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Fosso di Susinello

inserita da Bruno Roba
Tipo : torrente
Altezza mt. : 1040
Coordinate WGS84: 43 49' 30" N , 11 54' 53" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

COORDINATE WGS84Origine (Il Poggiaccio) 43° 49’ 22” N / 11° 54’ 48” E - Viadotto (S.F. Nocicchio-Pietrapazza) 43° 49’ 30” N / 11° 54’ 53” E   - Termine (confluenza Fosso di Rio d'Olmo) 43° 49' 32' N / 11° 54' 29' E  - QuoteOrigine (Il Poggiaccio) 1050 m - Viadotto (S.F. Nocicchio-Pietrapazza) 1040 m - Termine (confluenza Fosso Rio d’Olmo) 800 m Sviluppo 580 m.

Testo di Bruno Roba (24/04/2022) - Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto di Spartiacque Appenninico compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.

La valle del Fiume Bidente di Pietrapazza riguarda il ramo più orientale del Bidente delimitato: ad Ovest, da un primo tratto del contrafforte secondario che, distaccatosi da Poggio allo Spillo, va a concludersi con il Raggio della Rondinaia; ad Est da un primo tratto del contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine diretto verso Cesena. La sua testata si sviluppa tra il Passo della Crocina e la vetta minore di Cima del Termine, estendendosi, ad Ovest, al tratto del contrafforte secondario compreso tra Poggio allo Spillo e Poggio della Bertesca, ad Est, al tratto del contrafforte principale, le Rivolte, compreso tra Cima del Termine ed il Crinale o Raggio del Finocchio; quest’ultimo, staccandosi presso la sella di Prato ai Grilli (che precede il Poggiaccio), prima converge verso l’Eremo Nuovo quindi segue il Bidente fino a Pietrapazza sempre più affilato per la confluenza con il Fosso di Rio d'Olmo. Completa la delimitazione del sistema vallivo l’ulteriore convergenza delle dorsali generate dagli opposti contrafforti. Da un versante provengono le dorsali che si staccano dai Monti Moricciona e La Rocca, dall’altro versante provengono la dorsale che si distacca dal Monte Càrpano e quella, rilevante, che dal Monte Castelluccio si dirige verso il Monte Casaccia terminando con il Monte Riccio (dove, strategicamente collocato, il Castrum montis Riccioli, almeno già dal 1321 sorvegliava ogni transito - ne restano vaghe tracce: «Anche sopra la via che va a Strabatenza, presso la località detta Ca’ di Veroli, ove dimora tuttora un ramo della famiglia Bardi, lassù rifugiatasi, fra i monti più alti, ai tempi delle famose contese medioevali, vedonsi i muri imponenti di un vecchio maniero, e quel luogo dicesi Montericcio» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 279, cit.). Qui, presso la confluenza dei Fossi di Strabatenza e Trappisa nel Bidente, a ridosso di Pian del Ponte, la Valle di Pietrapazza si restringe quasi a chiudersi creando una discontinuità con quella di Strabatenza, così rendendo possibile una specifica identità geo-morfologica. A valle dell’improvvidamente demolito ma mai idealmente rimosso villaggio di Strabatenza, pur senza soluzione di continuità morfologica, si modifica l’idronimo e il Bidente di Pietrapazza diviene di Strabatenza laddove confluisce il Fosso delle Cannetole, avente origine dalla piega tra i Monti La Rocca e Marino.

Ai passi e alle incisioni dello Spartiacque Appenninico corrispondono i rami degli affluenti più montani del Bidente: il Fosso del Rovino, già delle Capanne o Capannacce, il Fosso delle Ranocchie, lo stesso Fiume Bidente e il Fosso dei Segoni, già della Buca Prati o della Buca dei Preti, mentre i Fossi della Spiaggia o delle Spiagge e della Neve, che confluendo danno vita al Fosso della Bocca, già della Buca, hanno origine dal primo tratto del contrafforte principale tra Cima del Termine e lo stacco del Crinale del Finocchio. Il Fosso dell’Eremo, affluente del Fosso della Bocca con origine dal Crinale del Finocchio e il Fosso dell’Eremo Nuovo convergono da versanti opposti sul sito eremitico. I Fossi di S. Giavolo, dal Piano al Fondo o del Castagnaccio, Fondo Rignone già dell’Abetaccia, dei Pianelli, del Vallone, dei Poderini, di Cà dei Maestri, delle Fiurle, delle Case, del Poggiolo, delle Palaine di Mezzo, del Troghetto, del Trogo, del Paretaio, di Ricavoli e delle Cortine, nascono dal contrafforte secondario, quindi appartengono alla sx idrografica bidentina. Il Fosso di Rio d'Olmo o Ridolmo con i suoi affluenti della Capra, di Susinello e delle Graticce, e il Fosso del Lastricheto, nascono dal contrafforte principale, mentre gli affluenti del Lastricheto, i Fossi della Capaccia o della Casacciadel Podere, della Lastraccia e Castelluccio, nascono dal crinale Castelluccio/Riccio, come pure i Fossi di Michelone e dei Pozzetti, comunque tutti appartengono alla dx idrografica bidentina.

In particolare, dopo il distacco, la dorsale dal Monte Càrpano presto si biforca a racchiudere la valle del Fosso delle Graticce, e, mentre il suo ramo di libeccio la divide da quella del Rio d'Olmo, il ramo di grecale (detto Crinale delle Graticce) parallelamente converge con la dorsale del Monte Castelluccio sul Bidente delimitando la Valle del Lastricheto. Il Fosso delle Graticce gode di un’autonomia valliva pressoché integrale, infatti come affluente contribuisce al fosso principale a soli 180 m dal suo termine. Il Fosso di Susinello si attesta sul tratto di contrafforte a settentrione del Poggiaccio e il Fosso della Capra ha origine dall’anfiteatro morfologico del Monte Càrpano esposto a libeccio. La dorsale nota per il suo impervio Crinale del Finocchio, che, come detto, si stacca da Cima del Termine all’altezza di Prato ai Grilli, completa il disegno morfologico-ambientale del bacino idrografico del Fosso di Rio d'Olmo, evidenziando i salti di quota e il picco piramidale dell’area anticamente detta Le Palestre o la colossale “marmitta dei giganti” creata dall’azione erosiva dell’acqua nel percorrere gli ultimi meandri attorno agli sbalzi marnoso-arenacee degli sproni finali. Gratificata da toponomastica prevalentemente descrittiva e migliorativa, forse per condizioni ambientali favorevoli, nel XVI secolo l’area del Ridolmo veniva distinta nel fondovalle verso Pietrapazza Casaccia, detto Himo o Imo Ridolmo Ridolmo Basso, nell’area centrale limitata a Ridolmo, poi Ridolmo Vecchio, mentre il Sommo Ridolmo era l’area più elevata che si estendeva dal crinale del Monte Càrpano (anticamente M. Carpi) al monte del Finocchio, alle Palestre e al Prato al Grillo, quindi comprendendo Casina di RidolmoCasina Susinello.

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di PietrapazzaFiume Bidente di Pietrapazza e Fosso di Rio d’Olmo.

In base al Catasto Toscano nel sistema vallivo del Fosso di Rio d'Olmodi Susinello e della Capra, sorgevano i seguenti fabbricati, tutti insediati nel versante meglio esposto in dx idrografica, oggi totalmente ricoperto dagli impianti restaurativi di pinacee in luogo dei coltivi e pascoli che ne hanno determinato e/o incrementato l’instabilità idrogeologica: Casaccia (scomparso); Rivo d’Olmo o Cà Riodolmo o Ridolmo Ridolmo Vecchio (scarsi resti), nel Catasto Toscano Rio d’Olmo, Nella Carta d'Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) C. Rio d’Olmo, nella cartografia escursionistica moderna Ca RidolmoRidolmo Casina di Ridolmo (rudere), nel Catasto Toscano Casina, nella cartografia escursionistica moderna C. Rio d’Olmo (Casina Biozzi)Casina (scomparso), come tale presente solo nel Catasto ToscanoSusinello (scarsi ruderi), come tale nel Catasto Toscano, o Succinello, nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto C. Susinello. Nell’area è da segnalare inoltre la citata Maestà della Casaccia (restaurata), mentre gli scarsi resti di Case di Monte CàrpanoM.e Càrpano nel Catasto Toscano, si trovano sul crinale che risale il monte, presso l’incrocio desueto sopra descritto. Il versante sx della valle è ricoperto da una giovane e fitta faggeta, attraversata da un fitto reticolo di percorsi che risale fino al crinale probabilmente legato alle attività di esbosco, e, per quanto non particolarmente accidentato, appare anche storicamente pressoché privo di insediamenti o ricoveri, salvo la probabile collocazione di Case di Sotto (scarsi ruderi), anonimo nel Catasto Toscano, ricadente nell’area dell’Eremo nuovo di Sotto o Himo Lermonovo, cui sono da riferire pure la Casina del Raggio (scomparso e mai cartografato) e la Maestà del Raggio (restaurata), posti sul Crinale del Finocchio.

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: - Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Riodolmo (1 fabbricato non dimensionato corrispondente a Ridolmo Vecchio, 2 fabbricati corrispondenti a Casina Ridolmo, solo uno dimensionato) e La Casaccia, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

- Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca, deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;

C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba -  La valle del Fosso di Susinello si vede dal viadotto del Poggiaccio, sulla S.F. Nocicchio-Pietrapazza nonché sent. 201 CAI, MTB 19, Cammino o Ciclovia di S. Vicinio e GRANDE ANELLO VAL DI BAGNO. Con qualche difficoltà si può scendere fino al fondovalle (per esperti) seguendo tratti della mulattiera Ridolmo-Susinello e proseguendo a valle di Susinello.

foto/descrizione :

Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1 – 00a2 - 00a3 – Dai pressi del Monte Roncacci, oltre il Raggio da Rignuni o di Rignone, che delimita la valle del Fosso dei Poderini, vedute del contrafforte principale dove si innalzano i Monti Castelluccio e Càrpano e si aprono le valli del Lastricheto, delle Graticce e di Rio d’Olmo, quindi da Cà di Giorgio, scorcio del Crinale delle Graticce e, nel fondovalle, di Cà di Pasquino (5/10/16 – 4/11/16).

00b1/00b4 – Dalla dorsale di separazione tra le valli dei Fosso Fondo Rignone e del Vallone-dei Poderini, già Raggio di Valprandola e Raggio di Rignone, vedute delle dorsali che si staccano dal contrafforte (Crinale delle Graticce, Crinale del Finocchio) e delle valli dei Fossi delle Graticce, di Rio d’Olmo, della Capra e di Susinello (8/09/20 - 28/03/22).

00c1 - 00c2 - 00c3 – Dal sent. 221, tra Pietrapazza e Siepe dell’Orso, panoramiche e vedute dei sistemi vallivi di Rio d’Olmo e Pietrapazza, con indice fotografico (9/05/13).

00d1/00d5 – Prima da San Giavolo poi dai prati della Bertesca, tra i picchi del Monte Càrpano e del Poggiaccio si notano le alte valli dei Fossi della Capra e di Susinello, separate da un picco intermedio, mentre l’origine del Fosso di Rio d’Olmo è occultata dal Crinale del Finocchio; viste ravvicinate sulla sella del viadotto del Poggiaccio, che fa testata al Fosso di Susinello (24/08/11 - 29/06/16).

00e1/00e16 - Dalla S.F. Nocicchio-Pietrapazza, tra il Poggiaccio e il viadotto, panoramiche e vedute della valle del Fosso di Rio d’Olmo dalla testata del Fosso di Susinello, mentre il ramo principale si incassa a ridosso del Crinale del Finocchio; il versante insediativo, godente della migliore esposizione ed in passato utilizzato per coltivi e pascolo che hanno incrementato l'instabilità idrogeologica, è oggi totalmente ricoperto da impianti resturativi di pinacee (3/10/11 – 15/11/11 – 16/02/17 – 8/03/17 – 15/03/17).

00f1 – 00f2 - 00f3 – Dalle pendici del Monte Càrpano si notano le diramazioni del contrafforte che delimitano la valle del Rio d’Olmo (3/10/11).

00g1 – Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso di Rio d’Olmo.

00g2 – Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenziante il sistema insediativo, con utilizzo della toponomastica originale. Qui compare anche la toponomastica della viabilità principale di fondovalle e di crinale.

00g3 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, corrispondente alla situazione odierna.

00g4 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in neretto a fini orientativi.

00g5 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, che, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna, venne integrato con il sistema delle mulattiere.  

 

00h1/00h11 – La mulattiera proveniente da Ridolmo, oltrepassato Susinello attraversa le diramazioni di origine del fosso omonimo quindi raggiunge il fondovalle, da cui se ne nota l’ultimo tratto (8/03/17).

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