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Cà dei Maestri

inserita da Appenninoromagnolo.it
Tipo : rudere
Altezza mt. : 601
Coordinate WGS84: 43 50' 48" N , 11 53' 43" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

In sponda sinistra del Bidente di Pietrapazza a circa 800 metri da Pietrapazza (verso valle).
Costruita da abili maestri scalpellini provenienti da Milano, dal 1816 è abitata dalla famiglia Milanesi, fino al definitivo abbandono avvenuto prima della seconda guerra mondiale. (da: I sentieri dei passi perduti - AA.VV., 1987, pag. 175)

Testo di Bruno Roba (24/06/2022) – Il complessivo bacino idrografico dei Fossi del Vallone e dei Poderini e del Fosso di Cà dei Maestri, avente origine dalla confluenza dei primi due, si attesta su un tratto di versante orientale del contrafforte secondario successivo al Crinale della Bertesca, laddove, superata la sella tra il Paretaio Siepe dell’Orso (che mette in comunicazione le valli di Ridràcoli e Pietrapazza), si genera una biforcazione. Mentre il contrafforte prosegue a Nord rialzandosi con il picco di Croce di Romiceto, dal modesto rilievo posto dietro Siepe dell’Orso, forse anticamente detto Monte Valprandola, si staccano due dorsali che prima divergono poi seguitano parallele sul Nord-Est racchiudendo detto bacino. La dorsale più meridionale, che si sviluppa fino al Bidente subito a monte di Pietrapazza (dove incontra l'opposto Crinale delle Graticce), già detta Raggio di Valprandola, la parte alta e Raggio da Rignuno o Rignuni, ovvero di Rignone, il tratto inferiore, divide a Sud dal sistema vallivo del Fosso Fondo Rignone. La dorsale più settentrionale, anticamente detta La Balza o Raggio della Balza, comprendente il Monte Roncacci, divide a Nord dalla valle del Fosso del Trogo, andando principalmente a terminare sul Bidente prima de La Cortina, laddove, all’altezza del Monte Casaccia, incontra l’opposta dorsale proveniente dal Monte Castelluccio. Una dorsale minore compresa tra esse, già detta Raggio del Valone, ovvero del Vallone, separa le valli dei Fossi del Vallone e dei Poderini. Dal Monte Roncacci, costituente nodo montano, si generano due opposte dorsali minori: quella volta Sud-Est chiude la confluenza di detti fossi definendo il punto di origine del Fosso di Cà dei Maestri (idronimo antico, oggi a volte detto di Cà di Giorgio, ma questo è un suo affluente), mentre da un picco di poco successivo, dove la dorsale principale si sfrangia verso il Bidente, si genera a 90° SE la cresta che (andando ad incontrare l’opposto Raggio di Rignone) chiude il bacino idrografico, laddove ospita l’insediamento di Cà dei Maestri. Se l’oronimo Roncacci è una probabile formazione del XIX secolo (compare nella Carta d’Italia I.G.M. del 1894), anticamente tale picco non pare avesse preminenza identificativa nel Raggio della Balza (coincide il significato toponomastico), mentre l’oronimo Monte Valprandola che, in base alle ricerche archivistiche di C. Bignami e A. Boattini (2018, cit.), corrisponderebbe al rilevo maggiore (posto dietro Siepe dell’Orso) da cui si staccano i “raggi” della Balza e di Valprandola, è oggi del tutto desueto, come l’altra toponomastica remota.

Nel XVI secolo, per quanto impervie, le valli di detti fossi erano già insediate, contando fino a 7 abitazioni distribuite tra La Balza, il Vallone, il Sommo Valprandole e l’Himo Valprandole, o Valprandola di Sotto, dove già dal 1532 è documentato un insediamento, che si moltiplicarono fino a 15 abitazioni nel corso dei secoli successivi. Molte scomparse entro il ‘700 e difficilmente collocabili, ne sono documentati i toponimi come La BalzaCase di Sopra in ValprandolaCasina di Sommo Valprandole, Casina di Imo Valprandole, Casone da ValprandolaCase di Sotto di ValprandolaCasa Capriolo e il Poderino.

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di PietrapazzaFiume Bidente di Pietrapazza e Fosso di Cà dei Maestri.

In base al Catasto Toscano (1826-34) nel sistema vallivo del Fosso di Cà dei Maestridei Poderini e del Vallone, come accennato sorgevano i seguenti fabbricati, tutti insediati nei versanti meglio esposti in sx idrografica: I Casoni (scarsi resti) nel Catasto Toscano, o Casone da Valprandola nel XVI secolo, o Casone tra fine XIX e inizio XX secolo; Cà di Giorgio (ruderi) nel Catasto Toscano, o Valprandola di Sotto nel XVII secolo, o Case di Sotto di Valprandola nel XVIII secolo, o Ca di Giorgio, nella Carta d'Italia I.G.M. di impianto (1937); Cà de’ Maestri (ruderi) nel Catasto Toscano, o Casa di Capriolo o Casa di Sopra Valprandola nel XVII secolo, o C. dei Maestri nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894), o Cà dei Maestri tra fine XIX e inizio XX secolo. De Il Poderino, pure appartenente all’area di Valprandola, rimangono vaghe tracce nell’alto versante del Fosso del Trogo.

Il podere di Cà dei Maestri, è documentato ed abitato fin dalla seconda metà del XVI secolo e, nel secolo seguente, vi si stabilirono i primi rappresentati dei maestri Milanesi - rinomati scalpellini di una stirpe familiare di origine comacina localmente nota, cui si dovranno, nei secoli successivi, numerose manifatture lignee o lapidee, tra cui (1895) il Ponte al cimitero di Pietrapazza, o al Mulino detto di Cà del Conte, in muratura di pietrame ad un’arcata circolare a tutto sesto pavimentato con pietra arenaria posta di taglio: «Vi lavorarono come muratori (lombardi, come si diceva in quel tempo) […]» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 132, cit.). Il toponimo odierno si consolida però solo nel corso del XVIII secolo, peraltro, una mappa dell’Archivio Comunale di Bagno di Romagna, datata 1888-1913 (cfr. AA.VV., 1989 e C. Bignami, A. Boattini, 2018, cit.), riguardante l’attribuzione delle numerazioni civiche, nell’assegnare i nn. 32 e 33, riporta un inedito Cà di Mulina (mentre erroneamente il suo toponimo viene attribuito a Cà di Micheloni), quando il fabbricato risulta dotato di tre abitazioni, una di 10 vani e le altre di soli 1 e 2. L’abitazione è stata abbandonata nella prima metà del XX secolo benché, forse a seguito del forte terremoto del 1918, a tale epoca dovrebbe risalire la ristrutturazione e/o completa ricostruzione dei fabbricati, che mostrano difformità planimetriche nel confronto tra catasti antico e moderno. La sola attività poderale, a cura dei coloni di Cà di Giorgio, è probabilmente proseguita fino agli anni ‘60, con il totale abbandono di attività nell’area e nell’imminenza della cessione all’A.R.F., che infatti non registra consistenze edilizie.

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: - Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Cà dei Maestri (non dimensionato) e Cà di Giorgi (dimensionato), divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

- Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca, deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;

C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Scheda n.670;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba -  Cà dei Maestri si trova a circa 400 m dalla S.F. Poggio alla Lastra-Pietrapazza, sterrata transitabile di circa 10 km, e si raggiunge tramite la ripida mulattiera che si distacca all’altezza di Cà di Pasquino (posto a 650 m da Pietrapazza) da un ponticello sul Bidente non transitabile. È pure raggiungibile da Siepe dell'Orso tramite le S.F. Ridràcoli-Passo del Vinco e S.F. Grigiole-Casanova dell'Alpe-Poggio alla Lastra, percorrendo prima circa 1,1 km di pista e sentiero di crinale fino al Monte Roncacci, poi scendendo sulla ripida mulattiera sopracitata per circa 1,1 km. Per esperti.

foto/descrizione :


foto inviata da http://tracceinappennino.blogspot.com e qui riprodotta su segnalazione dell'autore.

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Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1/00a8 – Dal Monte Piano, sul contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine, panoramica del pressoché intero contrafforte secondario, che, staccandosi dallo Spartiacque Appenninico a Poggio allo Spillo, si scorge fino a Monte Pezzoli, con vedute ravvicinate (ed indice fotografico) del complesso vallivo dei Fossi Vallone-Poderini-Cà dei Maestri; si nota Cà di Giorgio e sono segnalati i siti dei Casoni (in alto) e di Cà dei Maestri (dietro il crinale), oltre che un tratto della mulattiera (1/10/12).

00b1/00b4 – Dal Monte Castelluccio, risalendo il contrafforte principale, le vedute della valle sono più ravvicinate e più in profondità: sul limite della linea d’ombra si notano i resti di Cà dei Maestri (27/11/11 – 1/10/12 – 26/04/22).

00c1 - 00c2 - 00c3 - Dal Raggio di Valprandola, vedute del versante opposto dove si notano i poderi dei Casoni e di Cà di Giorgio, non coperti dagli impianti restaurativi di pinacee ed in corso di rinaturalizzazione spontanea, mentre rimane nascosto il sito di Cà dei Maestri  (8/09/20).

00d1/00d5 – Dal Crinale delle Graticce, a monte del Pianaccio, scorcio dello sbocco della valle di Cà dei Maestri, con i ruderi di Cà di Giorgio e, sul ciglio dello sprone sulla dx (è segnalata la traccia della mulattiera), poco distante dalla fitta pineta, gli scarsi resti di Cà dei Maestri (v. ingrandimento); su un crinaletto in p.p., si nota Petrella (23/03/22).

 

00e1 - Particolare pittorico di foto degli anni ’70, nell’immediatezza dell’abbandono di Cà dei Maestri, probabilmente ripresa dal primo tratto della mulattiera che da Pietrapazza risaliva al Pianaccio.

00f1 – Schema cartografico del bacino idrografico del sistema vallivo dei Fossi Vallone-Poderini-Cà dei Maestri.

00f2 – 00f3 - Schema da mappa catastale dei primi decenni del XIX secolo, con riporto della toponomastica originale, qualora mancante differenziata dal corsivo moderno e confronto schematico tra catasto antico e moderno, con sovrapposizione, da cui si rilevano le modifiche planimetriche intercorse nell’ultimo secolo di utilizzo del fabbricato fino al dopoguerra.

00f4 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, precedente alla realizzazione della viabilità moderna.

00f5 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in corsivo moderno a fini orientativi.

00f6 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, che, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna, venne integrato con il sistema delle mulattiere.  

00g1/00g11 – Vedute della mulattiera principale che collega il Monte Roncacci con il fondovalle, poi S. Vic.le Siepe dell’Orso-Cà di Giorgio-Cà di Maestri: tratto dal monte ai Casoni (5/10/16 - 8/09/20).

00h1/00h4 – Vedute della mulattiera dai Casoni a Cà di Giorgio (5/10/16).

00i1/00i6 – Vedute della mulattiera da Cà di Giorgio a Cà dei Maestri (5/10/16).

00l1/00l15 - Vedute dei ruderi delle stalle di Cà dei Maestri che, benché poste sulla cresta montana, con una parete a strapiombo sul dirupo, rappresentano il fabbricato più consistente dell’insediamento, forse per un utilizzo prolungato del podere rispetto all’abbandono dell’abitazione (5/10/16).

00l16/00l26 – Vedute degli “interni” delle stalle (5/10/16).

00l27/00l30 – Vedute del tratto di mulattiera che transitava tra i due fabbricati dell’insediamento (5/10/16).

00l31/00l40 – Vedute dei resti del fabbricato abitativo che, benché posto su un pendio terrazzato, forse per un prematuro abbandono rispetto all’uso poderale, ha subito i maggiori dissesti (5/10/16).

00m1/00m10 – Vedute della mulattiera da Cà dei Maestri al guado obbligato del Fosso di Cà dei Maestri, causa impraticabilità del ponticello pedonale o pedanca, secondo la definizione I.G.M. (5/10/16 – 4/11/16).

00n1 - 00n2 - 00n3 – Vedute della mulattiera tra il Fosso di Cà dei Maestri e il ponte sul Bidente: si nota il bivio per Petrella e Cà dei Conti (12/08/16 - 5/10/16).

00o1/00o4 – Vedute del Ponte al Mulino delle Graticce che consente di attraversare il Bidente collegando la mulattiera di Cà dei Maestri alla Mulattiera del Bidente e a Pietrapazza (12/08/16 - 5/10/16).

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