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Pulita

inserita da Bruno Roba
Comune : Santa Sofia
Tipo : casa isolata
Altezza mt. : 573
Coordinate WGS84: 43 54' 7" N , 11 46' 21" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (22/02/2018)

Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km. In quest’ambito, la Valle del Fiume Bidente delle Celle e la Valle del Bidente di Campigna riguardano i due rami fluviali più occidentali delimitati ad Ovest, da un tratto del contrafforte principale dal Monte Falco fino al Monte dell’Avòrgnolo da cui si stacca la dorsale di Pian dell’Olmo, che separa la Valle del Fosso della Fontaccia dalla Val di Noce, disegnando quell’arco di rilievi che costringe il fiume a confluire con il Bidente di Campigna a Lago così contribuendo a generare poco più in là, sotto il borgo omonimo, il Fiume Bidente di Corniolo; ad Est, dal contrafforte secondario che si distacca da Poggio Scali e che, disegnata la sella di Pian del Pero ed evidenziata una sequenza di rilievi ( tra cui i Poggi della Serra e Capannina, l’Altopiano di S. Paolo in Alpe, Poggio Squilla), termina digradando al ponte sul Fiume Bidente di Corniolo presso Isola, costretto dalla confluenza del Fiume Bidente di Ridràcoli. Da Poggio Squilla si distacca un’altra dorsale che, declinando a Nord, dopo Poggio Aguzzo precipita verso Lago-Corniolo. Tra le due valli bidentine si interpone la dorsale che, staccatasi dal gruppo del Monte Falco, da Poggio Palaio digrada con la Costa Poggio dei Ronchi verso i Tre Faggi subito risalendo con la dorsale che, evidenziato il Crinale di Corniolino ed il Monte della Maestà, termina anch’essa a Lago.

Gli alti bacini idrografici bidentini mostrano in genere una morfologia nettamente differenziata dovuta alla diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo; per il versante a ridosso delle maggiori quote dello spartiacque appenninico conseguono fortissime pendenze modellate dall’erosione con formazione di canaloni fortemente accidentati, i versanti orientali appaiono solitamente frastagliati mentre i versanti prevalentemente esposti a meridione mostrano pendii più dolci a prato-pascolo, spesso su terrazzi orografici, che si alternano a tratti intensamente deformati e brecciati. Il versante in sx idrografica del Bidente di Campigna, esposto ad oriente con lieve declinazione Sud, conferma in parte tali caratteristiche morfologiche, con radi spianamenti limitati alle quote minori, e ad eccezione dei siti insediativi di Corniolino e C. Martinaccio, mentre il versante Nord-occidentale del Monte della Maestà, pur tormentato da costoni a forte pendenza e con pareti prossime alla verticale, tuttavia presenta ancora le tracce di intense frequentazioni (ormai interrotte da smottamenti e crolli strutturali importanti), tanto da ospitare un insediamento come Val di Pavone, posto a scrutare dall’alto il Bidente delle Celle, mentre Pulita, nel fondovalle fluviale, ha particolarmente goduto per la realizzazione della rotabile di servizio delle opere di presa idraulica adducenti all’invaso di Ridràcoli, e Faltroncella è ancora arrampicata ed utilizzata poco sotto la sommità orientale della cresta, benché raggiungibile a fatica.

Se l’intero sistema dei crinali, nelle varie epoche, ha avuto un ruolo cardine nella frequentazione del territorio, in epoca romana i principali assi di penetrazione si spostano sui tracciati di fondovalle, che tuttavia tendono ad impaludarsi e comunque necessitano di opere artificiali, mentre i percorsi di crinale perdono la loro funzione portante, comunque mantenendo l’utilizzo da parte delle vie militari romane, attestato da reperti. Tra il VI ed il XV secolo, a seguito della perdita dell’equilibrio territoriale romano ed al conseguente abbandono delle terre, inizialmente si assiste ad un riutilizzo delle aree più elevate e della viabilità di crinale con declassamento di quella di fondovalle. Lo stato di guerra permanente porta, per le Alpes Appenninae l’inizio di quella lunghissima epoca in cui diventeranno anche spartiacque geo-politico e, per tutta la zona appenninica, il diffondersi di una serie di strutture difensive, anche di tipo militare/religioso o militare/civile, oltre che dei primi nuclei urbani o poderali, dei mulini, degli eremi e degli hospitales. Percorrendo oggi gli antichi itinerari, gli insediamenti di interesse storico-architettonico o di pregio storico-culturale e testimoniale, esistenti, abbandonati o scomparsi (quindi i loro siti) che si trovano collocati lungo i crinali insediativi sono prevalentemente di carattere religioso o difensivo o sono piccoli centri posti all’incrocio di percorsi di collegamento trasversale; gli insediamenti di derivazione poderale sono invece ancora raggiunti da una fitta e mai modificata ramificazione di percorsi, mulattiere, semplici sentieri (anche rimasti localmente in uso fin’oltre metà del XX secolo, come p.es. testimoniano i cippi stradali installati negli anni ’50 all’inizio di molte mulattiere, così classificandole e specificandone l’uso escluso ai veicoli; alcune strade forestali verranno realizzate solo un ventennio dopo). Diversamente dalle aree collaterali, non si riscontrano nelle valli bidentine fabbricati anteriori al Quattrocento che non fossero in origine rocche, castelli o chiese, riutilizzati a scopo abitativo o rustico, o reimpieganti i materiali derivanti da quelli ed evidenzianti i superstiti conci decorati. Nell’architettura rurale persistono inoltre caratteri di derivazione toscana derivanti da abili artigiani. L’integrità tipologica dei fabbricati è stata peraltro compromessa dai frequenti terremoti che hanno sconvolto l’area fino al primo ventennio del XX secolo, ma anche dalle demolizioni volontarie o dal dissesto del territorio, così che se è più facile trovare fronti di camini decorati col giglio fiorentino o stemmi nobiliari e stipiti o architravi reimpiegati e riferibili al Cinque-Seicento, difficilmente sussistono edifici rurali anteriori al Seicento, mentre sono relativamente conservati i robusti ruderi delle principali rocche riferibili al Due-Trecento, con murature a sacco saldamente cementate. Gli edifici religiosi, infine, se assoggettati a restauri o totale ricostruzione eseguiti anche fino alla metà e oltre del XX secolo, hanno subito discutibili trasformazioni principalmente riferibili alla tradizione romanica o ad improbabili richiami neogotici.

La viabilità più antica riguardante anche la valle delle Celle è la Via Flaminia Minor, utilizzata dalle legioni romane per valicare l’Appennino al fine di sottomettere Celti, Liguri e Galli Boj che stanziavano nella pianura padana: si ipotizza che provenendo da Montelleri, sopra Stia, transitasse dal Lago degli Idoli, dal Monte Falco e da Poggio Sodo dei Conti, quindi discendeva da quella che oggi è nota come Pista del Lupo lungo la Costa di Pian Cancelli transitando da Pian delle Fontanelle, così detta per la presenza di polle d’acqua, e da Poggio Corsoio dove trovava un bivio ancor oggi praticato: a sx si dirigeva verso Castel dell’Alpe e Faenza per immettersi nella Via Aemilia (questo è ritenuto il più antico itinerario di valico), a dx si dirigeva verso Forlì e Ravenna sia transitando dal crinale del contrafforte principale, dove passava accanto la vetta emergente di Monte Ritoio, sia discendendo verso il percorso vallivo in direzione di Galeata (l’antica Mevaniola), qui potendo rimanere a mezza costa per tutta la lunghezza della valle attraversando le Ripe Toscane, le cui stratificazioni rocciose ancora oggi si mostrano funzionali alla percorrenza. Un altro tracciato di origine preromana, percorreva il crinale insediativo di Corniolino: si tratta dell’antica Stratam magistram, la strada maestra romagnola o Via Romagnola che, ben infrastrutturata e conservante ancora notevoli tratti selciati, iniziava a Galeata. L’inizio del tratto alto-bidentino di questo antico tracciato è facilmente individuabile presso Lago (almeno nello sviluppo posteriore alla fine del XVII sec., infatti la morfologia del luogo non è antichissima ma è dovuta ad una frana che nel 1681 creò un’ostruzione che effettivamente generò un lago -che sommerse il Mulino Vecchio risalente al XV secolo- poi colmato da sedimentazioni modellate dallo scorrimento delle acque), grazie ai resti del Ponte di Fiordilino struttura dalla poetica denominazione sul Bidente delle Celle adiacente al ponte moderno, dopo il quale si inerpicava subito sull’erta rocciosa senza deviazioni in allineamento al ponte stesso, come documentato dal Catasto Toscano del 1826-34, quindi deviava fino a rasentare il Bidente per poi risalire verso l’abitato di Corniolino, raggiungendolo presso la Chiesa/Hospitale di S. Maria delle Farnie. Modificato dalla viabilità moderna, il tracciato antico si ritrova sulla S.P. a circa 2 km da Lago, in un tratto caratterizzato da un esteso affioramento roccioso dove sono evidenti le tipiche alternanze di arenarie e marne formanti cornicioni sporgenti fratturati a “denti di sega”, quando guadagna deciso il crinale presso il Castellaccio.

Mentre la via proseguiva sul crinale, presso la sella prospiciente il Castellaccio, poco prima del “viadotto” in pietrame che ne pareggia l’incisività, dalla via Val di Pavone che con leggera pendenza (12%) scivola in contrasto con la morfologia del versante per raggiunge l’omonimo insediamento, poco dopo l’inizio della stessa, su una costa che ospita i resti di un capanno, un percorso di cresta raggiunge nel fondovalle Pulita, oggi anche detta la Pulita, come il capanno evidentemente dedita all’utilizzo della conca sottostante il Castellaccio. Entrambi detti fabbricati non si trovano rappresentati nel catasto antico ma solo nella Carta topografica d’Italia I.G.M. di primo impianto (per l’Emilia-Romagna rilevata negli anni 1877-95) scala 1:100.000, pertanto da far risalire entrambi alla metà del XIX secolo. Inoltre sia nella carta I.G.M. del XIX secolo sia nella successiva tavoletta I.G.M. in scala 1:25.000 (1937), Pulita pare raggiunta solo dal medesimo sentiero di cresta (e da un probabile guado fluviale, da ritenere spesso impraticabile, la cui traccia si trova nell’odierna cartografia), mentre la strada di fondovalle compare solo in epoca moderna, come più sopra precisato, così risultando ancora utilizzata a fini non turistici, oltre che mantenente le caratteristiche originarie sia tipologiche sia del suo intorno.

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche Valle del Bidente delle Celle e/o relative a monti e insediamenti citati.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

S. Bassi, N. Agostini, A Piedi nel Parco, Escursioni nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, ComunicAzione, Forlì 2010;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Alpe di S. Benedetto, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2014;

Carta Escursionistica, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link https://servizimoka.regione.emilia-romagna.it/appFlex/sentieriweb.html.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba

La strada di servizio che da Lago risale il Bidente costituisce una passeggiata per raggiungere Pulita immergendosi nell’ambiente dell’ultimo tratto di fondovalle del Bidente delle Celle fino alle opere di presa idraulica, dal cancello (con passo pedonale) m 900.

foto/descrizione :

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001a/001d – Viste opposte della Valle delle Celle; la prima insolita verso N/E con il fondale della Valle del Fontaccia coronata dal M. Guffone dal sentiero che, spesso interrotto, percorre a mezzacosta il versante settentrionale del M. della Maestà dipartendosi dal crinale: si notano alcuni picchi del crinale, il più lontano è quello del Castellaccio, dal successivo discende il costone che ospita in alto il capanno di Val di Pavone e al termine Pulita; le altre viste si hanno nel risalire la Valle del Fosso delle Fontacce, tra Cà d’Orso e Pian dell’Olmo da dove, in dx, si nota innalzarsi la dorsale del Monte Cavallo separata dal versante orientale del M. dell’Avòrgnolo dalla profonda incisione del Fosso di Lavacchio: in corrispondenza di tale sito, sul profilo del costone il sole illumina Capria di Sopra, nel fondovalle si intravede nell’ombra Capria di Sotto e Pulita si nasconde presso l’alveo fluviale (8/12/16 – 24/01/18).

 

001e/001m – Nel percorrere la mulattiera che risale nella Valle di Lavacchio, prima si nota la parte terminale del Crinale del Corniolino con il picco del Castellaccio cui segue il picco da cui si stacca il costone che ospita in alto il capanno di Val di Pavone e al termine Pulita, ben visibile quando si attraversa la cresta che fa allineare i tetti cadenti di Capria di Sopra con quelli riflettenti di Pulita, raggiunta dal costone ugualmente soleggiato; dalla sella antistante il Castellaccio si diparte il sentiero di cresta che percorre detto costone (8/12/16 – 10/12/16).

 

001n/001r - Dal Sentiero degli Alpini (SA 301 CAI), sul contrafforte principale, si raggiunge facilmente l’alta Valle del Fosso di Lavacchio, tra l’altro apprezzando la morfologia degli stessi rilievi delle viste precedenti che convergono in lontananza (26/11/16).

 

001s – 001t - 001u – Ancora il Sentiero degli Alpini, dai pressi del M. dell’Avòrgnolo, anche nelle giornate più nuvolose consente ampie viste panoramiche verso Sud-Est, che restituiscono una certa imponenza al Crinale del Corniolino mettendone in diverso rilievo il rapporto con il Monte della Maestà e tende ad appiattirsi l’articolata morfologia della porzione di versante che ospita gli insediamenti; comunque si nota bene la stretta sella prima della quale si stacca il sentiero, già via Val di Pavone, e sul margine della 3^ foto il costone dove si trova il capanno (23/11/16).

 

002a – 002b – 002c - Il Castellaccio di Corniolino controlla(va) l’antica via da cui si stacca(va), prima del “viadotto” in pietrame sulla stretta sella del crinale, la via Val di Pavone (13/12/16 – 4/01/18 - 24/01/18).

 

002d/002i - Dalla via Val di Pavone si dirama il sentiero di cresta che discende ripido fino a Pulita, che a momenti si scorge dall’alto (4/01/18 - 24/01/18).

 

002l – 002m – 002n - Di seguito: mappa schematica dedotta da cartografia storica di inizio XX secolo evidenziante infrastrutture e insediamenti; schema da mappa catastale di inizio ‘800 con toponomastica originale; schema da mappa catastale e da cartografia moderne, con toponomastica originale e aggiunte in corsivo.

 

003a – Dal sentiero che risale verso la Valle di Lavacchio, scorcio panoramico verso Lago dove compare l’ultimo tratto del Bidente delle Celle con la parallela strada di servizio che lo risale fino a Pulita e alle opere di presa idraulica (8/12/16).

 

003b/003f - La strada di servizio che da Lago risale il Bidente costituisce una passeggiata per raggiungere Pulita immergendosi nell’ambiente dell’ultimo tratto di fondovalle del Bidente delle Celle fino alle opere di presa idraulica. Grazie al Sent. 261 CAI, innesto, di recente ben segnalato, si può osservare dall’alto il medesimo sito percorrendo la mulattiera fino a Capria di Sotto e a superare il Fosso di Lavacchio tramite ponte in legno (11/09/16 - 4/01/18).

 

003g/003p – Il sito di Pulita visto dal sent. 261; nelle foto si nota anche il costone percorso dal sentiero di cresta che giunge dal crinale (11/09/16 – 12/12/16 - 4/01/18 . 30/01/18).

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