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Fosso delle Ripe

inserita da Bruno Roba
Tipo : torrente
Altezza mt. : 855
Coordinate WGS84: 43 49' 24" N , 11 51' 05" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (13/07/20)

Coordinate WGS84: Origine (Monte Penna) 43° 49’ 10” N / 11° 50’ 03” E - Sbocco (F.so dei Forconali) 43° 49’ 24” N / 11° 51’ 05” E - Quote: Origine (Monte Penna) 1300 m - Sbocco (F.so dei Forconali) 855 m - Sviluppo 960 m.

Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.

In particolare, la Valle del Fiume Bidente di Ridràcoli riguarda quel ramo intermedio del Bidente delimitato, ad Ovest, dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si distacca da Poggio Scali e che subito precipita ripidissimo disegnando la sella di Pian del Pero, serpeggiante evidenzia una sequenza di rilievi (i Poggi della Serra e Capannina, l’Altopiano di S.Paolo in Alpe, Poggio Squilla, Ronco dei Preti e Poggio Collina, per terminare con Poggio Castellina) fino a digradare presso il ponte sul Fiume Bidente di Corniolo a monte di Isola, costretto dalla confluenza del Fiume Bidente di Ridràcoli. Ad Est la valle è delimitata dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si diparte da Poggio allo Spillo (collegando Poggio della Bertesca, Croce di Romiceto, i Monti Moricciona, La Rocca, Marino, Pezzoli e Carnovaletto) per concludersi con il promontorio della Rondinaia digradando a valle di Isola costretto dalla confluenza del Fiume Bidentino o Torrente Bidente di Fiumicino nel Fiume Bidente. La Rondinaia è nota per il castello con la sua torre «[…] baluardo di antica potenza, elevato fin dai tempi romani alla difesa contro le orde barbariche che dal nord d’Europa scendevano a depredare le belle contrade d’Italia.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 274).

Il bacino idrografico, di ampiezza molto superiore rispetto alle valli collaterali e che vede il lago occupare una posizione baricentrica con l’asta principale fluvio/lacustre f.so Lama/invaso/fiume posizionata su un asse mediano Nord-Sud, mostra una morfologia molto differenziata rispetto al suo baricentro. L’area sorgentifera, con la realizzazione dell’invaso artificiale, si differenzia tra quella che lo alimenta e quella a valle della diga che alimenta direttamente il fiume. A monte l’area imbrifera si amplia estendendosi da Poggio Scali fino al Passo della Crocina mostrando, specie nella parte a ridosso delle maggiori quote dello spartiacque appenninico (la c.d. bastionata di Campigna-Mandrioli), fortissime pendenze modellate dall’erosione con formazione di profondi fossi e canaloni fortemente accidentati, talvolta con roccia affiorante, come le Ripe di Pian Tombesi, le Ripe della Porta, le Ripe di Scali e il Canale o Canalone del Pentolino, oltre che dal distacco dello spessore detritico superficiale, con conseguente crollo dei banchi arenacei e lacerazione della copertura forestale, come la Frana Vecchia, 1950, e la Frana Nuova, 1983-1993, sempre attiva, di Sasso Fratino.

ll tratto di contrafforte che, come detto, si stacca da Poggio Scali, trova una serie di picchi tra cui emerge subito Poggio della Serra, quindi il Monte Grosso e l’Altopiano di S. Paolo in Alpe, in corrispondenza del quale comincia un’ampia rotazione, che volge al termine dopo aver superato Ronco dei Preti, quando precede una netta controcurva così riprendendo l’orientamento principale verso il suo termine. Detti rilievi costituiscono nodo montano da cui si diramano ulteriori dorsali di vario sviluppo e consistenza geomorfologica che delimitano il sistema vallivo del versante orientale del bacino idrografico di Ridràcoli. Il Fosso del Molinuzzo costituisce braccio lacustre proveniente dall’anfiteatro generato dal contrafforte secondario nel distaccarsi dallo Spartiacque Appenninico a Poggio Scali. Gli altri bracci lacustri di cui si compone il lago sono il Fosso di Campo alla Sega, il Fosso degli Altari e il Fosso della Lama, provenienti direttamente o indirettamente dalla bastionata e i primi due indirettamente anche dalla Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, infine il Fosso del Molino, che raccoglie il reticolo idrografico generato dal contrafforte distaccatosi da Poggio allo Spillo.

In particolare, La Lama è classificata Geosito di rilevanza locale per le note caratteristiche di ripiano di origine alluvionale per riempimento di antico bacino lacustre, con formazione di torbiera, originatosi per sbarramento della valle ad opera di un’imponente frana che, staccatasi da Poggio Fonte Murata in epoche paleo-geologiche, ostacolò il regime idraulico dei Fossi degli Acuti, dell’Abetaccio (poi tratto alto del Fosso della Lama), dei Fangacci o del Mascherone, posti oltre il versante SO del Monte Penna e di Poggio Cornacchia, del Fosso dei Forconali con il suo affluente Fosso delle Ripe, il cui complessivo bacino idrografico è delimitato dall’anfiteatro disegnato dalla sequenza Monte Penna-Poggio allo Spillo-Passo della Crocina-tratto di contrafforte fino a Poggio della Bertesca, da cui si distacca la dorsale di Poggio della Murata, infine dei Fossi dei Pianelli e della Spazzola, provenienti dal versante settentrionale di Poggio Cornacchia, tutti costituenti l’ampio bacino idrografico del Fosso della Lama. La porzione di bacino idrografico del Fosso delle Ripe si estende tra il Monte Penna e Poggio allo Spillo e ricade interamente all’interno della Riserva Biogenetica Badia Prataglia-Lama. Nella cartografia antica compare esclusivamente il toponimo Valle dei Forconali, dal ventaglio orografico disteso sull’arcata montana tra il Monte Penna e Poggio della Bertesca, intercalato a siti dai toponimi descrittivi come Scaramuccia che, nel nome, pare richiamare la sua orografia tormentata, oggi ricoperta da un’abetina restaurativa, Barilaccio, che corrisponde a un tratto di pendio meno accentuato che si distacca dal tratto Poggio della Bertesca/Passo della Crocina e che, dal confronto foto/cartografico, si individua per essere adiacente ad una abetina posta verso Nord, Trogone, posto più a Sud-Ovest, che si distacca impervio e ramificato dal tratto Poggio allo Spillo/Passo della Crocina. Anche per essi la toponomastica pare descrivere la morfologia dei luoghi medesimi: infatti, se la convessità del primo pare richiamare appunto un barile, la denominazione del secondo potrebbe derivare da una contrazione di trogolòne, accrescitivo riferibile al trògolo come conca o tronco d’albero scavato ove si mette il mangiare del maiale o, più nobilmente, al trògolo glaciale, valle modellata a forma di doccia o ad U da un ghiacciaio .

Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alla scheda toponomastica Valle del Bidente di Ridràcoli e/o relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B. Lo Spartiacque Appenninico suddivide pressoché l’intero sistema delle Riserve Naturali del Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, raggruppate in due categorie a differente livello di tutela, secondo i due versanti, ovvero tre Riserve Integrali (Sasso Fratino, M. Falco-P.gio Piancancelli e M. Penna) e una Riserva Biogenetica (Campigna) ricadenti nel versante romagnolo, una Riserva Integrale (La Pietra) e due Riserve Biogenetiche (Camaldoli e Scodella) ricadenti nel versante toscano, oltre una terza Riserva Biogenetica (Badia Prataglia-Lama) posta a cavallo dello Spartiacque. Le Riserve Naturali sono definite come Aree naturali protette caratterizzate dalla presenza di uno o più elementi naturali, quali specie faunistiche, floristiche ed ecosistemi, che si distinguono per il loro particolare valore naturalistico e che quindi svolgono un ruolo strategico nella conservazione della biodiversità.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

P. Bronchi, Alberi, boschi e foreste nella Provincia di Forlì e note di politica forestale e montana, C.C.I.A.A. di Forlì (a cura di), Nuova Cappelli, Rocca S. Casciano 1985;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze

Link http://geo.regione.emilia-romagna.it/schede/geositi/scheda.jsp?id=1633;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba

La testata di origine del Fosso delle Ripe è facilmente visibile dal Monte Penna e dalla sella verso Poggio allo Spillo. Più impegnativo e per esperti è seguire la restante porzione di testata sul crinale di Poggio allo Spillo seguendo il confine della Riserva. Lo sbocco nel Fosso dei Forconali dista 2,4 km circa dal Passo della Bertesca (km 1,7 da La Lama) ed è facilmente raggiungibile abbandonando per 100 m il sent. 223 CAI.

foto/descrizione :

Le foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell'autore
Nota - Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un'altra scheda.

00a1 – 00a2 – 00a3 – Dall’alta quota del Monte Cerviaia si ha la veduta più elevata verso lo Spartiacque Appenninico e le dorsali che vi si distaccano, separate dalle profonde incisioni del reticolo idrografico, utili per individuare la localizzazione dei siti topici della Giogana, come da indice fotografico, con particolare dell’anfiteatro vallivo dell’alta Valle dei Forconali (28/08/18).

00b1/00b5 – Da Poggio Fonte Murata vedute della parte della testata del bacino idrografico del Fosso delle Ripe compresa tra il Monte Penna e Poggio allo Spillo (12/06/20 – 19/06/20).

00c1 – 00c2 – Dallo sprone di Scaramuccia che si prolunga nella Valle dei Forconali, scorci sul versante del Monte Penna da cui hanno origine alcuni scoli del Fosso delle Ripe (26/06/20).

00d1 - Schema da una pianta del 1830 che bene rappresenta lo sviluppo dell’ampia valle del Fosso della Lama, in continuità con quella del Bidente di Ridràcoli e compresa tra i contrafforti secondari che si staccano rispettivamente da Poggio Scali e da Poggio allo Spillo.

00d2 - Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso della Lama con i suoi affluenti principali, i Fossi degli Acuti, dei Fangacci, dei Forconali e delle Ripe.

00d3 – Schema descrittivo della Valle dei Forconali.

00e1/00e8 – Il sistema orografico che ha determinato lo splendido anfiteatro naturale della VALLATA DEI FORCONALI è costituito: a Sud dal Monte Penna e dal tratto Poggio allo Spillo-Passo della Crocina del crinale spartiacque, qui orientato Ovest-Est con lieve tendenza Nord e successiva declinazione Sud/Sud-Est verso Poggio Rovino; ad Est, dal contrafforte secondario della Bertesca; a Nord, dal contrafforte minore di Poggio Fonte Murata. La vallata è aperta verso Ovest sul pianoro sedimentato dell’antico lago de La Lama, oggi ambiente umido di torbiera. La profonda incisione a ridosso delle pendici del Monte Penna e di Poggio allo Spillo appartiene alla testata del Fosso delle Ripe, affluente del Fosso dei Forconali (14/11/11 - 17/10/13 – 13/01/16).

00e9/00e15 –Dalla sella che risale verso Poggio allo Spillo, vedute della Monte Penna dove si evidenziano l’inclinazione delle stratificazioni a reggipoggio che danno origine ad alcuni scoli del Fosso delle Ripe (26/01/12 – 2/07/20).

00f1/00f11 – La testata del Fosso delle Ripe vista dalla sella tra il Monte Penna e Poggio allo Spillo (27/12/19 – 2/07/20 – 10/05/21).

00g1/00g13 – Il Fosso delle Ripe alla confluenza nel Fosso dei Forconali (26/06/20).

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