza o meno di opere difensive, che vengono presi in considerazione solo se presenti i focularia, ovvero soggetti con capacità contributiva (di solito nuclei familiari non definiti per numero di componenti; ad aliquota fissa, il tributo della fumantaria era indipendente dal reddito e dai possedimenti). In particolare, nelle vallate del Montone, del Rabbi e del Bidente furono costituiti i Vicariati rurali delle Fiumane.

- A partire dal XII secolo, con la nascita dei comuni nascono gli archivi comunali, che poi si sviluppano nelle istituzioni signorili e successivamente confluiscono negli attuali Archivi di Stato; nel Granducato di Toscana il Cinquecento fu epoca di trasformazione del regime archivistico alla quale, tra l’altro, risale la fondazione medicea degli Archivi generali dei Contratti. Le ricerche archivistiche hanno consentito agli studiosi di reperire documentazione sui poderi dell’area in alcuni casi risalente fino alla metà del XVI secolo.

- L’Opera del Duomo di Firenze, dopo la presa in possesso delle selve “di Casentino e di Romagna”, aveva costatato che sia nei vari appezzamenti di terra lavorativa distribuiti in vari luoghi e dati in affitto o enfiteusi sia altrove si manifestavano numerosi disboscamenti (roncamenti) non autorizzati. Desiderando evitare nuovi insediamenti, dalla fine del 1510 intervenne decidendo di congelare e confinare gli interventi fatti, stabilendo di espropriare e incorporare ogni opera e costruzione eseguita e concedere solo affitti quinquennali. I nuovi confinamenti vennero raccolti nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” che, dal 1545 al 1626 così costituisce l’elenco più completo ed antico disponibile.

- Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Farniole di Sotto, Caselle e Tagli, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo tranne il totale riutilizzo delle Caselle, ma solo ad uso turistico dopo l’acquisizione da parte della Romagna Acque-Società delle Fonti S.p.A, mentre Le Farniole di Sopra è stata acquisita e ristrutturata da privati. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

RIFERIMENTI

AA. VV., Il luogo e la continuità. I percorsi, i nuclei, le case sparse nella Vallata del Bidente, C.C.I.A.A., Amm. Prov. Forlì, E.P.T. Forlì, Forlì 1984;

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

C. Bignami, A. Boattini, La gente di Ridràcoli, Monti editore, Cesena 2022;

C. Bignami (a cura di), Il popolo di Ridracoli, Nuova Grafica, Santa Sofia 1995;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;

A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Scheda n.240;

Parco nazionale delle foreste casentinesi. Carta dei sentieri 1:25.000, N.20, Monti editore, 2019

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba - La Valle del Fosso dei Tagli è interamente attraversabile tramite il sent. 231 CAI (pressoché corrispondente alla Mulattiera Ridràcoli-Bagno), sia dal Castello di Ridràcoli sia dalla pista che dal Monte Moricciona va a Pratalino; Farniole di Sotto si trova a km 3,1 circa dal parcheggio presso il cancello per la diga.

foto/descrizione :

foto del 2010 inviata da http://tracceinappennino.blogspot.com e qui riprodotta con il consenso dell'autore.

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Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1/00a4 – Vedute della Valle del Fosso dei Tagli dal versante opposto in corrispondenza di Poggio Collina; si scorgono in alto i prati delle Farniole, mentre in p.p. si nota la cresta che dal Castello sale alla Garfagnana, oltre la quale sono evidenti i fabbricati delle Caselle, adiacenti alla Valle dei Tagli (28/03/18).

00a5 – 00a6 – 00a7 – Da Ronco dei Preti, panoramica dell’intero tratto terminale del contrafforte secondario che va a digradare con il Monte Carnovaletto e il Poggio della Rondinaia, mentre, da questa visuale, si evidenzia anche la Valle dei Tagli con la profonda incisione del fosso che raggiunge il crinale presso il Monte Moricciona(24/10/18).

00b1 – 00b2 - 00b3 – Dal Crinale della Vacca e suo versante presso Ridondone, veduta delle convergenze geomorfologiche verso la diga di Ridràcoli con scorcio della Valle dei Tagli (10/12/15 - 22/12/16).

00b4 – Dal crinale presso il Monte Cerviaia, scorcio verso la parte alta della Valle dei Tagli con indicazione del sito di alcuni insediamenti (28/08/18).

00c1 – Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso dei Tagli.

00c2 – 00c3 - Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenziante il sistema insediativo, perfettamente allineato sull’asse infrastrutturale, ed idrografico, con utilizzo della toponomastica originale, integrata a fini orientativi con i principali rilievi (identificati da utilizzo di grassetto nero). Particolare di mappa delle Farniole (di Sotto) e confronto tra cartografia storica e moderna.

00c3 – Schema da cartografia della prima metà del ‘900, prima della realizzazione della viabilità moderna. La toponomastica riprende quella originale.

00d1/00d9 - La Mulattiera Ridràcoli-Bagno, ancora selciata, entra nella Valle dei Tagli tramite un piccolo canyon, superando I Tagli e raggiungendo il tratto di Sermolino poco prima delle Farniole (8/10/19).

 

00e1/00e5 – Vedute che evidenziano lo stretto rapporto, anche costruttivo, tra il fabbricato abitativo e la mulattiera, dove il muro di sostegno stradale costituisce parete dello scannafosso (23/09/16 - 8/10/19).

00e6/00e16 – Vedute del fabbricato in parte abitativo ai due livelli superiori, con particolari relativi all’utilizzo del cemento armato, ormai disgregato, mentre gli architravi in castagno sono pressoché inalterati (23/09/16 - 8/10/19).

00e17 – 00e18 – 00e19 – Vedute della porzione dell’interno dove si riconosce la posizione del locale cucina per la traccia del camino; si nota inoltre che erano presenti locali sottotetto (8/10/19).

00e20 – Veduta dell’area tra i due fabbricati (23/09/16).

00e21/00e26 – Vedute dell’annesso, che pare una, almeno parziale, ricostruzione (23/09/16 - 8/10/19).

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