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Il Poggione

inserita da Bruno Roba
Comune : Santa Sofia
Tipo : monte
Altezza mt. : 1424
Coordinate WGS84: 43 51' 16" N , 11 45' 33" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (1/09/2018)

Cima maggiore: Coordinate WGS84 43° 51’ 24” N / 11° 45’ 27” E - Quota 1432

Cima intermedia: Coordinate WGS84 43° 51’ 17” N / 11° 45’ 33” E – Quota 1424

Cima minore: Coordinate WGS84 43° 51’ 27” N / 11° 45’ 16” E - Quota 1407

Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine. In quest’ambito, la Valle del Bidente di Campigna riguarda un ramo fluviale occidentale ed intermedio delimitato ad Ovest, dal contrafforte secondario che si stacca dal gruppo del Monte Falco, inizialmente poco riconoscibile, transita dalla conca dei Fangacci e si dirige verso Poggio Palaio, digrada con la Costa Poggio dei Ronchi verso Tre Faggi, come crinale di Corniolino risale verso il Monte della Maestà, quindi termina a Lago; ad Est, dal contrafforte secondario che si distacca da Poggio Scali e che, disegnata la sella di Pian del Pero ed evidenziata una sequenza di rilievi (tra cui i Poggi della Serra e Capannina, l’Altopiano di S. Paolo in Alpe, Poggio Squilla), termina digradando al ponte sul Fiume Bidente di Corniolo presso Isola, costretto dalla confluenza del Fiume Bidente di Ridràcoli. Da Poggio Squilla si distacca un’altra dorsale che, declinando a Nord, precipita verso Corniolo mentre un costone delimitato dall’incisione del Fosso delle Cerrete dopo Poggio Aguzzo punta anch’essa verso Lago.

Lo spartiacque compreso tra le pendici del Monte Falco e Poggio Scali corre su altitudini tra le più elevate dell’Appennino forlivese, minime sempre superiori ai m. 1300 e massime fino ai m. 1500-1650, con abbassamenti ai 1296 m solo in corrispondenza del valico della Calla e rialzamenti in coincidenza con i nodi montani da cui si distaccano contrafforti e dorsali, (questo aspetto si ripete con notevole parallelismo in tutti i contrafforti ed è significante tettonicamente, ovvero nella disposizione delle rocce e loro modalità di corrugamento e assestamento). Come gli altri, anche l’alto bacino idrografico di Campigna racchiuso tra tali diramazioni montuose mostra inoltre una morfologia nettamente differenziata dovuta alla diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo, con i versanti meno acclivi (stratigraficamente disposti a “franapoggio”, parallelamente al pendio) rivestiti da boschi compatti, prati-pascoli e coltivi abbandonati mentre quelli più acclivi (strati immersi a “reggipoggio”, perpendicolarmente al pendio) spesso denudati ed evidenzianti la stratigrafia o rivestiti da bosco rado o rimboschimenti, fino al versante a ridosso delle maggiori quote dello spartiacque appenninico dove conseguono fortissime pendenze modellate dall’erosione con formazione di canaloni fortemente accidentati, con distacco detritico e lacerazioni della copertura forestale. A tale asprezza morfologica si contrappone il potente risalto di ampi tratti della giogana appenninica, caratterizzati dalla generale morbidità dei crinali dovuta alla lentezza dell’alterazione delle grandiose banconate arenacee, la cui superficie coincide, appunto, con quella della stratificazione.

Il Passo della Calla «[…] è il varco più basso dell’Appennino, per cui passa la mulattiera che da Stia conduce nella vicina Romagna. Da questo punto, sempre in direzione di levante, passato il Pian delle Carbonaie, e Pian Tombesi, la montagna comincia a farsi imponente per maestose piantate di faggio, grandi scogliere, e profondi burroni. Non lungi è il Piano della Malanotte, che offre dei punti di vista ove il ridente e l’orrido si alternano vagamente, e si uniscono per formare i più bei quadri della natura. […] Ma giunti dopo pochi passi al Canal del Pentolino, un nuovo spettacolo si presenta allo sguardo: un profondo abisso, alla cui estremità rumoreggia un torrente, rupi sospese, precipizi fiancheggiati da folte macchie, e questo selvaggio orrore temperato dalle più pittoresche creazioni della natura! Io credo che nelle nostre montagne non possano desiderarsi luoghi più belli. Proseguendo oltre, si giunge in breve al più elevato vertice di questa parte dell’Appennino, detto Poggio Scali […] dove pure si gode lo spettacolo di una bella e svariata prospettiva.» (C. Beni, 1881, p. 56, cit.).

Come accennato dall’illustre viaggiatore “d’epoca”, il primo luogo topico, per memoria o consuetudine, che si incontra percorrendo La Giogana è Pian delle Carbonaie, che oggi si presenta come ampia sella e radura erbosa da cui si distaccano il Sentiero delle Cullacce, che riesce a scivolare sul versante settentrionale attraversando i suoi ripidi pendii, e il Sentiero di Scodella, ampia pista del versante casentinese che raggiunge la nota ed omonima Riserva Biogenetica Naturale Statale. Precede di poco Il Poggione, già Poggio Seghettino (toponimo in uso nel XIX sec.), quindi poggio per eccellenza e primo evidente rilievo dello spartiacque, articolato in almeno tre cime riconoscibili -oscillanti tra i m 1407 – 1424 – 1432, rasentate e/o attraversate dal tracciato di crinale e distanziate tra esse di circa 500 m - benché la cima certificata dall’I.G.M. sia quella dei 1424 m. La prima cima che si incontra corrisponde a quella minore ed è ben nota ai frequentatori grazie alla tabellazione, però utile solo al riconoscimento del sito. Infatti la tabella riporta la quota 1424, relativa alla cima certificata I.G.M., mentre il luogo della tabella si trova a 1398 m ed è adiacente alla cima dei 1407 m, come rilevato dalla tavoletta I.G.M. in scala 1:25.000. L’assetto morfologico ben osservabile da remoto dal versante romagnolo è condizionato però alla cima più elevata, così come si può notare anche una piccola sella di collegamento tra la cima minore (attraversata dal Sentiero delle Cullacce) con un evidente poggetto che si protrae verso settentrione: la cartografia I.G.M. su tale sito riporta la dicitura PIAN CARBONAIE (così trascritto), attribuendo ad esso la memoria toponimica di tale tipo di utilizzo forestale. Esso costituisce esordio della Costa di Poggio Termini, una delle tre Coste che dal Poggione si diramano approfittando del disallineamento e rialzamento di cresta, così riconoscendogli il ruolo di nodo montano. Infatti, oltre ad essa, altre due imponenti dorsali vi si staccano caratterizzando l’alta Valle di Campigna: la Costa Poggio del Ballatoio e Le Cullacce. Le prime due dorsali, con prevalente sviluppo N, Le Cullacce con prevalente declinazione E-NE, separano le profonde incisioni dei due rami del Fosso della Ruota a Tramontana e del Fosso delle Cullacce a Levante, che hanno origine dal Poggione, ma l’anfiteatro orientato a Maestrale, determinato dal distacco della Costa di Poggio Termini, costituisce bacino idrografico del Fosso della Corbaia. In particolare, il ramo occidentale del Fosso della Ruota ha origine dalle pieghe tra la cima minore e la maggiore del Poggione, il ramo orientale ha origine da una piega della cima maggiore, mentre il Fosso delle Cullacce ha origine dalla piega tra la cima maggiore e quella intermedia.

Per approfondimenti si rimanda alla scheda toponomastica Valle del Bidente di Campigna e/o relative a monti e insediamenti citati.

N.B.: In base alla cartografia dalle Ripe di Scali ha origine l’ampia ramificazione del Fosso di Poggio Scali, comprendente il Fosso del Canale del Pentolino, che, dopo la confluenza del Fosso della Porta, genera il Fosso di Ricopri che, riunitosi con il Fosso delle Cullacce diventa il Fosso del Fiumicino, detto interamente di Ricopri nel XIX secolo. In base alla CTR ed al catasto moderno, il Cullacce costituirebbe invece solo l’affluente del Fosso della Porta che si vede presso il termine della nota Strada Vic.le delle Cullacce, a 5,4 km da Campigna, sul confine della Riserva Integrale di Sasso Fratino. Per alcuni è il Fosso Porta Cullacce (cfr.: O. Bandini, G. Casadei. G. Merendi, 1986, p. 119, cit.). Rispetto alla confusione moderna degli idronimi, fa chiarezza la Carta della Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino (A. Bottacci, 2009, p.27, cit.), in base alla quale il Fosso delle Cullacce corrisponde a quello del XIX secolo e il Fosso del Fiumicino ha appunto origine dalla confluenza il Cullacce e il Fosso di Ricopri, che ivi termina mentre la sua parte più alta è, come detto, il Fosso di Poggio Scali ed il Canale del Pentolino è solo il suo notissimo e precipitoso ramo. Secondo quest’ultima e precisa carta, il Fosso della Porta nasce, ovviamente, dalle ripe dette La Porta, comprese tra quelle di Scali e le Ripe di Pian Tombesi.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

O. Bandini, G. Casadei, G. Merendi, L’alto Bidente e le sue valli, Maggioli Editore, Guide Verdi, Rimini 1986;

C. Beni, Guida illustrata del Casentino, Brami Edizioni, Bibbiena 1998, rist. anast. 1^ Ed. Firenze 1881;

A. Bottacci, La Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, 1959-2009, 50 anni di conservazione della biodiversità, Corpo Forestale dello Stato, Ufficio territoriale per la Biodiversità di Pratovecchio, Pratovecchio, 2009;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Foreste Casentinesi, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2012;

Carta Escursionistica, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

sul sentiero di crinale GEA 00

Testo di Bruno Roba

Dal Passo della Calla, tramite la Giogana, si raggiungono (900 m) prima la cima più bassa del Poggione, segnalata da tabella (quota errata, 1424 anziché 1398 m del sito e 1407 della cima adiacente), e dopo 550 m, quelle più alte e adiacenti (non segnalate).

foto/descrizione :

Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

001a/001f – Il panorama che si apre da Poggio Sodo dei Conti sullo spartiacque appenninico, prospetticamente contratto, consente comunque di notare la differenza tra il primo tratto, corrispondente al sito del Poggione, caratterizzato dalla generale morbidità del crinale dovuta alla lentezza dell’alterazione delle grandiose banconate arenacee, la cui superficie coincide con quella della stratificazione, e lo sviluppo successivo dove si evidenzia la contrapposizione tra i due versanti. In alcune foto si evidenzia inoltre il poggetto collegato tramite una selletta con la cima inferiore del Poggione (21/06/11 - 22/12/11).

 

001g – 001h – Vista similare alle precedenti, ma da Poggio Lastraiolo, sul bordo dei prati della Burraia, oltre il tetto del moderno Rifugio Città di Forlì (21/06/11).

 

001i/001o - La S.P. 4 del Bidente offre molteplici panoramiche e scorci della testata della valle del Bidente e delle dorsali che la compenetrano, così ben distinguendo le varie cime dello spartiacque, tra cui Il Poggione. Dalla biforcazione della sua cima principale si staccano le Coste delle Cullacce e di P.gio del Ballatoio e dalla cima minore la Costa di P.gio Termini, collegata al Poggione da una selletta nascosta un poggetto prominente, che pare assumere funzione nodale (20/05/18).

 

001p/001t - Prima da monte di S. Paolo in Alpe poi dal crinale che delimita la valle del Fosso di Ristèfani, nello sviluppo dallo spartiacque appenninico si nota il contrasto tra l’asprezza della sua gran parte con la morbidità morfologica del complesso del Poggione, da cui, anziché ripidi costoni si dipartono le lunghe propaggini delle Coste di P.gio Termini, di P.gio del Ballatoio e delle Cullacce (25/04/18).

 

001u - 001v – Stesse considerazioni delle viste precedenti anche per quelle dalla diversa prospettiva da Poggio Ricopri (16/11/16).

 

001z – Da Campigna Il Poggione pare acquistare un’importante dimensionalità e tra i suoi morbidi profili si riconoscono le due vette minore e maggiore, oltre il poggetto prominente da cui si stacca la Costa di P.gio Termini (17/08/11).

 

002a – 002b – Dal limite occidentale della vetta di P.gio Capannina si ha la vista panoramica più prossima sullo spartiacque e i citati contrasti morfologici (2/06/18).

 

002c - 002d – 002e - Viste con indice fotografico evidenziante rilievi e corsi d’acqua in questione.

 

002f – 002g – 002h – Schemi di mappa da cartografia storica (1850 - 1937) e da cartografia moderna, con evidenziati gli assetti insediativi, idrografici e morfologici della vasta area compresa tra lo spartiacque e la dorsale Poggio Capannina-Poggio Ricopri-Poggio di Montale; negli schemi delle mappe storiche la toponomastica riprende anche come scrittura quella originale.

 

002i -  Mappa particolareggiata della porzione dello spartiacque con il distacco delle dorsali attraversate dal Sentiero delle Cullacce; con l’asterisco è indicato il poggetto che conclude la selletta di collegamento della Costa di Poggio Termini con la cima minore del Poggione.

 

002l – Particolare della documentata Carta della Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino (A. Bottacci, 2009, p.27, cit.) dove si notano le corrispondenze con gli idronimi e alcuni oronimi delle mappe ottocentesche, in divergenza con la toponomastica della CTR regionale ed il catasto moderno.

 

002m – Schema orografico del tratto di spartiacque compreso tra il Passo della Calla e Poggio Scali con indicazione delle tre cime del Poggione (m 1398 – 1424 – 1432), tutte toccate dalla Giogana (tratto nero).

 

002n - Da Campigna, ultima sosta lungo la S.P. del Bidente per osservare dal basso il Poggione prima di affrontare la Giogana (17/08/11).

003a – 003b – Prime pendici occidentali della cima minore del Poggione, sulla Giogana, con scorcio del versante di Maestrale costituente impluvio del Fosso della Corbaia (19/06/18).

 

003c – 003d – Vista dell’origine di un ramo del Fosso della Corbaia in asse con le viste precedenti ma 50 m più a valle; tra gli alberi traspare il poggetto collegato da una selletta alla cima minore del Poggione, che dà origine alla Costa Poggio Termini (19/06/18).

 

003e/003i – La cima minore del Poggione (1407 m) è l’unica tabellata (il luogo della tabella è alla quota 1398), ma occorre ricordare che la tabella (che riporta la quota 1424) è da riferire alla cima media, posta a 550 m circa, pure attraversata dalla Giogana (19/06/18).

 

003l – 003m – 003n – Scorci caratteristici della cima minore del Poggione (19/06/18).

 

003o – 003p – Vista da Levante della cima minore del Poggione (19/06/18).

 

003q – 003r – Vista dell’origine del ramo occidentale del Fosso della Ruota, dal versante levantino della cima minore del Poggione (19/06/18).

 

003s/003v – Alcune creste movimentano lo spartiacque adiacente al lato orientale della cima minore Poggione: tra esse e la sua cima maggiore trova origine, il ramo orientale del Fosso della Ruota (19/06/18).

 

004a/004i – La Giogana risale da Maestrale ed incide la cima maggiore del Poggione (1432 m), che si protende sul versante romagnolo (9/07/18).

 

004l/004p – La cima maggiore del Poggione vista da Est (9/07/18).

 

005a/005d – La cima media del Poggione (1424 m), a brevissima distanza dalla maggiore, è ormai costituita da un dosso della versione odierna della Giogana (9/07/18).

 

005e/005n – Una piega del crinale in corrispondenza della cima media costituisce il sito di origine del ramo principale del Fosso delle Cullacce secondo la toponomastica antica, o della Porta secondo la cartografia moderna (19/06/18 - 9/07/18).

 

005o/005r – Di seguito ha inizio il Raggio Lungo, tratto abbastanza complanare ma modificato dalla carrabile odierna (9/07/18).

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