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Valle di Capria

inserita da Bruno Roba
Comune : Santa Sofia
Tipo : bosco/area naturale
Altezza mt. : 620
Coordinate WGS84: 43 53' 29" N , 11 49' 23" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (29/05/2019 - Agg. 22/08/2023) - Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.

La Valle del Fiume Bidente di Ridràcoli riguarda quel ramo intermedio del Bidente delimitato, ad Est, dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si diparte da Poggio allo Spillo (collegando Poggio della BertescaCroce di Romiceto, i Monti MoriccionaLa RoccaMarinoPezzoli Carnovaletto) per concludersi sul promontorio della Rondinaia digradando a valle di Isola costretto dalla confluenza del Fiume Bidentino o Torrente Bidente di Fiumicino nel Fiume Bidente. Ad Ovest la valle è delimitata dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si distacca da Poggio Scali e che subito precipita ripidissimo disegnando la sella di Pian del Pero, serpeggiante evidenzia una sequenza di rilievi (i Poggi della Serra e Capannina, l’Altopiano di S.Paolo in AlpePoggio SquillaRonco dei Preti e Poggio Collina, per terminare con Poggio Castellina) fino a digradare presso il ponte sul Fiume Bidente di Corniolo a monte di Isola, costretto dalla confluenza del Fiume Bidente di Ridràcoli nel Bidente di Corniolo

Il bacino idrografico del Fiume Bidente di Ridràcoli, di ampiezza molto superiore rispetto alle valli collaterali e che vede il lago occupare una posizione baricentrica con l’asta fluvio/lacustre f.so Lama/invaso/fiume posizionata su un asse mediano Nord-Sud, mostra una morfologia molto differenziata rispetto al suo baricentro. L’area sorgentifera, con la realizzazione dell’invaso artificiale, si differenzia tra quella che lo alimenta e quella a valle della diga che alimenta direttamente il fiume. 

A monte l’area imbrifera confluisce in cinque corsi d’acqua principali che costituiscono i corrispondenti bracci lacustri di cui si compone il lago. Essi sono il Fosso delle Macine, poi di Campo alla Sega, il Fosso degli Altari e il Fosso della Lama, tranne l’ultimo provenienti dal tratto di bastionata interna alla Riserva Integrale di Sasso Fratino. Quindi l’asta torrentizia costituita dalla sequenza dei Fossi del Ciriegiolonedell’Aiaccia e del Molinuzzo, proveniente dall’anfiteatro generato dal contrafforte secondario nel distaccarsi dallo spartiacque appenninico a Poggio Scali. Infine, il Fosso del Molino, originato dalla confluenza tra il Fosso Rogheta e il Fosso di Romiceto. A valle dell’invaso, mentre in sx idrografica il bacino idrografico si restringe in un’alternanza di pendii più dolci a prato-pascolo e di tratti intensamente deformati e brecciati, per la diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo, in dx idrografica il versante vallivo mostra una particolare complessità morfologica per la sequenza di impervie dorsali che si distaccano dal contrafforte secondario orientale, evidenziando vaste porzioni esposte di fitte stratificazioni marnoso-arenacee e separando le 8 vallate trasversali dove scorrono i principali affluenti fluviali. Da monte a valle si susseguono, il Fosso dei Tagli, il Fosso Corneta, il Fosso delle Casine, il Fosso del Catinaio, il Fosso delle Stolle, il Fosso di Ronco Vecchio, il Fosso di Val Spugna o Rio delle Valli e il Fosso di Campitello o delle Corneta che, in prevalenza, si attestano sul contrafforte secondario o sue dirette diramazioni.

In sx idrografica, la decisa deviazione del contrafforte secondario successiva a Ronco dei Preti e precedente all’allineamento finale Poggio Collina-Poggio Castellina, dopo aver delimitato lo sviluppo dell’ampia valle del Rio Bacine, dà luogo ad uno sfrangiamento di dorsali comportante una particolare complessità morfologica del versante dando origine ai sistemi vallivi adiacenti relativi al Fosso di Trappiano, col suo ramo del Fosso di Lavacchio, ed al Fosso di Canforchisio, con il suo ramo del Fosso delle Fossatelle. Successivamente questo versante del bacino idrografico prosegue in un’alternanza di pendii più dolci a prato-pascolo e di tratti intensamente deformati e brecciati, per la diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo, sviluppando le ramificazioni di minore rilievo dei Fossi di Val del Nespolo (affluente del Fosso di Canforchisio), della Pucaja, di Biserno, di Balzaino, di Vignale, dei Soldoni, della Buscadi Spugna e del Cappellano.

La Valle del Fosso di Canforchisio, ricomprendente la Valle di Capria, si articola in quella principale e nelle valli dei suoi affluenti, che di fatto possiedono autonomia morfologica, la valle del Fosso delle Fossatelle, interamente ricompresa nella Valle di Capria, e la valle del Fosso di Val del Nespolo. Il Fosso di Canforchisio ha origine dal tratto di contrafforte che precede Poggio Collina e sbocca nel Bidente presso Canforghigi, il Fosso delle Fossatelle (detto delle Fossette nel Catasto toscano) ha origine dalla biforcazione della dorsale dopo lo snodo di Ronco dei Preti e confluisce nel Fosso di Canforchisio presso la Fonte di Bistone, il Fosso di Val del Nespolo (c.d. nel Catasto toscano) ha origine subito dopo Poggio Collina e sbocca nel Fosso di Canforchisio poco prima della sua confluenza nel Bidente.

La Valle di Capria, in particolare per la parte relativa al bacino idrografico del Fosso delle Fossatelle, acquistò notorietà nel 1974, quando fu oggetto di proposta di riserva naturale orientata al fine di studio del processo di rinaturalizzazione di un’area fortemente antropizzata dopo l’abbandono, «[…] rappresentativo delle condizioni in cui si trovano tante aree della medio-alta montagna romagnola dopo secoli di sfruttamento intensivo.» (M. Padula, Introduzione, in: G. Fabbri, 1995, p. 8, cit.) e di come potesse evolversi senza alcun intervento antropico. L’area all’epoca era caratterizzata da «[…] seminativi e pascoli abbandonati, boschi cedui degradati o comunque antropizzati, cespuglieti, fossi in fase di erosione, aree fortemente erose per l’eccesso di pascolo con affioramenti della roccia nuda […]» (M. Padula, Introduzione, in: G. Fabbri, 1995, p. 8, cit.). L'istituzione della riserva non ebbe seguito, anzi, all’epoca, la strategia predominante era il recupero delle aree abbandonate e necessitanti di restaurazione fisico-ambientale, ed anche qui vi furono interventi di rimboschimento a pinacee nei coltivi abbandonati e di sistemazione idraulico-forestale, cui si aggiunse la costruzione della strada forestale di crinale (fine Anni ’70) che ne condizionò la parte superiore. Nel 1994 vi fu una ripresa di interesse al fine di rilevare i mutamenti intercorsi. Si registrò il recupero di un alto grado di spontaneità ma con lenta rinaturalizzazione.La valle, piuttosto incassata, presenta l’asimmetria geo-morfologica tipica dell’ambiente marnoso-arenaceo, in sx orografica con strati a franapoggio a pendio più dolce e franosità da scivolamento, aggravata in passato dal disboscamento e dal pascolo, con le maggiori difficoltà di rinaturalizzazione, e una dx orografica, esposta a Nord, con strati a reggipoggio e versanti ripidi e stabili, dove non si è mai manifestata alcuna attività agricola o pastorale e il bosco venne governato a ceduo fino all’abbandono; sono presenti numerose aree carbonili. Ha un’estensione di circa 85 ettari e all’epoca degli studi presentava «[…]il bosco ceduo sul versante nord, il pascolo arborato nel versante Sud, e gli ex coltivi nelle zone di minor pendenza prossime alla casa […]» (G. Fabbri, 1995, p. 25, cit.). Nella valle «[…] tutti gli elementi che caratterizzavano l’economia rurale propria della vita montana […]» (G. Fabbri, 1995, p. 22, cit.) erano presenti fino alla prima metà del XX sec. quando, verso il 1946-47 il podere di Capria Caprìa, già Caprilla, venne abbandonato, tra i primi dell’area (ma i seminativi e i pascoli vennero utilizzati fino agli anni ’70), fino al riacquisto da parte dell’ASFD. Altri insediamenti al suo interno erano Capria di SottoBotra Le Fossette presso il fosso omonimo. 

Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alla scheda toponomastica Valle del Bidente di Ridràcoli, Fosso di Canforchisio e/o relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

G. Fabbri, CAPRIA, Un esempio di evoluzione naturale nell’Appennino romagnolo, ANIMA MUNDI EDITRICE, Forlì, 1995;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Parco nazionale delle foreste casentinesi. Carta dei sentieri 1:25.000, N.20, Monti editore, 2019;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

DOVE

Testo di Bruno Roba - La Valle di Capria è facilmente raggiungibile tramite la strada forestale di crinale (chiusa al traffico) da Biserno o da S. Paolo in Alpe o da sentieristica di mezzacosta da Biserno.

foto/descrizione :

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001a/001h – Vedute della Valle del Bidente di Ridràcoli dal versante opposto al tratto terminale del contrafforte. Nella 1^ veduta sulla dx Poggio Castellina, nelle altre il tratto tra Poggio Collina, Ronco dei Preti e Poggio Squilla con il complesso vallivo dei Fossi di Canforchisio, delle Fossatelle e di Val del Nespolo, evidenziato da indice fotografico. Si notano i coltivi di Biserno (24/07/18 – 6/08/18).

001i/001t – Il complesso vallivo dei Fossi di Canforchisio, delle Fossatelle e di Val del Nespolo, fino a Poggio Collina e al Podere Collina, dalla Strada Forestale Ridràcoli-Passo del Vinco, a varie quote, sul versante opposto (16/10/16 – 28/08/18).

002a/002e – Dalla strada di crinale Biserno-S. Paolo in Alpe, vedute del tratto terminale del contrafforte con particolari di Poggio Collina e del coltivo abbandonato di Capria di Sotto, nella Valle di Capria (24/10/18 – 16/05/19).

002f/002m - Dalla strada di crinale Biserno-S. Paolo in Alpe, vedute verso Ronco dei Preti con lo sfrangiamento delle dorsali che delimitano la Valle di Capria con le incisioni dei Fossi di Canforchisio e delle Fossatelle (28/03/18).

002n – 002o – 002p – La valle del Fosso di Canforchisio con l’impianto restaurativo di pinacee presso Capria, già Caprilla, di cui si scorgono i resti (28/03/18).

002q/002u – La valle del Fosso delle Fossatelle vista dalla strada di crinale Biserno-S. Paolo in Alpe (16/05/19).

003a – 003b – Mappa schematica dedotta da cartografia storica di inizio XX secolo e schema da mappa catastale antica evidenzianti reticolo idrografico, infrastrutture e insediamenti; la toponomastica riprende anche nella scrittura quella originale.

003c - Schema da cartografia moderna con individuazione del bacino idrografico dei Fossi di Canforchisio, delle Fossatelle e di Val del Nespolo e integrazione con gli insediamenti.

003d/003g – Il Fosso di Canforchisio attraversa la Valle di Capria (28/03/18).

003h – Da Capria, già Caprilla, veduta verso l’incisione del Fosso delle Fossatelle (28/03/18).

003i – 003l – Il Fosso delle Fossatelle alla cascata della Fonte di Bistone e verso la confluenza nel Fosso di Canforchisio (28/03/18).

003m/003v – Vedute della Valle di Capria con tratti della viabilità antica (28/03/18).

004a/004d – Vedute della valle del Fosso delle Fossatelle (16/05/19).

004e – 004f – Gli insediamenti della Valle di Capria: Capria di Sotto. Dopo mezzo secolo dall’abbandono sono ancora evidenti le difficoltà di rinaturalizzazione dei suoi coltivi (28/03/18 - 16/05/19).

004g – 004h – Capria, già Caprilla. I suoi coltivi sono ricoperti da un impianto restaurativo di pinacee (28/03/18).

004i – 004l – Fontigiano (28/03/18).

004m – 004n – Pergoletta (28/03/18).

004o – 004p – Il Coccio, già Corcio (28/03/18).

004q – 004r – Botra (28/03/18).

004s – 004t – Le Fossette (16/05/19).

004u – 004v – L’insediamento di recentissimo riutilizzo della valle del Fosso di Val del Nespolo: Podere Collina (28/03/18 – 28/08/18).

004w – 004x – L’insediamento di fondovalle forse mai abbandonato alla confluenza tra i Fossi di Canforchisio e di Val del Nespolo: Canforchigi (28/03/18).

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