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La Macchietta

inserita da Bruno Roba
Tipo : fabbricato non più esistente
Altezza mt. : 560
Coordinate WGS84: 43 51' 42" N , 11 53' 23" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (07/2017 - Agg. 3/08/2022) - Il bacino idrografico del Fosso del Trogo con i suoi principali affluenti, ovvero i Fossi delle Fiurledelle Casedel Poggiolodel Troghetto e del Poderino, si attesta sul tratto di contrafforte secondario successivo alla sella tra il Paretaio e Siepe dell’Orso (di passo tra le valli di Ridràcoli e Pietrapazza) che, alle estremità, evidenzia i picchi di Croce di Romiceto e Monte Moricciona, intercalati da ulteriori picchi e varie selle, tra cui quelle di Maestà di Valdora e Casanova dell’Alpe. Dal picco a meridione del Monte Moricciona incombente su Casanova dell’Alpe si stacca una dorsale che, con sviluppo irregolare e disallineato, principalmente punta su Pian del Ponte, come sopraddetto incurvandosi e convergendo con l’opposta dorsale proveniente dal Monte Castelluccio a chiudere la Valle di Pietrapazza, secondariamente sfrangiandosi generando i sottobacini degli affluenti in sx idrografica del Fosso del Trogo, tra cui il Fosso del Palaino di Mezzo e il Fossetto o Fosso del Trogo. Dal picco quota 838 posto a monte di Trogo una dorsale secondaria punta su La Cortina andando a chiudere questo versante vallivo, che, tra l’altro, lungo la Mulattiera di Casanova (oggi sent. 211 CAI) evidenzia i resti della Fonte Matta e la nota Fonte della Spungazza. Dal rilievo posto dietro Siepe dell’Orso, anticamente forse detto Monte di Valprandola, si genera una biforcazione: mentre il contrafforte prosegue come descritto, si stacca una dorsale, anticamente detta La Balza o Raggio della Balza, comprendente il Monte Roncacci e dividente dalle valli dei Fossi dei Poderini e di Cà dei Maestri, che, andando principalmente a terminare sul Bidente prima de La Cortina, genera i sottobacini in dx idrografica del Trogo, tra cui il Fosso di Casa Santoni.

Nel XVI secolo, per quanto impervia, questa valle presentava già i primi insediamenti. L’Opera del Duomo di Firenze in Romagna vantava diritti e possedimenti che si spingevano fino a queste latitudini, così alcuni appezzamenti dell’area sono documentato fin dal 1546 nell’inventario eseguito dopo che l’Opera, avendo preso possesso delle selve “di Casentino e di Romagna”, dove desiderava evitare nuovi insediamenti, aveva constatato che, sia nei vari appezzamenti di terra lavorativa distribuiti in vari luoghi e dati in affitto o enfiteusi che altrove, si manifestavano numerosi disboscamenti ('roncamenti') non autorizzati; pertanto, dalla fine del 1510 intervenne decidendo di congelare e confinare gli interventi fatti, stabilendo di espropriare e incorporare ogni opera e costruzione eseguita e concedere solo affitti quinquennali. I nuovi confinamenti vennero raccolti nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” che, dal 1545 al 1626 così costituisce l’elenco più completo ed antico disponibile «[…] dei livelli che l’Opera teneva in Romagna […] se ne dà ampio conto qui di seguito […] 1546 […] Un podere di terra lavorativa, e roncata e ripata posto nella corte del Poggio la Lastra  in luogo detto Le Fiurle di some 24 […]. 1547 […] – Un podere con casa e terre lavorative roncate et altro, in luogo detto le Cortine e vale scudi 200.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 151,152, cit.). 

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di PietrapazzaFiume Bidente di Pietrapazza e Fosso del Trogo.

In base al Catasto Toscano nella valle del Fosso del Trogo, lungo la Strada che va alla Casanova (in seguito ristrutturata come Mulattiera di Casanova) sorgevano i seguenti fabbricati: Le Fiurle (ruderi) nel Catasto Toscano, o le Fiurle nella Carta d'Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) e moderna, o La Fiurle nel NCT (1935-1952), di nuovo Le Fiurle nella CTR della Regione Emilia-Romagna; Galluzze (scarsi ruderi) di cui nel Catasto Toscano è incerta la rappresentazione di un piccolo fabbricato, comunque anonimo come nell’ulteriore cartografia storica, dove compare il simbolo grafico di un fabbricato (Carta d’Italia I.G.M. 1894) o di due fabbricati (I.G.M. 1937), o le Galluzze nella Carta d'Italia I.G.M. moderna o Galluzza nel NCT, di nuovo fabbricato anonimo nella CTR; Le Palaine di mezzo (scarsi ruderi) nel Catasto ToscanoC.se di sotto nella Carta d’Italia I.G.M. (1894) con simbolo di 3 fabbricati, simbolo di ruderi anonimi nella Carta d’Italia I.G.M. (1937 e moderna); Il Trogo, due insediamenti distinti (ruderi e scarsi resti) nel Catasto Toscano, entrambi con ripetuta trascrizione del toponimo, il Trogo nella Carta d'Italia I.G.M. (1894 ) con rappresentazione dei due distinti insediamenti, il Trogo nella Carta d’Italia I.G.M. (1937 e moderna) con rappresentazione di un solo insediamento, Trogo nel NCT e nella CTR; La Cortina, due distinti fabbricati (ristrutturati) nel Catasto ToscanoCortine nella Carta d'Italia I.G.M. (1894 e 1937), La Cortina nel NCT, Cortinedi sopra e di sotto, nella Carta d'Italia I.G.M. moderna, La Cortina nella CTR. Nel Catasto Toscano pare essere rappresentata, presso l’omonimo insediamento, pure la Maestà del Trogo, nelle forme originarie pregevole per tipologia. Distaccato dalla strada, poco a monte di Trogo, sorgeva La Fossetta (scarse tracce) nel Catasto Toscano adiacente a un fossatello ivi pure detto Fosso del Trogo. Pure distaccati dalla strada ed esterni al bacino idrografico, ma in stretta relazione con l’area del Trogo, poco a monte di Cortine di sopra, sorgevano La Macchietta (scarsi resti) e Fosso (evidenti resti); per essi quella del catasto ottocentesco costituisce l’unica rappresentazione cartografica, e per l’ultimo, piccolo fabbricato anonimo, l’attribuzione del toponimo è puramente ipotetica, basata su una citazione storico-descrittiva. Una deviazione stradale, poi detta Strada Vicinale Ricavoli-Cortina, collega Cortine di sopra a Cortine di sotto e, sull’opposto versante del Trogo qui costituito dalle pendici della dorsale proveniente dal Monte Roncacci, a Rio Cavola (ruderi) nel Catasto ToscanoRicavoli nella Carta d’Italia I.G.M. (1894 e 1937) e nel NCT, Ricàvoli nella Carta d’Italia I.G.M. moderna, Ricavoli nella CTR, anch’esso esterno ma pertinente all’area del Trogo. Isolato su un poggio mediano della valle sorgeva Il Poggiolo (ruderi) nel Catasto ToscanoPoggiolo nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), il Poggiolo nella Carta d’Italia I.G.M. (1937 e moderna) e nel NCT, erroneamente Casa dei Santoni nella CTR. Sulle pendici NO del Monte Roncacci sorgeva (ruderi), anonimo nel Catasto ToscanoC. Santoni nella Carta d’Italia I.G.M. (1894 e 1937), Casa di Santoni nel NCT, Ca di Santoni nella Carta d’Italia I.G.M. moderna, anonimo nella CTR. Nei pressi si trova un capanno. Nella valle del Fosso del Poderino, affluente del Trogo, sulla testata sorge (ristrutturato), non comparente nel Catasto ToscanoParetaio sia nella Carta d’Italia I.G.M. (1894 e 1937), sia nel NCT e nella CTR, il Paretaio nella Carta d’Italia I.G.M. moderna; poco a valle sorge Il Poderino (scarse tracce) nel Catasto Toscano, simbolo grafico di un fabbricato anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), simbolo grafico dei ruderi nella Carta d’Italia I.G.M. (1937). Un capanno scomparso è rappresentato solo nella CTR presso il crinale poco distante dal Paretaio.

La Macchietta è un insediamento noto esclusivamente grazie alla rappresentazione del Catasto Toscano, documentante un piccolo fabbricato rettangolare, posto accanto ad un tratto di mulattiera che si distacca dalla Mulattiera di Casanova a breve distanza dall’insediamento de La Cortina; in base al Giornale di Campagna allegato al C.T. del 1829 risulta già in rovina. La cartografia storica successiva (I.G.M. 1894 e 1937) non riporta neppure la simbologia del rudere, dando atto di una totale scomparsa (infatti se ne trovano scarse tracce). L’identità toponomastica del fabbricato evidentemente riassume in sé e contempla sia la descrizione del luogo (dal latino macula, ae = selva, macchia) sia, nel diminutivo, la propria limitatezza dimensionale. 

«Il luogo ameno non fu ignoto ai monaci antichi che vi fondarono un romitorio e dalla foresta di abeti che lo circondava, chiamarono questo luogo Strabatenza che può essere una corruzione della frase latina intra abietes (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 295). Grazie alle ricerche svolte da D. Mambrini tra gli atti notarili conservati nelle pergamene di Camaldoli e negli Annali Camaldolesi, un luogo detto Cortine di Metato Vecchio è documentato fin dal dalle seconda metà dell’XI secolo: «1080 – Nel mese di marzo con atto rogato dal notaro Arnolfo, vari personaggi […] danno per sé e loro eredi in perpetuo, per la salute dell’anima loro […] a Rodolfo, priore dell’Eremo di Camaldoli, un tenimento di terra con selva nel territorio della pieve di S. Pietro di Galeata, in Strabatenza, per 30 lire, nel luogo detto Cortine di Metato Vecchio, per edificarvi la chiesa e le celle.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 295, cit.). Quindi il Mambrini assicura: «Nella parrocchia di Strabatenza, nella ripa sinistra del fiume c’è tuttora una casa colonica e più sotto un’altra casa di pigionali, chiamate entrambi Cortina. I muri dell’antico romitorio sono al di là di un piccolo torrente in un campo che si chiama Acquasarsa.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 296, cit.). Ma … «Il luogo, detto Cortina di Metato Vecchio, era situato all’estremo nord-ovest della valle bidentina, sulla riva destra del fiume Valbona, affluente del Bidente del Corniolo. I Camaldolesi volevano impedire l’espansione dell’abbazia di Prataglia verso la pianura romagnola. L’eremo fu poi spostato nella prima metà del sec. XII alle falde del crinale tosco-romagnolo, e fu detto Eremo Nuovo. […] Nella diocesi ilariana, Strabatenza si trovava a nord, sulla sinistra del fiume di Valbona […]» (E. Agnoletti, 1996, pp. 187 e 285, cit.). Tralasciato il dubbio sulla localizzazione del sito della citazione antica, rimane irrisolto quello della localizzazione di Acquasarsa “al di là di un piccolo torrente” rispetto a Cortina: in base alle consistenze dell’area, un’ipotesi vedrebbe nei resti di Macchietta, posti oltre il Fosso delle Cortine che butta nel Bidente, un riutilizzo di quelli dell’eremo; una seconda ipotesi riguarderebbe i resti di un piccolo fabbricato, forse detto Fosso, posti poco più a Nord; una terza ipotesi riguarderebbe un capanno rappresentato dal Catasto Toscano in riva dx oltre il Fosso del Trogo, (fosso che però il Mambrini avrebbe identificato), presso la mulattiera che reca a Ricàvoli

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: - Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Cà di Sansone (non dimensionato), Fiurle (dimensionato), Goluzza (non dimensionato), Poggiolo (dimensionato), Trogo (dimensionato), divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

- Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca, deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.

- Il paretàio (deriv. di parete) è uno spazio di terreno pianeggiante utilizzato con antico sistema di uccellagione, che ha subito modifiche e variazioni molteplici, costituito essenzialmente da due reti, dette paretelle, tese orizzontalmente, che si chiudono a comando catturando gli uccelli attratti dai richiami. «[…] ancora nella seconda metà dell’Ottocento, i cacciatori con regolare licenza erano pochissimi, […] tutti appartenevano alla classe aristocratica o benestante. Si venivano così differenziando cacce per i ricchi e cacce per i poveri. Le prime venivano praticate usando il fucile e i cani o approntando costosi impianti di uccellagione come roccoli e paretai […]. L’aucupio e l’uccellagione […] avevano larga diffusione nelle Romagne […]. Tra roccoli, paretai ed appostamenti di vario genere si contavano, fino alla metà del nostro secolo in questa parte dell’Appennino, più di mille impianti di cattura collocati sulle “linee di affilo”, nelle zone di passo dei migratori. Possedere una uccellanda rappresentava motivo di prestigio ma anche una vera opportunità per le famiglie benestanti che destinavano a tale uso un piccolo appezzamento sulle zone di passo […]. Per il controllo e la manovra delle reti l’uccellanda ha a fianco una costruzione […]. Spesso e volentieri il casello diviene quasi una seconda casa, un vero e proprio “salotto rurale”, dove il fuoco veniva acceso intorno al 20 settembre […] sino al termine della stagione venatoria.» (G.L. Corradi, Signori della caccia e cacciatori di frodo nei territori montani della Romagna Toscana e Casentino, in: G.L. Corradi e N. Graziani, a cura di, 1997, pp. 110-111, 122, cit.).

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

E. Agnoletti, Viaggio per le valli bidentine, Tipografia Poggiali, Rufina 1996;

C. Bignami (a cura di), Il popolo di Strabatenza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1991;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

G.L. Corradi e N. Graziani (a cura di), Il bosco e lo schioppo. Vicende di una terra di confine tra Romagna e Toscana, Le Lettere, Firenze 1997; 

M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;

A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Alpe Appennina – Storia e storie fra Romagna e Toscana, rivista on-line Vol. 02-2020, Raffaele Monti Editore, Cesena;

Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Scheda n.205;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba -  Macchietta si trova a 200 m da Cortina di sopra, che è posto lungo il sent. 211 CAI Molinaccio-La Cortina-Casanova dell'Alpe, a 3,6 km da Casanova dell’Alpe, raggiungibile tramite la S.F. Grigiole-Poggio alla Lastra, ovvero a 900 m dal Molino delle Cortine, raggiungibile tramite la S.F. Poggio alla Lastra-PietrapazzaUn evidente tratto di mulattiera, si innesta a 80 m a valle di Cortina, conducendo sul luogo. Per esperti.

foto/descrizione :

Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1 - 00a2 - 00a3 – Dal Monte Piano, sul contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine, panoramica del pressoché intero contrafforte secondario, che, staccandosi dallo Spartiacque Appenninico a Poggio allo Spillo, si scorge fino a Monte Pezzoli: il complesso vallivo del Fosso del Trogo rimane però defilato e parzialmente occultato dal crinale del Monte Roncacci (nell’indice fotografico le frecce indicano gli insediamenti celati alla vista) (1/10/12).

00b1 - 00b2  00b3 - Dal crinale tra i Fossi del Trogo e dei Poderini, suo affluente, vedute dello sbocco della Valle del Trogo, verso Le Cortine (27/07/20).

00c1 - 00c2 – Da pressi di Cetoraio, sul versante opposto del Bidente, vedute dello sbocco della valle del Trogo in asse con la dorsale del Monte Roncacci: sono indicati Cortina di sopra e i siti (non visibili) di Macchietta e Fosso (29/10/16).

00d1 – Schema cartografico del bacino idrografico del sistema vallivo del Fosso del Trogo.

00d2 - Schema da mappa catastale dei primi decenni del XIX secolo, con riporto della toponomastica originale, qualora mancante differenziata dal corsivo moderno.

00d3 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, precedente alla realizzazione della viabilità moderna.

00d4 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in nero a fini orientativi.

00d5 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, che, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna, venne integrato con il sistema delle mulattiere.  

00e1 – 00e2 – A Casanova dell’Alpe il cippo stradale al bivio del sent.211 segnala ancora la Mulattiera di Casanova (27/09/16).

 

00f1 – La mulattiera rasenta le Fiurle (27/09/16).

00g1 - 00g2 – Tratto viario tra Fiurle e Palaine di mezzo (12/10/16).

00h1 - 00h2 - 00h3 - La mulattiera rasenta Palaine di mezzo e i resti di Fonte Matta (12/10/16 - 4/07/17).

00i1/00i6 – Nel tratto tra Palaine e Trogo si trova la Fonte della Spungazza e si attraversa il Fosso del Palaino di mezzo (12/10/16 – 29/10/16).

00l1 - 00l2 – La mulattiera al Trogo, con la maestà (12/10/16 - 4/07/17).

00m1/00m18 – Tra il Trogo e La Cortina la mulattiera attraversa i siti più impervi del tracciato (12/10/16 – 29/10/16).

00n1 - 00n2 – Presso La Cortina di sopra la mulattiera è stata trasformata in pista carrabile (12/10/16 – 29/10/16).

00n3/00n10 – A breve distanza da La Cortina una deviazione porta rapidamente al sito di Macchietta, dopo aver attraversato il Fosso delle Cortine, probabilmente corrispondente al sito di Acquasarsa, come indicato dal Mambrini (12/10/16 – 23/03/22).

00n11/00n16 – Sul bordo della mulattiera di trovano gli scarsi resti di Macchietta

00o1 – 00o2 – 00o3 – Tratto carrabile tra La Cortina e il Mulino delle Cortine  (12/10/16).

00p1/00p6 – Anche l’antico tratto viario in sx idrografica tra l’attraversamento carrabile del Bidente presso il Mulino delle Cortine (forse realizzato in luogo di un antico guado) e il Ponte della Fontanina sul Fosso di Trapisa ha subito modernizzazioni; accanto al ponte rimane, seminascosto, il cippo stradale che segnalava la Mulattiera di Casanova (12/10/16).

00q1/00q4 – Tra il Ponte della Fontanina e il Ponte della Bottega l’antica via ritrova il vecchio tracciato e il cippo stradale che segnala la Mulattiera del Bidente (12/10/16).

00r1 – Elaborazione di una foto degli anni ’80 dove si nota la nuova carrabile per Pietrapazza in dx idrografica, con segnalazione del tratto antico.

00s1/00s4 – Un attraversamento alternativo del Bidente era costituito dal Ponte della Cortina, presso il mulino, documentato almeno alla fine del XIX secolo, rifatto negli anni ’20 e ‘50 (12/10/16).

00t1 – 00t2 – Schemi cartografici da cartografia antica e moderna relativi alle possibili collocazioni alternative del sito di Acquasarsa in base alle indicazioni del Mambrini.

00v3 – 00v4 – Dalla mulattiera che reca a Ricàvoli, vedute dello sbocco della valle del Trogo tra Le Cortine di sopra e di sotto (si intravedono i due insediamenti): il punto di ripresa si trova presso il luogo dove sorgeva il fabbricato indicato nel Catasto Toscano (di cui alle precedenti mappe 00v1-00v2), rientrante tra le possibili corrispondenze con il sito di Acquasarsa (29/10/16).

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