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Le Celluzze

inserita da Bruno Roba
Comune : Santa Sofia
Tipo : rudere
Altezza mt. : 557
Coordinate WGS84: 43 52' 15" N , 11 49' 41" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

casa in sponda sinistra del lago di Ridracoli, parzialmente sommersa nei periodi di maggior portata dell'invaso

Testo di Bruno Roba (28/08/2019 - Agg. 10/10/2023) - La Valle del Fosso del Ciriegiolone costituisce la ramificazione più elevata di un bacino idrografico omogeneo convergente nel Fosso del Molinuzzo, importante sistema torrentizio che diviene braccio lacustre mentre storicamente si univa con il Fiume Bidente di Ridràcoli proprio sul sito della diga. Sull’asse torrentizio di fondovalle, costituito dalla sequenza dei fossi Ciriegiolone-Aiaccia-Molinuzzo, convergono le valli del Fosso delle Pozzacchere e del Fosso del Ciriegiolone sviluppate e aperte a ventaglio nel versante che si attesta sul contrafforte tra il Monte GrossoPoggio CapanninaPoggio della Serra e la dorsale che da esso si distacca, e l’adiacente valle del Fosso del Raggio, o Rio Fossati, che mantiene una maggiore autonomia morfologica nel suo attestarsi sul contrafforte tra il Monte Grosso e l’Altopiano di S. Paolo in Alpe. L’ampiezza costante caratterizza l’opposto versante, delimitato da quella lunga ed arcuata dorsale che si stacca da Poggio della Serra per concludersi con Poggio della Gallona, quando precipita oggi verso la diga con un appuntito sprone. L’asimmetria è confermata anche dall’aspetto geomorfologico e vegetazionale, con vasti prati-pascoli e sparse aree denudate ed in erosione di là, pendii più ripidi e boscosi di qua. L’area dei prati-pascoli è quella che ospitava gli insediamenti maggiormente collegati al pascolo brado, ancora oggi praticato stagionalmente nei suoi vasti e dolci pendii, ma anche nel fondovalle e nel versante opposto, benché più impervio, si trovavano insediamenti che si spingevano fino al crinale.

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di RidràcoliFossi del Ciriegiolone, delle Pozzacchere dell’Aiaccia, del Molinuzzo, del Raggio o Rio Fossati.

La prima cartografia storica, ovvero il dettagliato Catasto Toscano (1826-34 – scala 1:5000), la schematica Carta della Romagna Toscana Pontificia (1830-40 – scala 1:40.000), le prime edizioni della Carta d’Italia dell’I.G.M. (1893-94 – scala 1:50.000; 1937 – scala 1:25.000), consente di conoscere il tracciato della viabilità antica che raggiungeva Ridràcoli. Attraversato il Bidente di Corniolo presso Isola, con il Ponte dell'Isola, sul luogo del ponte odierno, essa si manteneva in sx idrografica risalendo subito a mezzacosta fino a raggiungere Biserno, per quindi ridiscendere nel fondovalle del borgo, dove si concludeva con un lungo rettilineo al cui termine si trovava Il Ponte di Ridràcoli. Tale viabilità, anonima nelle mappe citate, verrà poi denominata Strada Comunale Ridràcoli-Biserno e Strada Comunale Isola-Biserno; solo in occasione dei lavori di costruzione dell’invaso quest’ultima verrà ristrutturata e ampliata diventando parte della S.P. n.112.

Vari itinerari trasversali collegavano le vallate adiacenti, principalmente dipartendosi dal baricentro militare-residenziale del Castello di Ridràcoli (nel 1216 è documentato come Castrum Ridiracoli un villaggio fortificato che, secondo la Descriptio Romandiole del 1371, raggiungeva appena 6 focularia) e dai nuclei economico e religioso del ponte e della chiesa (una villam Ridraculi cum omnibus ecclesiis è documentata già dal 1213), dialetticamente separati in base alla morfologia del luogo, determinata dalla fitta sequenza delle anse fluviali. Dal Castello partiva la Strada che dal Castello di Ridracoli conduce alla Chiesa della Casanova, risalente la Valle dei Tagli ed imperniata su Casanova dell’Alpe (su una pietra cantonale della chiesa sono ancora leggibili le distanze chilometriche – evidentemente non più valide - km 12,358 per Bagno e km 5,933 per Ridràcoli); costituiva parte della successiva Mulattiera Ridràcoli-Bagno. Dal Ponte di Ridràcoli partiva la Strada che da Ridracoli va al Poggio alla Lastra, che, superata la chiesa, risaliva la Valle del Corneta, parte della successiva e rinomata Mulattiera di Ridràcoli diretta a Santa Sofia tramite Strabatenza. Entrambe le mulattiere incrociavano sul crinale la Strada Maestra di S. Sofia o Strada che dalla Casanova va a Santa Sofia, la prima presso il Monte Moricciona, la seconda sul Passo della Colla, posto sulla Colla del Monte interposta tra i Monti Marino e La Rocca. Molto note e ancora riportate come tali nella cartografia moderna, negli anni ’50 alle estremità delle mulattiere vennero installati dei cippi stradali riportanti la rispettiva denominazione, così classificandole e specificandone l’uso escluso ai veicoli; rimasero localmente in uso fin’oltre metà del XX secolo, infatti le odierne strade forestali verranno realizzate solo un ventennio dopo.

In questo contesto storico-geografico, tra le alte valli bidentine quella di Ridràcoli è quella che meno ha subito il fenomeno dell’abbandono grazie alle caratteristiche ambientali e climatiche più favorevoli della sua parte meno elevata. Il borgo principale, posto nel baricentro sia geografico sia del sistema insediativo, è quello più noto e frequentato e la frazione di Biserno è quella più abitata, ma le parti delle vallecole laterali più profonde e difficilmente raggiungibili sono trascurate e molti fabbricati oggi sono in stato di abbandono o ridotti a rudere o scomparsi, con vari casi di ristrutturazione interrotta, ma non fanno eccezione neanche le valli meglio infrastrutturate che, se hanno evitato il completo abbandono dei poderi, hanno scarsamente contribuito al riutilizzo dei rispettivi insediamenti, in prevalenza abbandonati o, al più, riutilizzati a fini turistici.

La Valle del Ciriegiolone e sue diramazioni erano raggiunte dalla mulattiera che collegava con Ridràcoli tramite il Ponte a Ripicchione, documentato da una mappa del 1637 allegata ad una relazione del 1710 del provveditore dell’Opera del Duomo di Firenze (riproduzioni della mappa si trovano in A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, p. 20, cit. e, l’originale a colori, in A. Bottacci, 2009, p. 31, cit.). Erano abitate fin dal XVII secolo nelle parti più remote, anch’esse documentate dalla mappa del 1637, dove sono rappresentati alcuni insediamenti. La viabilità principale di fondovalle, nel suo sviluppo storico, tuttavia non raggiungeva gli insediamenti più distanti, invece collegati alla viabilità di crinale da itinerari trasversali. Le Pozzacchere , il FossoCiriegiolinoCiriegioloneC. Nuova e Ridondone, si trovavano nel versante più esposto a solatìo, le Celluzzeil Molinuzzo e la Casetta si trovavano nel fondovalle, Pachinola Poderina e Val di Rubbiana si trovavano nel versante più esposto a bacìo, Pratovecchio e Poggio a Pratovecchio erano insediamenti di crinale, con aree poderali su entrambe le esposizioni.

Le identificazioni toponomastiche e grafiche della cartografia antica e moderna (Catasto toscanoCarta d’Italia I.G.M., N.C.T. Nuovo Catasto Terreni, C.T.R. Carta Tecnica Regionale) riguardanti i fabbricati delle valli del Ciriegiolonedelle Pozzaccheredell'Aiacciadel Raggio e del Molinuzzo si possono schematizzare come di seguito elencato:

Pozzacchere nel Catasto toscano, o le Pozzacchere nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937), o le Pozzàcchere in quella moderna, o Le Pozzacchere nel N.C.T. e nella C.T.R.;

il Fosso nel Catasto toscano, assente in tutta la restante cartografia antica e moderna;

Ciriegiolino nel Catasto toscano, o Ciriegiolino nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) e in quella moderna con rappresentazione del simbolo dei ruderi, o Ciriegiolino nel N.C.T. e nella C.T.R.;

Ciriegiolone nel Catasto toscano, o Ciriegiolone nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) e in quella moderna con rappresentazione del simbolo dei ruderi, o Ciriegiolone nel N.C.T. e nella C.T.R.;

Casa Nuova: assente nel Catasto toscano, o C.Nuova nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894), o assente nella Carta d’Italia I.G.M. (1937) e in tutta la cartografia moderna;

Le Colluzze nel Catasto toscano, o le Celluzze nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) e in quella moderna, o Le Celluzze nel N.C.T. e nella C.T.R.;

Mulinuzzo nel Catasto toscano, o il Molinuzzo nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894), o Molinuzzo nella Carta d’Italia I.G.M. (1937) e in quella moderna con rappresentazione del simbolo dei ruderi, o Molinuzzo nel N.C.T. e nella C.T.R.;

le Casette nel Catasto toscano, o le Casette nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) e in quella moderna con rappresentazione del simbolo dei ruderi, o La Casetta nel N.C.T. e nella C.T.R.;

Poderina nel Catasto toscano, o presente ma anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937), o Poderina in quella moderna con rappresentazione del simbolo dei ruderi accanto a un fabbricato, o La Poderina nel N.C.T. e nella C.T.R.;

Val di Rubbiana nel Catasto toscano, o Val di Rubbiana nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) e in quella moderna con rappresentazione del simbolo dei ruderi, o Val di Rubbiana nel N.C.T. e nella C.T.R.;

Pachino: assente nel Catasto toscano, o presente ma anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937), o assente in quella moderna, nel N.C.T. e nella C.T.R.;

Ridondone nel Catasto toscano, o Ridondone nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) e in quella moderna con rappresentazione del simbolo dei ruderi, o Rindondone nel N.C.T. e nella C.T.R.;

Pratovecchio nel Catasto toscano, o Pratovecchio nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894), o assente nella Carta d’Italia I.G.M. (1937) e in quella moderna, nel N.C.T. e nella C.T.R.;

Poggio a Pratovecchio nel Catasto toscano, o Pratovecchio nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) e in quella moderna con rappresentazione del simbolo dei ruderi, o Pratovecchio nel N.C.T. e nella C.T.R.

Come accennato, nella valle si entrava da Ridràcoli tramite la mulattiera che, superato il Mulino di Sopra, attraversava il Fiume della Lama o Obbediente (come era anticamente classificato) con il Ponte a Ripicchione. Il ponte, nella citata mappa del 1637 è rappresentato con profilo ad arco con spallette (tipologia possibile solo con struttura in pietra), era posto subito a valle della confluenza del Fossato del Ciregiolo (oggi Fosso del Molinuzzo) nel fiume, proprio nel luogo dove oggi sorge la diga, consentendo di risalire la riva sx del fosso verso La Poderina e Val di Rubbiana (Le Celluzze e il Molinuzzo non sono rappresentati in tale mappa mentre compare Poggio Pratovecchio). Nella Carta d’Italia I.G.M. (1894) compare il simbolo detto pedanca, corrispondente ad un ponte ligneo pedonale, non più presente nella successiva e particolareggiata mappa del 1937. Noto per la sua precarietà e pericolosità, prima di metà del secolo scorso non fu più ripristinato venendo sostituito da una teleferica rudimentale che consentiva di recarsi ai fabbricati posti oltre il fiume … «In quel punto il fiume era particolarmente ricco d’acque e per raggiungere la riva opposta i ridracolini avevano studiato un particolare marchingegno che chiamavano “la teleferica”. Salivano infatti su di un carrello portante, una specie di rudimentale funicolare composta da due fili d’acciaio […]. Situata qualche metro sopra il livello dell’acqua non era poi troppo scomoda e neanche troppo pericolosa. Vi si saliva in tre o quattro persone per volta ed era necessaria per recarsi alle Celluzze ed alle altre case poste oltre il fiume […]» (C. Bignami, 1995, pp. 91-94, cit.).

Le Celluzze, posto sulla via principale di fondovalle, è un insediamento documentato fin dai primissimi anni del XVII secolo composto di tre nuclei posti in sx idrografica del Fosso del Molinuzzo, tra cui il fabbricato che ha mantenuto il toponimo, mentre gli altri due vennero poi detti Ridondone e Molinuzzo. Questo stesso nucleo nel secolo successivo risulta composto da un altro distinto fabbricato, poi del tutto scomparso. Il fabbricato oggi noto risulta abitato fino ai primi anni ’70, quando interviene l’acquisizione da parte dell’A.R.F., nei cui elenchi compare senza specifiche evidentemente per l’abbandono, peraltro all’epoca era ormai imminente la realizzazione dell’invaso che l’avrebbe sommerso. Da notare che poiché il livello idrico varia tra un minimo di 502,0 m e un livello di sfioro di 557,3 m, il sito del fabbricato, che in base alla cartografia moderna è posto a 554,5 m, solo periodicamente è sommerso e i ruderi sono spesso visibili.

Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: - Negli scorsi anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui CasettaCiriegioloneLe CelluzzePoderinaPozzacchereRidondone Val di Rubbiana, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

- In base alle note tecniche dell’I.G.M. se in luogo dell’anteposta l’abbreviazione “C.”, che presumibilmente compare quando si è manifestata l’esigenza di precisare la funzione abitativa, viene preferito il troncamento “Ca” deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

C. Bignami, A. Boattini, La gente di Ridràcoli, Monti editore, Cesena 2022;

C. Bignami (a cura di), Il popolo di Ridracoli, NUOVA GRAFICA snc, Santa Sofia 1995;

A. Bottacci, La Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, 1959-2009, 50 anni di conservazione della biodiversità, Corpo Forestale dello Stato, Ufficio territoriale per la Biodiversità di Pratovecchio, Pratovecchio, 2009;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

G.L. Corradi e N. Graziani (a cura di), Il bosco e lo schioppo. Vicende di una terra di confine tra Romagna e Toscana, Le Lettere, Firenze 1997;

M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Parco nazionale delle foreste casentinesi. Carta dei sentieri 1:25.000, N.20, Monti editore, 2019;

Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

in sponda sinistra del lago di Ridracoli raggiungibile con battello

Testo di Bruno Roba - La Valli del Fosso del Ciriegiolone, delle Pozzacchere e in lontananza quella del Molinuzzo sono facilmente osservabili panoramicamente dalla viabilità di crinale del contrafforte presso Poggio Capannina e dalla S. Vic.le San Paolo in Alpe-La Lama. Le Celluzze sono visibili a distanza ravvicinata dai versanti del braccio del Molinuzzo del Lago di Ridràcoli ove percorribili.

foto/descrizione :


foto del 2011 inviata da http://tracceinappennino.blogspot.com e qui riprodotta su segnalazione dell'autore

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Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

001a/001d - Dal Monte Penna, veduta panoramica sulla Valle di Ridràcoli, dove il contrafforte costituisce testata da cui si staccano le dorsali che delimitano il sistema vallivo afferente all’invaso; nei particolari, oltre le differenti fasi di riempimento dell’invaso, presso la diga si può notare la diramazione del braccio del Molinuzzo, mentre l’antica immissione del fosso nel fiume avveniva su luogo della diga medesima (7/02/11 – 13/01/16).

001e/001o - Dal varco del Canale del Pentolino, sulla Giogana presso Poggio Scali, vedute del contrafforte e del sistema vallivo Ciriegiolone/Pozzacchere/Aiaccia/Molinuzzo in varie stagioni; nella penultima si può scorgere Celluzze (15/06/11 - 11/12/14 - 30/09/18 – 31/07/19).

001p/001z -  Dalla S.Vic.le S. Paolo in Alpe-La Lama, vedute del sistema vallivo dal Ciriegiolone al Molinuzzo in varie stagioni (31/03/12 - 15/06/12).

002a/002d – Dalla Mulattiera di Ridràcoli, vedute della Valle del Molinuzzo nel divenire braccio del Lago, stretta tra la dorsale di Poggio della Gallona e quella del Crinale della Vacca (23/09/16).

002e/002m - Il braccio lacustre del Fosso del Molinuzzo visto dal bordo dell’invaso e dalla diga; si notano la ristrettezza e la ripidezza dei versanti vallivi su cui si abbarbica Celluzze (8/09/11 – 7/10/17).

002n/002r - Il braccio lacustre del Fosso del Molinuzzo visto dai pressi di Ridondone con particolari su Celluzze (22/12/16).

002s - Schema cartografico del bacino idrografico dell’asse torrentizio dei Fossi del Ciriegiolone-Aiaccia-Molinuzzo e loro affluenti delle Pozzacchere e del Raggio.

002t – 002u - Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenziante il sistema insediativo, con utilizzo della toponomastica originale, integrata a fini orientativi con utilizzo di grassetto nero, e confronto schematico tra cartografia antica e moderna da cui si rilevano le modifiche planimetriche e alla viabilità intercorse nel secolo frapposto.

002z - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, prima della realizzazione della viabilità moderna.

003a/003e – Le Celluzze visto dal battello elettrico (21/05/11 –21/04/18).

003f/003m  - Il braccio del Molinuzzo visto dal versante sopra Celluzze (19/07/18).

003n/003q – Il braccio del Molinuzzo visto dai pressi di Celluzze (19/07/18).

004a/004g – Le Celluzze (19/07/18).

004i – Collage di elaborazioni pittoriche ad olio da foto risalenti agli ultimi decenni del secolo scorso, quando ancora si potevano rilevare alcune caratteristiche tipologiche.

005b - Vasco Rossi ha recentemente “postato” nella sua pagina Facebook la seguente foto (che ricorda la teleferica citata da C. Bignami che attraversava il Bidente per recarsi alle Celluzze) con la seguente didascalia: «Saluto l'inizio delle scuole con questo scatto del 1959 che ritrae i bambini di Guiglia, piccolo comune ai primi rilievi dell'Appennino modenese, che per recarsi a scuola a valle dovevano attraversare il fiume Panaro con una carrucola. Ogni giorno. Perché́ la scuola era l'unico ponte per aggrapparsi al futuro.» (Vasco Rossi, Facebook, 4/09/20).

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