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La Petrella

inserita da Bruno Roba
Tipo : rudere
Altezza mt. : 586
Coordinate WGS84: 43 50' 41" N , 11 53' 47" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (25/06/2022) - Il bacino idrografico del Fosso Fondo Rignone appartiene ad un tratto di versante orientale del contrafforte secondario, compreso tra Poggio della Bertesca, il terrazzamento orografico interglaciale di Pian della Saporita, l’area dell’Eremo Nuovo e la dorsale che staccandosi dietro Siepe dell’Orso si sviluppa fino al Bidente subito a monte di Pietrapazza, delimitando a Nord la valle dei Fossi del Vallone e dei Poderini, dorsale già detta Raggio di Valprandola, la parte alta e Raggio da Rignuno o Rignuni di Rignone, il tratto inferiore. Questo brano di territorio è reso particolarmente impervio dal susseguirsi di diramazioni montane che danno origine ad un fitto e quasi indistinguibile reticolo idrografico, tra cui si identificano il Fosso del Castagnaccio e il suo ramo alto, che forse indentifica l’intero torrente, significativamente detto dal Piano al Fondo (ovvero da Pian della Saporita al Fosso Fondo), affluente del Fondo Rignone, e il Fosso di S. Giavolo, affluente del Bidente. Il ramo principale del Fosso Fondo Rignone (accoppiamento toponomastico accrescitivo del termine, dal latino classico, rivus e tardo latino rigus, con il significato sia di fossone, vallone sia di rigagnolo) ha origine dall’ampia sella del contrafforte al Paretaio, che costituisce passo montano di collegamento con la viabilità di crinale e con la Valle di Ridràcoli. Nel XVI secolo il Rignone era l’area più elevata che si estendeva fino all’Abetaccia e a S. Giavolo mentre l’Himo Rignone Rignone Basso riguardava l’area della Casetta, estendendosi fino a Cà dei Conti, a Petrella e al Mulino Milanesi di Pietrapazza di Cà del Conte. L’area fino alla zona dell’Eremo Nuovo era detta Sangiavolo. Nel XVIII secolo la parte elevata era semplicemente detta Monte e i coltivi di Siepe dell’Orso erano detti i Campi da Monte.

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di PietrapazzaFiume Bidente di Pietrapazza e Fosso Fondo Rignone.

In base al Catasto Toscano (1826/34) nel sistema vallivo dei Fossi Fondo Rignone e di S. Giavolo, in ordine geografico, sorgevano i fabbricati di Siepe dell’orso, detto anche Mottoni, o Siepe all’Orso o Siepe dell’Orso di Sopra, oggi Siepe dell’Orso, restaurato, La Siepe dell’orso, poi distinto in Siepe dell’Orso di Mezzo e Siepe dell’Orso di Sotto, scomparso, Abetaccia Albaraccio Abataccio Abedaccio, nella Carta d'Italia I.G.M. odierna declinato l'AbetacciaCastagnaccio, nella Carta d'Italia declinato il CastagnaccioRignone Rignoni Rignuno Rignuni Casetta o Casetta di Cà del Conte, nel N.C.T. declinato La Casetta, ridotti a rudere. S. Giavolo, già S. Giavoli o Sangiavolo nella Carta d’Italia dell’I.G.M. precisato C. S. Giavolo, posto nel crinale di separazione dal fosso omonimo, e I Piani o Pian del Ghiro, posto nel crinale di separazione tra i Fossi di S. Giavolo e dell’Eremo Nuovo, sono anch’essi ridotti a rudere o pochi resti. In riva al Bidente, tra gli sbocchi dei due Fossi Fondo Rignone e di S. Giavolo, in un luogo già detto Macchia da Rignoni, si trovano i ruderi di Campo della Sega, già Campo alla Sega, c.d. dai caratteristici affioramenti delle stratificazioni marnoso-arenacee, a volte sporgenti e frammentati come denti di sega. Un ulteriore fabbricato scomparso era Il Baraccone, risalente all’epoca della ferrovia Decauville del Cancellino o della sua trasformazione in rotabile, cui si deve il lascito toponomastico relativo al sito dove sorgeva, presso il tornante stradale che aggira il contrafforte secondario e fronteggiante Siepe dell’Orso, evidente nelle vedute panoramiche. Sulle prime pendici orientali del Raggio di Rignone, scolanti sul Bidente ma anticamente appartenenti all’area di Rignone, si trovano Cà dei Conti, anticamente Casa del Conte e Cà del Conte, nel Catasto Toscano Cà de’ Conti, nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894) trascritto come oggi per intero, e Petrella, nella Carta d’Italia dell’I.G.M. odierna C. Petrella, altrimenti anonimo nella cartografia antica ma detto La Petrella. Presso Pietrapazza, in riva al fiume e di là dal ponte si trova il Mulino Milanesi o Mulino di Cà del Conte, presente ma anonimo nel Catasto Toscano, con il solo simbolo dell’Opificio a forza idraulica nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894) e con il solo simbolo del fabbricato in quella successiva del 1937.

L’insediamento della Petrella è documentato fin dalla prima metà del XVII secolo e, nei primi secoli, saltuariamente abitato dai mugnai del sottostante Mulino delle Graticce, sull’opposto versante fluviale. Dal 1688, con la costruzione dell’Oratorio dei SS. Jacopo e Filippo a Cà dei Conti, il suo podere ne costituì dotazione, mentre, per i secoli successivi la casa veniva abitata da braccianti in precaria disponibilità economica. Una mappa dell’Archivio Comunale di Bagno di Romagna, datata 1888-1913 (cfr. AA.VV., 1989 e C. Bignami, A. Boattini, 2018, cit.), riguardante l’attribuzione delle numerazioni civiche, assegna a Petrella il n. 39, quando l’abitazione risulta costituita di 3 vani. L’insediamento è stato abbandonato al principio degli anni ’40, pertanto, per la fatiscenza maturata nel trentennio successivo, in occasione della cessione all’A.R.F. non risultano registrate consistenze edilizie.

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: - Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Abetaccia, Cà dei ContiLa CasettaLa PedrellaMolinoRignone S. Giavolo, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

- Il timore suscitato nell’immaginario collettivo dal possibile incontro con animali potenzialmente pericolosi rendeva frequente l’usanza di “battezzare” significativamente i luoghi di tali eventi: Cà dell’Orso, Cà D’Orso, Cà Orsarola, Fonte LupaiaFossa dell’Orso, Fossa del Lupo, Macchia d’OrsoOrsaiolaOrsaroPasso dei Lupatti, Pian dei Lupi, Prato all’Orso, Tana all’Orso. A proposito si può citare l’inchiesta leopoldina del 1766 sull’economia locale del territorio, estremamente povera e di sussistenza specie nelle zone montane, eventualmente integrata con i prodotti della pesca e della caccia ai piccoli animali: se la caccia ai mammiferi maggiori era riservata ai grandi proprietari con riserva dei rapaci e delle loro uova al Granduca, ricompense venivano concesse a chi uccideva lupi e orsi bruni, questi ultimi segnalati ancora nel 1733 presso i confini geografici.

- Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca, deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;

E. Agnoletti, Viaggio per le valli bidentine, Tipografia Poggiali, Rufina 1996;

C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

G.L. Corradi e N. Graziani (a cura di), Il bosco e lo schioppo. Vicende di una terra di confine tra Romagna e Toscana, Le Lettere, Firenze 1997;

M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba -  Petrella si trova a circa 200 m dalla S.F. Poggio alla Lastra-Pietrapazza, sterrata transitabile di circa 10 km, e si raggiunge tramite la mulattiera che si distacca all’altezza di Cà di Pasquino (posto a 650 m da Pietrapazza) da un ponticello sul Bidente non transitabile, quindi devia dal tracciato per Cà dei Maestri risalendo il crinaletto che passa da Petrella dirigendosi verso Cà dei Conti. Si può raggiungere anche da Casetta. Per esperti.

foto/descrizione :

Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1 – 00a2 - 00a3 – Dalla S.F. Nocicchio-Pietrapazza, presso il Poggiaccio, panoramiche con indice cartografico di localizzazione degli insediamenti (15/11/11 – 16/02/17).

00b1 – 00b2 – 00b3 - Dal versante insediativo delle Graticce, pressi Cà di Mengaglia, vedute della valle che prosegue stretta oltre Pietrapazza: sul versante in dx idrografica si notano i ripidi prati dei Pianacci, sull’impervio versante opposto si scorgono Ca del Conte, Petrella e Cà dei Maestri, con indice cartografico e segnalazione di tratti della mulattiera (19/04/18).

00c1/00c9 – Dalla mulattiera diretta al Pianaccio e dal crinale delle Graticce ad esso sovrastante, panoramiche e vedute ravvicinate su Pietrapazza (dove si evidenziano la chiesa ed il picco perfettamente piramidale dove sorgeva l’antica chiesa) e del versante opposto, con vedute ravvicinate di Petrella (si scorge Cà di Pasquino) (23/03/22).

00d1/00d5 – Da Cà di Pasquino, sul versante opposto, scorci di Petrella (23/03/22).

00e1 – Particolare pittorico di foto degli anni ’70 , probabilmente ripresa dal primo tratto della mulattiera che da Pietrapazza risaliva al Pianaccio, dove si notano Petrella, disabitato da un trentennio e ormai fatiscente e Cà dei Maestri, nell’immediatezza dell’abbandono.

00f1 – Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso dell’Eremo Nuovo e adiacenze.

00f2 – Schema da mappa catastale dei primi decenni del XIX secolo, con riporto della toponomastica originale, qualora mancante differenziata dal corsivo moderno.

00f3 – Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in neretto a fini orientativi.

00f4 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, che nella prima metà del XX secolo venne integrato con il sistema delle mulattiere, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna.  

00f5 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, corrispondente alla situazione odierna.

00g1/00g4 – Vedute del Ponte al Mulino delle Graticce che consente di attraversare il Bidente collegando le mulattiere di Cà dei Maestri e di Cà dei Conti alla Mulattiera del Bidente e a Pietrapazza (12/08/16 - 5/10/16).

00h1/00h4 – Primo tratto della mulattiera di Cà dei Maestri, poi S. Vic.le Siepe dell’Orso-Cà di Giorgio-Cà di Maestri, fino all’innesto della mulattiera di Cà del Conte, poi S. Vic.le Cà dei Conti, e al sito di Petrella (12/08/16 - 5/10/16).

00i1/00i4 – Vedute dei ruderi di Petrella: lato valle con parete occidentale sul bordo del dirupo (12/08/16).

00i5/00i9 – Lato orientale, verso Cà di Pasquino, con ingresso della stalla (12/08/16).

00i10/00i15 – Lato monte, con rampa/terrazzamento di accesso al livello superiore, di cui pare riconoscere lo stipite dx dell’accesso al fienile, mentre del corpo abitativo rimangono i resti sulla sx, insieme a quelli dello stalletto (12/08/16).

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