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Pian delle Carbonaie

inserita da Bruno Roba
Comune : Santa Sofia
Tipo : bosco/area naturale
Altezza mt. : 1340
Coordinate WGS84: 43 51' 29" N , 11 45' 4" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (2/09/2018)

Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine. In quest’ambito, la Valle del Bidente di Campigna riguarda un ramo fluviale occidentale ed intermedio delimitato ad Ovest, dal contrafforte secondario che si stacca dal gruppo del Monte Falco, inizialmente poco riconoscibile, transita dalla conca dei Fangacci e si dirige verso Poggio Palaio, digrada con la Costa Poggio dei Ronchi verso Tre Faggi, come crinale di Corniolino risale verso il Monte della Maestà, quindi termina a Lago; ad Est, dal contrafforte secondario che si distacca da Poggio Scali e che, disegnata la sella di Pian del Pero ed evidenziata una sequenza di rilievi (tra cui i Poggi della Serra e Capannina, l’Altopiano di S. Paolo in Alpe, Poggio Squilla), termina digradando al ponte sul Fiume Bidente di Corniolo presso Isola, costretto dalla confluenza del Fiume Bidente di Ridràcoli. Da Poggio Squilla si distacca un’altra dorsale che, declinando a Tramontana, precipita verso Corniolo mentre un costone delimitato dall’incisione del Fosso delle Cerrete dopo Poggio Aguzzo punta anch’essa verso Lago.

Lo spartiacque compreso tra le pendici del Monte Falco e Poggio Scali corre su altitudini tra le più elevate dell’Appennino forlivese, minime sempre superiori ai m. 1300 e massime fino ai m. 1500-1650, con abbassamenti ai 1296 m solo in corrispondenza del valico della Calla e rialzamenti in coincidenza con i nodi montani da cui si distaccano contrafforti e dorsali, (questo aspetto si ripete con notevole parallelismo in tutti i contrafforti ed è significante tettonicamente, ovvero nella disposizione delle rocce e loro modalità di corrugamento e assestamento). Come gli altri, anche l’alto bacino idrografico di Campigna racchiuso tra tali diramazioni montuose mostra inoltre una morfologia nettamente differenziata dovuta alla diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo, con i versanti meno acclivi (stratigraficamente disposti a “franapoggio”, parallelamente al pendio) rivestiti da boschi compatti, prati-pascoli e coltivi abbandonati mentre quelli più acclivi (strati immersi a “reggipoggio”, perpendicolarmente al pendio) spesso denudati ed evidenzianti la stratigrafia o rivestiti da bosco rado o rimboschimenti, fino al versante a ridosso delle maggiori quote dello spartiacque appenninico dove conseguono fortissime pendenze modellate dall’erosione con formazione di canaloni fortemente accidentati, con distacco detritico e lacerazioni della copertura forestale. A tale asprezza morfologica si contrappone il potente risalto di ampi tratti della giogana appenninica, caratterizzati dalla generale morbidità dei crinali dovuta alla lentezza dell’alterazione delle grandiose banconate arenacee, la cui superficie coincide, appunto, con quella della stratificazione.

Il Passo della Calla «[…] è il varco più basso dell’Appennino, per cui passa la mulattiera che da Stia conduce nella vicina Romagna. Da questo punto, sempre in direzione di levante, passato il Pian delle Carbonaie, e Pian Tombesi, la montagna comincia a farsi imponente per maestose piantate di faggio, grandi scogliere, e profondi burroni. Non lungi è il Piano della Malanotte, che offre dei punti di vista ove il ridente e l’orrido si alternano vagamente, e si uniscono per formare i più bei quadri della natura. […] Ma giunti dopo pochi passi al Canal del Pentolino, un nuovo spettacolo si presenta allo sguardo: un profondo abisso, alla cui estremità rumoreggia un torrente, rupi sospese, precipizi fiancheggiati da folte macchie, e questo selvaggio orrore temperato dalle più pittoresche creazioni della natura! Io credo che nelle nostre montagne non possano desiderarsi luoghi più belli. Proseguendo oltre, si giunge in breve al più elevato vertice di questa parte dell’Appennino, detto Poggio Scali […] dove pure si gode lo spettacolo di una bella e svariata prospettiva.» (C. Beni, 1881, p. 56, cit.).

Come accennato dall’illustre viaggiatore “d’epoca”, il primo luogo topico che si incontra percorrendo La Giogana è Pian delle Carbonaie, che oggi si presenta come ampia sella e radura erbosa da cui si distaccano il Sentiero delle Cullacce, che riesce a scivolare sul versante settentrionale attraversando i suoi ripidi pendii, e il Sentiero di Scodella, inizialmente ampia pista del versante casentinese che raggiunge la nota ed omonima Riserva Biogenetica Naturale Statale: rispetto a tali tracciati si può ritenere passo” appenninico di esbosco. Precede di poco Il Poggione, già Poggio Seghettino (toponimo in uso nel XIX sec.), quindi poggio per eccellenza e primo evidente rilievo dello spartiacque, costituito da tre cime distanziate circa 550 m e anch’esse attraversate dal tracciato di crinale. L’assetto morfologico, ben osservabile da remoto dal versante romagnolo, consente di notare un evidente poggetto che si protrae verso settentrione collegato alla cima minore tramite una piccola sella che costituisce esordio della Costa di Poggio Termini, una delle tre Coste che dal Poggione si diramano. Se la moderna cartografia I.G.M. su tale sito riporta l’oronimo PIAN CARBONAIE (così trascritto), la Carta Geometrica della Regia Foresta Casentinese e adiacenze (datata 1850 e conservata presso il Nàrodni Archiv Praha) collocava invece Pian delle Carbonaje sul versante opposto, all’inizio del Sentiero di Scodella. Pur nell’incertezza localizzativa, le mappe salvaguardano la memoria di tale tipo di utilizzo forestale, del tutto compatibile con la morfologia di entrambi detti luoghi, di cui, forse solo per consuetudine, vi è stata un’estensione alla prateria sulla Giogana.

Per approfondimenti si rimanda alla scheda toponomastica Valle del Bidente di Campigna e/o relative a monti e insediamenti citati.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

C. Beni, Guida illustrata del Casentino, Brami Edizioni, Bibbiena 1998, rist. anast. 1^ Ed. Firenze 1881;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Foreste Casentinesi, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2012;

Carta Escursionistica, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba

Dal Passo della Calla, tramite la Giogana, si raggiunge Pian delle Carbonaie dopo 700 m con un dislivello di 45 m.

foto/descrizione :

Le foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell'autore
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001a/001d – Il panorama che si apre da Poggio Sodo dei Conti sullo spartiacque appenninico, prospetticamente contratto, consente comunque di notare la differenza tra il primo tratto, corrispondente al sito del Poggione, caratterizzato dalla generale morbidità del crinale dovuta alla lentezza dell’alterazione delle grandiose banconate arenacee, la cui superficie coincide con quella della stratificazione, e lo sviluppo successivo dove si evidenzia la contrapposizione tra i due versanti. Nelle foto si evidenzia sia il poggetto collegato tramite una selletta con la cima inferiore del Poggione, probabile luogo topico di Pian Carbonaie, sia la selletta sulla Giogana nota come Pian delle Carbonaie (22/12/11).

 

001e – 001f - 001g – Vista similare alle precedenti, ma da Poggio Lastraiolo, sul bordo dei prati della Burraia; una lieve discontinuità della copertura arborea indica il tratto iniziale del Sentiero delle Cullacce che si diparte da Pian delle Carbonaie (21/06/11).

 

001h/001n - La S.P. 4 del Bidente offre molteplici panoramiche e scorci della testata della valle del Bidente e delle dorsali che la compenetrano, così ben distinguendo le varie cime dello spartiacque, tra cui Il Poggione, oltre il poggetto da esso prominente ed il profilo della sella sulla dx, luoghi corrispondenti a Pian delle Carbonaie (20/05/18).

 

001o – 001p - Schema di mappa moderna con la toponomastica citata, riportata e ripetuta in base alle scritture cartografiche antica e moderna ed alla consuetudine odierna, e schema di mappa antica (1850) con riporto della toponomastica originale.

 

002a – 002b – 002c – Pian delle Carbonaie visto da Ponente (19/06/18 - 2/07/18).

 

002d – 002e - 002f – Pian delle Carbonaie visto da Levante (25/04/11 - 19/06/18).

 

002g – 002h – 002i – Nella prima foto a dx l’innesto del Sentiero di Scodella, nelle altre a sx l’innesto del Sentiero delle Cullacce (19/06/18).

 

002l – 002m – 002n – Il primo ampio tratto del Sentiero delle Cullacce attraversa il sito di Pian Carbonaie fino alla selletta di collegamento con il citato poggetto (2/07/18).

 

002o/002s – La morfologia pressoché pianeggiante del poggetto, probabile luogo topico di Pian Carbonaie (19/06/18 - 2/07/18).

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