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Cà Moscoso

inserita da Bruno Roba
Comune : Santa Sofia
Tipo : casa isolata
Altezza mt. : 635
Coordinate WGS84: 43 53' 21" N , 11 46' 46" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (14/05/2018)

Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km. In quest’ambito, la Valle del Bidente di Campigna riguarda un ramo fluviale occidentale ed intermedio delimitato ad Ovest, dalla dorsale che, staccatasi dal gruppo del Monte Falco, da Poggio Palaio digrada con la Costa Poggio dei Ronchi verso Tre Faggi per risalire subito evidenziando il Crinale del Corniolino ed il Monte della Maestà, termina  a Lago; ad Est, dal contrafforte secondario che si distacca da Poggio Scali e che, disegnata la sella di Pian del Pero ed evidenziata una sequenza di rilievi ( tra cui i Poggi della Serra e Capannina, l’Altopiano di S. Paolo in Alpe, Poggio Squilla), termina digradando al ponte sul Fiume Bidente di Corniolo presso Isola, costretto dalla confluenza del Fiume Bidente di Ridràcoli. Da Poggio Squilla si distacca un’altra dorsale che, declinando a Nord, precipita verso Corniolo mentre un costone delimitato dall’incisione del Fosso delle Cerrete dopo Poggio Aguzzo punta anch’essa verso Lago.

Gli alti bacini idrografici bidentini mostrano in genere una morfologia nettamente differenziata dovuta alla diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo; per il versante a ridosso delle maggiori quote dello spartiacque appenninico conseguono fortissime pendenze modellate dall’erosione con formazione di canaloni fortemente accidentati, i versanti orientali appaiono solitamente frastagliati mentre i versanti prevalentemente esposti a meridione mostrano pendii più dolci a prato-pascolo, spesso su terrazzi orografici, che si alternano a tratti intensamente deformati e brecciati. Il bacino del Bidente di Campigna ha una conformazione vagamente deltoide e profondamente incisa da un reticolo idrografico maggiormente sviluppato in dx idrografica dell’asta fluviale principale, sulla quale esaurisce le principali convergenze verso il termine del suo sviluppo con la confluenza del Fosso Fiumicino di S. Paolo, il cui corso per un buon tratto corre parallelo al Bidente ma separato dalla cresta finale di un’imponente dorsale che, distaccatasi da Poggio Capannina ed evidenziato Poggio Ricopri, caratterizza la morfologia della valle interponendosi tra i rispettivi alvei sempre più affilata verso il suo termine, ramificandosi e puntando verso il fiume, così costretto a tortuose circonvoluzioni.  

Se l’intero sistema dei crinali, nelle varie epoche, ha avuto un ruolo cardine nella frequentazione del territorio, in epoca romana i principali assi di penetrazione si spostano sui tracciati di fondovalle, che tuttavia tendono ad impaludarsi e comunque necessitano di opere artificiali, mentre i percorsi di crinale perdono la loro funzione portante, comunque mantenendo l’utilizzo da parte delle vie militari romane, attestato da reperti. Tra il VI ed il XV secolo, a seguito della perdita dell’equilibrio territoriale romano ed al conseguente abbandono delle terre, inizialmente si assiste ad un riutilizzo delle aree più elevate e della viabilità di crinale con declassamento di quella di fondovalle. Lo stato di guerra permanente porta, per le Alpes Appenninae l’inizio di quella lunghissima epoca in cui diventeranno anche spartiacque geo-politico e, per tutta la zona appenninica, il diffondersi di una serie di strutture difensive, anche di tipo militare/religioso o militare/civile, oltre che dei primi nuclei urbani o poderali, dei mulini, degli eremi e degli hospitales. Percorrendo oggi gli antichi itinerari, gli insediamenti di interesse storico-architettonico o di pregio storico-culturale e testimoniale, esistenti, abbandonati o scomparsi (quindi i loro siti) che si trovano collocati lungo i crinali insediativi sono prevalentemente di carattere religioso o difensivo o sono piccoli centri posti all’incrocio di percorsi di collegamento trasversale; gli insediamenti di derivazione poderale sono invece ancora raggiunti da una fitta e mai modificata ramificazione di percorsi, mulattiere, semplici sentieri (anche rimasti localmente in uso fin’oltre metà del XX secolo, come p.es. testimoniano i cippi stradali installati negli anni ’50 all’inizio di molte mulattiere, così classificandole e specificandone l’uso escluso ai veicoli; alcune strade forestali verranno realizzate solo un ventennio dopo). Diversamente dalle aree collaterali, non si riscontrano nelle valli bidentine fabbricati anteriori al Quattrocento che non fossero in origine rocche, castelli o chiese, riutilizzati a scopo abitativo o rustico, o reimpieganti i materiali derivanti da quelli ed evidenzianti i superstiti conci decorati. Nell’architettura rurale persistono inoltre caratteri di derivazione toscana derivanti da abili artigiani. L’integrità tipologica dei fabbricati è stata peraltro compromessa dai frequenti terremoti che hanno sconvolto l’area fino al primo ventennio del XX secolo, ma anche dalle demolizioni volontarie o dal dissesto del territorio, così che se è più facile trovare fronti di camini decorati col giglio fiorentino o stemmi nobiliari e stipiti o architravi reimpiegati e riferibili al Cinque-Seicento, difficilmente sussistono edifici rurali anteriori al Seicento, mentre sono relativamente conservati i robusti ruderi delle principali rocche riferibili al Due-Trecento, con murature a sacco saldamente cementate. Gli edifici religiosi, infine, se assoggettati a restauri o totale ricostruzione eseguiti anche fino alla metà e oltre del XX secolo, hanno subito discutibili trasformazioni principalmente riferibili alla tradizione romanica o ad improbabili richiami neogotici.

La viabilità più antica interessante anche la valle di Campigna, di origine preromana, percorreva il crinale insediativo di Corniolino: ben infrastrutturata e conservante ancora notevoli tratti selciati, a Tre Faggi incrociava il controcrinale per Celle-S. Paolo in Alpe (che scende da un lato verso Casina/Case S.Francesco e Castagnoli e dall’altro verso il Poderone-Mandriacce): si tratta dell’antica Stratam magistram, la strada maestra romagnola o Via Romagnola che iniziava a Galeata, l’antica Mevaniola. L’inizio del tratto alto-bidentino di questo antico tracciato è facilmente individuabile presso Lago (almeno nello sviluppo posteriore alla fine del XVII sec., infatti la morfologia del luogo non è antichissima ma è dovuta ad una frana che nel 1681 creò un’ostruzione che effettivamente generò un lago -che sommerse il Mulino Vecchio risalente al XV secolo- poi colmato da sedimentazioni modellate dallo scorrimento delle acque), grazie ai resti del Ponte di Fiordilino struttura dalla poetica denominazione sul Bidente delle Celle adiacente al ponte moderno, dopo il quale si inerpicava subito sull’erta rocciosa senza deviazioni in allineamento al ponte stesso, come documentato dal Catasto Toscano del 1826-34, quindi deviava fino a rasentare il Bidente di Campigna per poi risalire verso l’abitato di Corniolino, raggiungendolo presso la Chiesa/Hospitale di S. Maria delle Farnie. Modificato dalla viabilità moderna, il tracciato antico si ritrova sulla S.P. a circa 2 km da Lago, in un tratto caratterizzato da un esteso affioramento roccioso dove sono evidenti le tipiche alternanze di arenarie e marne formanti cornicioni sporgenti fratturati a “denti di sega”, quando guadagna deciso il crinale presso il Castellaccio. Il percorso antico di fondovalle da Corniolo a Campigna superava il Bidente con il Ponte dei ladroni o del ladrone o della Madonna, in muratura di pietrame ad arco a sesto ribassato, risalente al 1906 e sostituente quello precedente in legno (documentato fino dal ‘600 e cosiddetto a causa di un bandito noto come il ladrone che imperversava nella zona); dopo un breve tratto ancora integro e percorribile fino al Ponte Ilario (1969), come oggi procedeva su un tracciato prossimo al fiume fino ai pressi della confluenza del Fosso Fiumicino di S. Paolo, che veniva attraversato da ponte ligneo probabilmente in corrispondenza del moderno Ponte Cesare, oltre il quale veniva rasentata Casa Moscoso, ma dal lato Est (praticamente dietro l’annesso posto accanto al suo attuale accesso stradale) e poco dopo, diversamente dall’odierna strada forestale (risalente agli anni 1966-67), calava di livello dirigendosi verso Case Fiumari e l’omonimo mulino. Se poi il tracciato viario in gran parte corrisponde all’odierna rotabile, dopo il moderno Ponte Giovannone, presso il mulino e la Chiesa di S. Agostino, superato un breve tratto ricoperto da soletta in calcestruzzo, cessa ogni infrastruttura “moderna” e si può ritrovare l’antica mulattiera mentre prosegue verso Campigna. Presso l’edificio di valle di Case Fiumari si innestava la via che, attraversato il Fosso Fiumicino di S. Paolo, si inerpicava fino all’Eremo di S. Paolo in Alpe, toccando Campodonatino e Campodonato, mentre un tratto viario vicino al fosso si trovava solo tra Casa Perinaia e Pian del Coltellino, isolati rispetto al fondovalle e raggiunti essenzialmente tramite crinale, così come Ristèfani, appartenenti al Popolo di S. Paolo e collegati principalmente al centro di riferimento. I ponti in legno che ancora esistevano nell’area nei primi decenni del XX secolo sono documentati dalla cartografia storica I.G.M., dove viene utilizzato il simbolo grafico detto “pedanca”; essi spesso erano costituiti da tre tronchi poggianti su pile laterali in pietrame a secco, tavolato protetto da un manto di pietrisco e parapetto in legno, secondo una tecnica costruttiva molto comune e codificata dalla normativa comunale, quando non limitati anche ad uno o due tronchi senza protezioni.

I radi spianamenti e le creste del versante orientale del Crinale di Corniolino sono stati occupati, i primi, dai siti insediativi di Corniolino e C. Martinaccio, le seconde da quello di Balzette mentre, nel versante opposto, forse per la prevalente non favorevole esposizione a Nord-Ovest, gli insediamenti si sono limitati al fondovalle consistendo in Campaccio e nel sottostante Mulino, oltre ad alcuni capanni distanziati verso Nord (di cui pare persa ogni traccia). Così il “controllo” dell’irruente confluenza fluviale dall’alto della sottile cresta rimaneva a Muscoso (dal latino muscus, -i, muschio, in romagnolo mosč), come ricorda il Catasto Toscano 1826-34, poi C.Moscoso, in base alla cartografia I.G.M. di primo impianto in scala 1:25.000 (1937), ed oggi Moscoso quando, ancora utilizzata, pare mantenere le principali caratteristiche originarie (così come l’edificio superiore di Case Fiumari, posto poco più a monte sulla stessa cresta), mentre il suo poderino roncato, in parte reimpiantato da una ridotta abetina restaurativa, oggi è attraversato dall'invadente rotabile, la cui modernità ha tuttavia scongiurato l’abbandono di molti fabbricati della valle.

N.B.: in base alle note tecniche dell’Istituto Geografico Militare (I.G.M.) le abbreviazioni per troncamento possono prevedere la sostituzione con un punto di tutte le lettere dopo la prima o l’eliminazione solo di alcune lettere finali, tra cui troncamenti (C.) relativi a Ca (casa), abbreviazione evidentemente comparente quando si è manifestata l’esigenza di precisare la funzione abitativa; inoltre deve essere scritta senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che esso è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo. Le abbreviazioni devono essere scritte senza frapporre spazi tra il punto e le lettere.

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche Valle del Bidente delle Celle e/o relative a monti e insediamenti citati.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Comune di Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp;

Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf.

Percorso/distanze :

ai margini della sterrata che dalla ex SS310 del Bidente, poco dopo Lago di Corniolo , sale a San Paolo in Alpe (CAI 249), circa 1,1 km dalla statale

Testo di Bruno Roba

Moscoso è raggiungibile dalla S.P. 4 del Bidente seguendo il tratto del sentiero 249 che corrisponde alla rotabile S.Vic.le Corniolino-S. Paolo in Alpe, bivio per S.Agostino al km 35+100. A 1,3 km dal bivio si supera il Ponte Cesare e dopo ulteriori 400 m di ripida salita con due stretti tornanti si giunge sul luogo.

 

foto/descrizione :

Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

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001a – 001b - 001c – Dal Sentiero degli Alpini (SA 301 CAI), sul contrafforte principale dai pressi del M. dell’Avòrgnolo, anche le giornate più nuvolose consentono di avere una vista dall’alto dei rilievi che delimitano l’ultimo tratto del Bidente di Campigna; oltre il Crinale del Corniolino si nota bene anche la parte del fondovalle dove l’arcuata dorsale distaccatasi da Poggio Capannina separa il Fosso Fiumicino di S. Paolo mentre converge sul Bidente, segnata dalla rotabile che risale verso S. Paolo in Alpe, particolarmente evidente in assenza di interventi di mitigazione paesaggistica nel tratto tra Case Fiumari e Moscoso, quest’ultimo nascosto appena dietro il crinale (23/11/16).

 

001d/001i – Risalendo sul Crinale del Corniolino e percorrendo il sentiero 259 (il Castellaccio conferma ancora la strategicità della sua collocazione) si può notare la penetrazione nella valle della dorsale Poggio Capannina-Poggio Ricopri-Fiumari e il condizionamento morfologico alla confluenza del Fosso Fiumicino di S. Paolo nel Bidente; Moscoso, anche qui non visibile, si trova alla sua estremità (30/11/16 - 13/12/16).

 

001l – 001m – Prima da una cresta lungo la S.P. 4 del Bidente poi da Tre Faggi, all’inizio del Crinale del Corniolino, viste panoramiche sullo sviluppo dell’intera dorsale tra Poggio Capannina e Fiumari; in entrambe si scorge appena sulla sx il fabbricato superiore di Fiumari (11/02/16 - 30/11/16).

 

001n/001u – Spostandosi sulla S.P. 4 si hanno viste ottimali dell’ultimo tratto della dorsale che proviene da Poggio Capannina che consentono di coglierne vari aspetti morfologici; oltre all’assenza di interventi di mitigazione determinanti il forte impatto paesaggistico della rotabile, che ha separato il sito del fabbricato di Moscoso dal suo poderino in gran parte ricoperto da un’abetina, sulla sx si nota l’incisione del Fosso del Fiumicino di S. Paolo all’altezza del Ponte Cesare e, nell’ultimo ingrandimento, il tratto dell’antica mulattiera che raggiungeva il fabbricato sul bordo sx della cresta, interrotto dalla nuova scarpata stradale, di cui si può comprendere la difficoltà del tracciato che si accompagnava ad un insignificante impatto paesaggistico (12/03/12 - 30/11/16 – 24/01/18).

 

002a – 002b - 002c - Di seguito: mappa schematica dedotta da cartografia storica di inizio XX secolo evidenziante infrastrutture e insediamenti; schema da mappa catastale antica con toponomastica originale, dove è evidente il diverso tracciato della via che risaliva la cresta sul lato opposto rispetto alla rotabile; schema da cartografia moderna.

 

002d/002i – Altre viste ravvicinate dalla S.P. 4 (30/11/16).

 

002l/002o – Dalla rotabile S.Vic.le Corniolino-S. Paolo in Alpe, viste della zona del Ponte Cesare, dove il Fiumicino di S. Paolo si appresta a confluire nel Bidente, e viste di Moscoso (12/03/12 - 11/02/16).

 

002p - 002q – Moscoso visto dal sentiero 256 che da Fiumari si inerpica verso Campodonato e S. Paolo in Alpe (18/11/15).

003a/003f – Moscoso visto dal tratto di crinale Poggio Squilla-Poggio Aguzzo che sovrasta e delimita la valle del Fosso di Ristèfani (25/04/18).

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