Utente non registrato

scheda n. 5465 letta 351 volte

Fosso di S. Giavolo

inserita da Bruno Roba
Tipo : torrente
Altezza mt. : 1050
Coordinate WGS84: 43 49' 36" N , 11 52' 59" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

COORDINATE WGS84: Origine (Pian della Saporita) 43° 49’ 36” N / 11° 52’ 59” E - Termine (confluenza Bidente) 43° 50’ 01” N / 11° 53’ 38” E - QuoteOrigine (Pian della Saporita) 1050 m  - Termine (confluenza Bidente) 615 m - Sviluppo 1,3 km.

Testo di Bruno Roba (21/01/2022) - Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto di Spartiacque Appenninico compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.

La valle del Fiume Bidente di Pietrapazza riguarda il ramo più orientale del Bidente delimitato: ad Ovest, da un primo tratto del contrafforte secondario che, distaccatosi da Poggio allo Spillo, va a concludersi con il Raggio della Rondinaia; ad Est da un primo tratto del contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine diretto verso Cesena. La sua testata si sviluppa tra il Passo della Crocina e la vetta minore di Cima del Termine, estendendosi, ad Ovest, al tratto del contrafforte secondario compreso tra Poggio allo Spillo e Poggio della Bertesca, ad Est, al tratto del contrafforte principale, le Rivolte, compreso tra Cima del Termine ed il Crinale o Raggio del Finocchio; quest’ultimo, staccandosi presso la sella di Prato ai Grilli, posta prima del Poggiaccio, converge quindi verso l’Eremo Nuovo. Completa la delimitazione del sistema vallivo l’ulteriore convergenza delle dorsali generate dagli opposti contrafforti. Da un versante provengono le dorsali che si staccano dai Monti Moricciona e La Rocca, dall’altro versante proviene quella, rilevante, che dal Monte Castelluccio si dirige verso il Monte Casaccia terminando con il Monte Riccio (dove, strategicamente collocato, il Castrum montis Riccioli, almeno già dal 1321 sorvegliava ogni transito - ne restano vaghe tracce: «Anche sopra la via che va a Strabatenza, presso la località detta Ca’ di Veroli, ove dimora tuttora un ramo della famiglia Bardi, lassù rifugiatasi, fra i monti più alti, ai tempi delle famose contese medioevali, vedonsi i muri imponenti di un vecchio maniero, e quel luogo dicesi Montericcio»: D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 279). Qui, presso la confluenza dei Fossi di Strabatenza e Trappisa nel Bidente, a ridosso di Pian del Ponte, la Valle di Pietrapazza si restringe quasi a chiudersi creando una discontinuità con quella di Strabatenza, così rendendo possibile una specifica identità geo-morfologica. A valle dell’improvvidamente demolito ma mai idealmente rimosso villaggio di Strabatenza, pur senza soluzione di continuità morfologica, si modifica l’idronimo e il Bidente di Pietrapazza diviene di Strabatenza laddove confluisce il Fosso delle Cannetole, avente origine dalla piega tra i Monti La Rocca e Marino.

Ai passi e alle incisioni dello Spartiacque Appenninico corrispondono i rami degli affluenti più montani del Bidente: il Fosso del Rovino, già delle Capanne o Capannacce, il Fosso delle Ranocchie, lo stesso Fiume Bidente e il Fosso dei Segoni, già della Buca Prati o della Buca dei Preti, mentre i Fossi della Spiaggia o delle Spiagge e della Neve, che confluendo danno vita al Fosso della Bocca, già della Buca, hanno origine dal primo tratto del contrafforte principale tra Cima del Termine e lo stacco del Crinale del Finocchio. Il Fosso dell’Eremo, affluente del Fosso della Bocca con origine dal Crinale del Finocchio e il Fosso dell'Eremo Nuovo convergono da versanti opposti sul sito eremitico. I Fossi di S. Giavolo, dal Piano al Fondo o del Castagnaccio, Fondo Rignone già dell'Abetaccia, dei Pianelli, del Vallone, dei Poderini, di Cà dei Maestri, delle Fiurle, delle Case, del Poggiolo, delle Palaine di Mezzo, del Troghetto, del Trogo, del Paretaio, di Ricavoli e delle Cortine, nascono dal contrafforte secondario, quindi appartengono alla sx idrografica bidentina. I Fossi di Rio D’Olmo o Ridolmodella Capra, delle Graticce, e del Lastricheto, nascono dal contrafforte principale, mentre gli affluenti del Lastricheto, i Fossi della Capaccia, della Casaccia, del Podere e della Lastraccia, nascono dal crinale Castelluccio/Riccio, come pure i Fossi di Michelone e dei Pozzetti, comunque tutti appartengono alla dx idrografica bidentina

In particolare, il bacino idrografico del Fosso Fondo Rignone appartiene ad un tratto di versante orientale del contrafforte secondario, compreso tra Poggio della Bertesca, il terrazzamento orografico interglaciale di Pian della Saporita, l’area dell’Eremo Nuovo e la dorsale che staccandosi dietro Siepe dell’Orso si sviluppa fino al Bidente subito a monte di Pietrapazza, delimitando a Nord la valle dei Fossi del Vallone e dei Poderini, dorsale già detta Raggio di Valprandola, la parte alta e Raggio da Rignuno o Rignuni di Rignone, il tratto inferiore. Questo brano di territorio è reso particolarmente impervio dal susseguirsi di diramazioni montane che danno origine ad un fitto e quasi indistinguibile reticolo idrografico, tra cui si identificano il Fosso del Castagnaccio e il suo ramo alto, che forse indentifica l’intero torrente, significativamente detto dal Piano al Fondo (ovvero da Pian della Saporita al Fosso Fondo o al fondo vallivo), affluente del Fondo Rignone, e il Fosso di S. Giavolo, affluente del Bidente. Il ramo principale del Fosso Fondo Rignone (accoppiamento toponomastico accrescitivo del termine, dal latino classico, rivus e tardo latino rigus, con il significato sia di fossone, vallone sia di rigagnolo) ha origine dall’ampia sella del contrafforte al Paretaio, che costituisce passo montano di collegamento con la viabilità di crinale e con la Valle di Ridràcoli. Nel XVI secolo il Rignone era l’area più elevata che si estendeva fino all’Abetaccia e a S. Giavolo mentre l’Himo Rignone Rignone Basso riguardava l’area della Casetta, estendendosi fino a Cà dei Conti, a Petrella e al Mulino Milanesi di Pietrapazza o di Cà del Conte. L’area fino alla zona dell’Eremo Nuovo era detta Sangiavolo. Nel XVIII secolo la parte elevata era semplicemente detta Monte e i coltivi di Siepe dell’Orso erano detti i Campi da Monte.

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di PietrapazzaFiume Bidente di Pietrapazza e Fosso Fondo Rignone.

In base al Catasto Toscano (1826/34) nel sistema vallivo dei Fossi Fondo Rignone e di S. Giavolo, in ordine geografico, sorgevano i fabbricati di Siepe dell’orso, detto anche Mottoni, o Siepe all’Orso o Siepe dell’Orso di Sopra, oggi Siepe dell’Orso, restaurato, La Siepe dell’orso, poi distinto in Siepe dell’Orso di Mezzo e Siepe dell’Orso di Sotto, scomparso, Abetaccia Albaraccio Abataccio Abedaccio, nella Carta d'Italia I.G.M. odierna declinato l'AbetacciaCastagnaccio, in Carta d'Italia declinato il CastagnaccioRignone Rignoni o Rignuno Rignuni Casetta o Casetta di Cà del Conte, nel N.C.T. declinato La Casetta, ridotti a rudere. S.Giavolo, già S.Giavoli o Sangiavolo nella Carta d’Italia dell’I.G.M. precisato C.S.Giavolo, posto nel crinale di separazione dal fosso omonimo, e I Piani o Pian del Ghiro, posto nel crinale di separazione tra i Fossi di S. Giavolo e dell’Eremo Nuovo, sono anch’essi ridotti a rudere o pochi resti. In riva al Bidente, tra gli sbocchi dei due Fossi Fondo Rignone e di S. Giavolo, in un luogo già detto Macchia da Rignoni, si trovano i ruderi di Campo della Sega, già Campo alla Sega, c.d. dai caratteristici affioramenti delle stratificazioni marnoso-arenacee, a volte sporgenti e frammentati come denti di sega. Un ulteriore fabbricato scomparso era Il Baraccone, risalente all’epoca della ferrovia Decauville del Cancellino o della sua trasformazione in rotabile, cui si deve il lascito toponomastico relativo al sito dove sorgeva, presso il tornante stradale che aggira il contrafforte secondario e fronteggiante Siepe dell’Orso, evidente nelle vedute panoramiche. Sulle prime pendici orientali del Raggio di Rignone, scolanti sul Bidente ma anticamente appartenenti all’area di Rignone, si trovano Cà dei Conti, anticamente Casa del Conte e Cà del Conte, nel Catasto Toscano Cà de’ Conti, nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894) trascritto come oggi per intero, e Petrella, nella Carta d’Italia dell’I.G.M. odierna C. Petrella, altrimenti anonimo nella cartografia antica ma detto La Petrella. Presso Pietrapazza, in riva al fiume e di là dal ponte si trova il Mulino Milanesi o Mulino di Cà del Conte, presente ma anonimo nel Catasto Toscano, con il solo simbolo dell’Opificio a forza idraulica nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894) e con il solo simbolo del fabbricato in quella successiva del 1937.

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: - Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Abetaccia, Cà dei ContiLa Casetta, La PedrellaRignone S. Giavolo, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

- Il timore suscitato nell’immaginario collettivo dal possibile incontro con animali potenzialmente pericolosi rendeva frequente l’usanza di “battezzare” significativamente i luoghi di tali eventi: Cà dell’OrsoCà D’OrsoCà OrsarolaFonte LupaiaFossa dell’OrsoFossa del LupoMacchia d’OrsoOrsaiolaOrsaroPasso dei LupattiPian dei LupiPrato all’OrsoTana all’Orso. A proposito si può citare l’inchiesta leopoldina del 1766 sull’economia locale del territorio, estremamente povera e di sussistenza specie nelle zone montane, eventualmente integrata con i prodotti della pesca e della caccia ai piccoli animali; se la caccia ai mammiferi maggiori era riservata ai grandi proprietari con riserva dei rapaci e delle loro uova al Granduca, ricompense venivano concesse a chi uccideva lupi e orsi bruni, questi ultimi segnalati ancora nel 1733 presso i confini geografici.

- Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca, deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;

C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

G.L. Corradi, N. Graziani (a cura di), Il bosco e lo schioppo, Vicende di una terra di confine tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;

A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anastatica Castrocaro Terme 1989;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba – La valle del Fosso di S. Giavolo è facilmente visibile dal sent. 205 CAI (Pietrapazza-Eremo Nuovo), dai pressi della Maestà del Raggio. Il fosso si raggiunge tramite sentieristica non segnalata dai pressi della Bertesca verso S. Giavolo, per esperti.

foto/descrizione :

Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1/00a4 - Dal Monte Piano si può avere una delle più ampie viste dell’intero Spartiacque Appenninico e del contrafforte secondario che si stacca da Poggio allo Spillo/Passo della Crocina, con il suo tratto iniziale della Bertesca aggirato dalla S.F. del Cancellino al Baraccone, nel punto apparentemente sormontato dal Monte Penna, dove ha inizio il ramo principale del Fosso Fondo Rignone; Poggio della Bertesca costituisce con evidenza il vertice vallivo del Fosso del Castagnaccio mentre il Fosso di S. Giavolo incide il versante a SE del crinale dove sorge l’insediamento omonimo e nasce dal bordo di Pian della Saporita e dai pressi dell’Abetina di Brasco (1/01/12).

00b1/00b4 – Dal Monte Castelluccio, oltre il crinale che digrada dal Monte Càrpano, si apprezza l’intero complesso vallivo dei Fossi Fondo Rignone, Castagnaccio e S. Giavolo con le abetine restaurative degli insediamenti di Abetaccia e S. Giavolo (1/01/12).

00c1/00c4 – Dalle pendici del Monte Càrpano si evidenzia il profilo delle incisioni vallive (1/01/12).

00d1/00d7 - Dalla S.F. Nocicchio-Pietrapazza, presso il Poggiaccio, panoramiche e vedute del sistema vallivo dei Fossi Fossi Fondo Rignone, Castagnaccio e S. Giavolo, con indice cartografico di localizzazione degli insediamenti (3/10/11 – 15/11/11 - 16/02/17).

00e1 - 00e2 – Dalla dorsale che digrada dal Monte Càrpano, a monte de Le Graticce, veduta da remoto del sistema vallivo Fondo Rignone-Castagnaccio-S. Giavolo (1/09/16).

00f1 - 00f2 – 00f3 – Da Siepe dell’Orso, panoramiche e vedute della testata della valle del Fosso Fondo Rignone e delle dorsali che si staccano dal contrafforte dove nascono i primi affluenti, tra cui il Fosso del Castagnaccio, oltre il quale, sulla dx delle ultime vedute, si nota il poggio di S. Giavolo (27/06/12 – 5/10/16).

00g1/00g8 – Dalla dorsale di separazione tra le valli dei Fosso Fondo Rignone e del Vallone-dei Poderini, già Raggio di Valprandola e Raggio da Rignuno o del Valone, vedute delle dorsali che si staccano dal contrafforte e della valle del Fosso del Castagnaccio (sono indicati, a sx, il sito di S. Giavolo e il poggetto che cela il Castagnaccio – sono alla stessa quota!), con veduta finale del sistema vallivo verso il suo sbocco (8/09/20).

 

00h1/00h8 – Dal sent. 205 sul Crinale del Finocchio pressi Maestà del Raggio, vedute progressive della dorsale di S. Giavolo che separa i Fossi Fondo Rignone e S. Giavolo dell’area valliva dove sbocca il Fosso di S. Giavolo  (3/10/12 - 12/07/16 – 1/09/16).

00i1 – Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso dell’Eremo Nuovo e adiacenze.

00i2 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in neretto a fini orientativi.

00i3 – Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenziante il sistema insediativo, con utilizzo della toponomastica originale. Qui compare anche la toponomastica della viabilità principale di fondovalle e di crinale.

00i4 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, che nella prima metà del XX secolo venne integrato con il sistema delle mulattiere, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna.  

00i5 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, corrispondente alla situazione odierna.

 

00l1/00l10 – Dalla pista poderale che discende dalla S.F. del Cancellino, poco a monte della Bertesca, si stacca la mulattiera che reca a S. Giavolo aggirando due crinali prima di entrare nella valle del Fosso di S. Giavolo (29/06/16 – 25/02/21).

00m1/00m6 – Il ramo principale del Fosso di S. Giavolo (29/06/16).

{#emotions_dlg.10}