Di valle in valle - Terra Acqua e Fuoco
Terme, Castelli, Ponti, Eremi, un piccolo vulcano e tutto attorno il "sornione" Appennino.
Itinerario che passando di valle in valle percorre antichi tracciati e passi di collegamento poco conosciuti.
Richiede almeno due giorni
Periodo consigliato - tutte le stagioni
Km 127


Forlì - Montepoggiolo - Terra del Sole - Castrocaro
tratto di Km 11
(oltre alla deviazione di Montepoggiolo)

Partiamo da Forlì, e più precisamente dal ponte che attraversa il fiume Montone, seguendo le indicazioni Firenze, Castrocaro.Si risale velocemente il primo tratto della vallata del Montone ed in breve giungiamo alla frazione Rovere, neanche cento metri e dobbiamo lasciare la strada principale seguendo le indicazioni per Castrocaro - Terra del Sole.
Prima di giungere al paese, in prossimità di una semicurva, prendere deviazione sulla destra (segnalazioni poco visibili) per Montepoggiolo, un paio di chilometri su strada stretta, in forte salita, ma asfaltata e siamo ai piedi della rocca.
Qui occorre lasciare l'auto e proseguire a piedi su di un tratturo chiuso da sbarra.
Naturale vedetta della cittadina di Terra del Sole, ma di origini ben più antiche, versa in stato di degrado ed è visitabile solo esternamente.
Baluardo a forma romboidale con quattro possenti torrioni circolari, assunse particolare importanza per la sua posizione agli estremi confini della Romagna Toscana e dominante su tutta la pianura romagnola.
Una passeggiata attorno al castello, un veloce sguardo verso la sottostante sconfinata pianura e riprendiamo il viaggio ripercorrendo a ritroso la strada di provenienza.
Riguadagnato il fondovalle ci dirigiamo verso Terra del Sole e parcheggiata l'auto ci accingiamo a scoprire questa caratteristica cittadella rinascimentale.
Antica città fortezza fondata nel 1564 con funzioni di controllo e di dogana al confine fra i territori dominati dallo stato Pontificio e la Romagna Toscana, conserva ancora oggi la sua antica fisionomia.
Circondata da alte ed ancora quasi intatte mura bastionate all'interno delle quali si sviluppa un insediamento simmetrico composto da quattro isolati.
Diversi i punti di interesse: dalle ben conservate mura bastionate, alle porte di accesso (Fiorentina e Romana) con i castelli che le sovrastano, rispettivamente Castello del Capitano delle Artigilierie e Castello del Governatore.
Percorrendo l'antica via che unisce le due porte non sfuggirà al visitatore più attento la ricerca di simmetria che caratterizza lo spirito architettonico rinascimentale.
Ai lati dei borghi Romano (destinato alle guarnigioni) e Fiorentino (abitazioni civili) una lunga serie di palazzi e case a schiera la cui altezza coincide con la larghezza della strada.
Centro della cittadella la grande piazza d'armi sulla quale si affacciano l'inconfondibile palazzo Pretorio, un tempo anche sede delle carceri medicee, e la chiesa di Santa Reparata.
Cittadella piccola, ma da visitare con la dovuta calma e, se si ha la fortuna di trovare aperto il portone del Palazzo Pretorio, da non perdere la visita al pittoresco cortiletto interno.
Eliopoli - La città del Sole - simboleggia "la città ideale" del rinascimento Italiano, ossia un microcosmo che riflette la perfezione dell'universo il cui simbolo è appunto il sole.
Un lungo e diritto viale alberato ci consente di raggiungere la vicina Castrocaro Terme.
Cittadina votata la turismo termale, con stabilimento dotato di un grande e godibile parco, conserva nella parte più antica palazzi di un certo pregio e l'antica Fortezza, raggiungibile sia in auto che a piedi per irto stradello .
La struttura, visitabile, è formata da tre distinti nuclei che rappresentano anche le epoche storiche della sua costruzione.
Il girone del quale fanno parte il Maschio e la torre a pianta pentagonale alta 32 metri.
La Rocca che comprende le Porte d'ingresso, il Cammino di Ronda, il Corpo di Guardia, la Piccola Corte, la Corte Grande, la Cortina est, il Palazzo del Castellano, e la Torre delle Segrete.
Gli Arsenali Medicei secolo XVI - ad oggi non visitabili - caratterizzati dall'enorme muraglia in cotto e formati da tre vasti ambienti, il primo a cielo aperto, gli altri due con grandi volte a botte.
Maniero strategico ed importante per la difesa del territorio, già possedimento dell'Arcivescovato di Ravenna e sucessivamente del Papato, dopo lunghe trattative passò alla Repubblica di Firenze, perse di importanza dopo la costruzione della vicina città fortezza di Terra del Sole.

Montepoggiolo
Montepoggiolo
terra del sole
Palazzo pretorio - Tera del Sole

castrocaro
Castrocaro - castello
castrocaro
Castrocaro -Padiglione delle feste

Castrocaro - Montepaolo - Dovadola - Rocca San Casciano
tratto Km 19
(oltre alla deviazione di Montepaolo)

Un recente riammodernamento della statale ci consente, dopo aver letteralmente scavalcato la frazione di Pieva Salutare, di raggiungere velocemente l'abitato di Dovadola.
Poco prima di entrare in paese, fare attenzione sulla destra ad una interessante deviazione con indicazioni Montepaolo.
Seguiamo questa direzione e in 7 Km di strada tortuosa ma interamente asfaltata giungiamo all'eremo posto su un colle a 440 mt s.l.m.
In questo luogo ameno tutto è incentrato sulla vita e l'opera di Sant'Antonio da Padova.
Dal piazzale antistante la chiesa, edificata nel 1222 e ricostruita nel 1900, si diparte un percorso con mosaici raffiguranti la vita e le opera del Santo.
Nel boschetto sottostante il sentiero della speranza, che conduce ad una chiesetta edificata nel 1908 nei pressi della grotta (poi crollata) dove si dice il Santo si ritirasse in preghiera.
Ripercorriamo a ritroso l'ultimo tratto di strada soffermandoci più volte ad ammirare il panorama sulla sottostante vallata del Montone, e giunti a fondovalle riprendiamo il nostro percorso.
Un centinaio di metri e attraversiamo un ponte con doppia curva che scavalcando il fiume Montone ci cosente di entrare a Dovadola, l'antica "duo vadora" (la città dei due guadi), e subito notiamo in alto sulla sinistra i resti della Rocca dei Conti Guidi sovrastata dalla possente torre a sezione quadrata alta 30 metri. Il complesso non è visitabile.
La visita al centro della cittadina richiede pochi minuti ed è concentrata quasi esclusivamente alla piazza C. Battisti, sulla quale si affacciano i palazzi più importanti, fra i quali ricordiamo il Palazzo Biscia e la Torre dell'orologio sotto la quale si apre la porta di acceso alla città murata (l'antico nucleo fiorentino) visitabile ed ancora in parte abitata.
Percorriamo ora la centrale Via Matteotti fino a raggiungere piazza Marconi, dove occorre deviare sulla destra ed oltrepassare il ponte sul Montone. Dopo circa 1 Km si giunge alla Abbazia di S. Andrea (secolo XI).
Circondata da un parco ricco di piante secolari (abeti e ippocastani), con a fianco l'antico edifico monastico, successivamente trasformato in villa ed attualmente destinato a luogo di ospitalità per i visitatori del sarcofago di Benedetta Bianchi Porro conservato nell' Abbazia.
L'intero complesso è luogo di culto molto conosciuto e meta di pellegrinaggio, al suo interno in un sarcofago di bronzo riposano le spoglie mortali della Beata Benedetta Bianchi Porro.
(giovane poliomelitica affetta da una grave malattia, raro esempio di carità e virtù, morta in concetto di santità).
La valle che qui inizia e restringersi, un'imponente parete scoscesa marnoso arenacea a picco sul fiume Montone, i colli ormai quasi montagne che fanno da cornice al paese, assieme al tranquillo scorrere del fiume che con una larga curva abbraccia l'intero abitato, completano la nostra visita a Dovadola.
Seguono circa 9 chilometri di strada ben percorribile e in buona parte recentemente ampliata per raggiungere Rocca San Casciano, importante centro della vallata che il Repetti cita come "Terra illustre, Capoluogo di Comunità e di Giurisdizione, con Tribunale di prima istanza".
Una sosta nella piazza principale del paese (piazza Garibaldi) è d'obbligo.
Una delle poche piazze Italiane di forma triangolare, sulla quale si affacciano numerosi palazzi quasi tutti porticati, fra cui spiccano il palazzo Pretorio con l'attigua torre civica (XIV e XVI secolo) con orologio e statua del settecento raffigurante la Madonna addolorata.
Da notare la chiesetta del Suffragio, il palazzo del Tribunale e raggiungere infine il ponte del 1600 sul fiume Montone nei pressi del lato più stretto della piazza.
Percorrere il pittoresco"borgo di sotto" (via Cairoli) che partendo dalla piazza principale conduce in pochi passi all'antico convento.
Lungo questa via non tralasciamo la visita alla settecentesca chiesa di Santa Maria.

montepaolo
Montepaolo - grotta del Santo
Dovadola
Dovadola - Loggiato delle insegne dei Capitani del Popolo
Rocca SC
Rocca San Casciano - piazza Garibaldi
Rocca SC
Rocca San Casciano - Castellaccio

Rocca S.C. - Strada San Zeno - Premilcuore
tratto di Km 22

Lasciamo ora la vallata del Montone, e utilizzando un tratto dell'antica "traversa di Romagna", e più precisamente il valico delle "Cento forche" ci dirigiamo verso la vallata del Rabbi, indicazioni San Zeno - Galeata.
Lungo questa strada a circa 2 chilometri da Rocca, possibile deviazione per San Donnino in Soglio (segnalata) interessante abbazia del 1100 circa, posta in buona posizione panoramica.
Il passo misura poco più di 11 chilometri, tortuosi e con buone pendenze, lungo il tragitto non si incontrano centri abitati ma solo case sparse, in parte diroccate, sul passo vecchio caseggiato già sede di una riserva di caccia.
Con un'altezza di 551 metri consente di ammirare ampi panorami su entrambi i versanti.
Poche purtroppo le piazzole e le possibilità di sosta.
Al termine della discesa giungiamo sulla statale 9/Ter del Rabbi, nella quale ci immettiamo svoltando a destra (verso monte).
Risaliamo lentamente la vallata del Rabbi, il torrente stretto fra i monti Girone e Altaccio si mantiene quasi sempre nascosto alla vista ad eccezione del doppio attraversamento in località Fantella.
Sono circa 11 chilometri tortuosi e relativamente impegnativi che transitando per zone a bosco intervallate da coltivi ci conducono a Premilcuore nostra prossima meta.
Le prime case sparse, il torrente che si riavvicina alla strada e l'imponente sagoma della Pieve di san Martino all'Oppio sono le prime avvisaglie che stiamo arrivando al paese.
Il paesaggio diviene ora tipicamente "montano", la valle si insinua stretta fra i contrafforti dei monti Gemelli (1206), Guffone (1198) e al di là del fiume inizia a profilarsi il primo ordinato gruppo di case.
Il paese costruito su uno sperone roccioso si trova quasi per intero in sponda destra del fiume Rabbi che lo circonda da tre lati.
Parcheggiare l'auto è quasi d'obbligo, attraversato il ponte che si trova di fronte alla strada per Portico e Bocconi svoltare a destra, parcheggiare ed incamminarsi a piedi verso il paese.
Sono pochi passi con il torrente Rabbi sulla destra che in questo punto mostra uno dei suoi aspetti più pittoreschi, e ci imbattiamo subito in un antico palazzotto del borgo sorto ai piedi della cinta muraria del castello dei Guidi, sormontato da una caratteristica torretta cilindrica.
Accediamo alla murata attraverso la vicina Porta di Sotto e siamo quasi subito nella piccola piazza Ricci sulla quale si affaccia l'imponente palazzo Briccolani, costruzione settecentesca di proprietà privata.
Addentrarsi nelle viuzze lastricate del vecchio borgo (parte alta del paese), oppure scendere verso il Rabbi percorrendo l'angusta via omonima, per riuscire ad apprezzare in pieno le caratteristiche di questo antico borgo medioevale.
Usciamo poi dalle mura attraverso la seconda porta del paese, porta Fiorentina, la parte superiore merlata è stata più volte rimaneggiata e ricostruita, l'orologio risale al 1593.
I dintorni di Premilcuore meritano sicuramente un' escursione, per la quale occorre almeno un'intera giornata.
Solo per citarne alcuni, la vicina area fluviale attrezzata, il ponte Nuovo, il ponte del Gorgolaio , Castel dell'Alpe, Fiumicello.

100forche
valico Centoforche
Premilcuore
Premilcuore

Premilcuore - Passo Valbura - Bocconi - Portico di Romagna
tratto di Km 15

ATTENZIONE Passo della Valbura - Causa una frana avvenuta nel 2014 la strada è chiusa al traffico nel tratto interessato allo smottamento (km 6+500) versante vallata del Montone
Ad oggi - agosto 2020 - la viabilità non è stata ripristinata nè è noto quando potrà essere transitabile.
Per completare l'itinerario occorre portarsi al valico dei tre faggi, poi dalla fraziona Cavallino riportarsi al Passo del Muraglione e ridiscendere la vallata del Montone.
Oppure riportarsi a Strada San Zeno e seguire le indicazioni per Rocca San Casciano.

Riprendiamo il nostro viaggio, ripromettendoci di tornare in questo angolo dell'Appennino dedicandogli un' intera giornata, e riguadagnata la Statale imbocchiamo la deviazione per Portico-Bocconi - il Passo della Valbura.
Ardito passo detto anche del Manzo fra le valli del Montone e del Rabbi - la strada è stretta ed in alcuni punti priva di potezioni laterali, caratterizzato da lunghi tratti scoperti dai quali è possibile ammirare interessanti scorci sulle sottostanti vallate, la pendenza resta sempre importante, con tornanti a raggio molto stretto.
Nonostante questo però la bellezza degli ampi panorami, il susseguirsi di zone sassose, aride e coltivate, e l'ampia piazzola panoramica sul valico dominante la vallata del Rabbi giustificano sicuramente il non facile tragitto di circa 12 chilometri.
Giunti sulla statale svoltiamo a sinistra, in direzione Bocconi - San Benedetto - Passo del Muraglione.
Breve deviazione fino a Bocconi (meno di un chilometro).
Percorrendo il nucleo storico posto nella parte sottostante l'abitato notiamo la slanciata Torre di vigilianza di Vigiacli (secolo XV), utilizzata dalle sentinelle di guardia al castello che sorgeva sul cocuzzolo a monte dell'abitato di Bastia (oggi distrutto). Dalla torre proseguendo su strada acciottolata che degrada verso il fiume si raggiunge il ponte della Brusia (secolo XVIII) a tre arcate con profilo a schiena d'asino.
Suggestivo il contesto naturale con sottostante bella cascata che forma un ampio e spumeggiante gorgo a fianco dell'antico mulino.
Attraversato il ponte e tempo permettendo consigliata la breve escursione ai ruderi dell'antico villaggio/castello di Bastia.
Lasciamo a malincuore questa piccola perla dell'Appennino e riprendiamo il nostro itinerario con direzione Portico - Rocca San Casciano (e quindi verso valle).
Superato il bivio per il passo Valbura percorriamo circa 3 chilometri di strada decisamente appenninica fino a raggiungere Portico di Romagna capoluogo del comune che comprende anche le importanti frazioni di Bocconi (precedentemente visitata) e San Benedetto in Alpe.
La visita di questo piccolo centro montano non richiede fretta, per poter assaporare in pieno la tipica struttura a tre piani degradanti verso il fiume Montone.
Nella parte più alta resti del castello e della Pieve, nella parte mediana imponenti palazzi nobiliari, fra cui il palazzo Portinari probabilmente appartenuto al padre della Beatrice "cantata" da Dante.
Infine, ma non ultimo il ben conservato "borgo basso" con le anguste viuzze lastricate e le abitazioni destinate al ceto medio e popolare, dal quale si accede all'imponente ponte della Maestà che conserva ancora quasi intatta l'originaria pavimentazione, a schiena d'asino ed unica arcata alla cui estremità è posto un piccolo oratorio dedicato alla visitazione.
E' facile passeggiando per Portico, o soffermandosi sul ponte ad ammirare il nucleo storico ed il gorgogliante limpido Montone scordarsi del tempo trascorso, ma dobbiamo riprendere il nostro viaggio.

bocconi
Bocconi - ponte della Brusia
Portico
Portico - ponte della Mestà

Portico di Romagna - Tredozio
tratto di Km 14

Riprendiamo il nostro itinerario ripercorrendo brevemente la statale verso monte, poco dopo essere usciti dal paese prendere deviazione a destra con indicazioni Tredozio (Monte della Busca)
In località Inferno (chilometro 5,2) sulla destra edificio rurale disabitato con piazzale antistante e con scritta a vernice sui muri (il vulcano).
Dietro il fabbricato in mezzo ad un campo coltivato troviamo il più "piccolo vulcano d'Italia" già conosciuto nel XVI secolo, si tratta di un'emanazione di idrocarburi gassosi che a contatto con l'aria si incendiano. Il "vulcano" è attivo tutto l'anno.
Questo luogo, oltre che per la particolarità descritta, merita una sosta anche per l'ampio panorama che può offire sulla sottostante vallata del Montone.
Superiamo agevolmente il valico (mt. 744), sul passo piccolo villaggio estivo, bar e ristorante, e con una discesa di 6,5 chilometri ci portiamo a Tredozio, ultimo paese della vallata del Tramazzo-Marzeno.
Ridente stazione climatica estiva a 334 metri s.l.m., già castello dei conti Guidi di Dovadola, l'antico borgo è disposto lungo il fiume.
Da percorrere la centrale via XX settembre sulla quale si affacciano palazzi del seicento, l'oratorio della Compagnia (secolo XIV) e la slanciata torre civica.
Se aperto consigliata la visita al settecentesco Palazzo Fantini ed al suo bellissimo parco e giardino all'italiana.
Infine uscendo da Tredozio in direzione Modigliana, notare sulla destra al di là del fiume l'antico complesso del Monastero della SS Annunziata la cui fondazione risale al secolo XI, utilizzato fino al 1810 dall'ordine Domenicano, oggi in stato di avanzato degrado.
Molte le iniziative allo studio per un suo recupero come centro culturale.

 

vulcano
il vulcano della Busca
Tredozio
Tredozio

Tredozio - Modigliana
tratto di Km 10

La provinciale che in questo tratto si mantiene costantemente larga e scorrevole, in 10 Km ci permette di raggiungere Modigliana, il centro maggiore della valle, posto alla confluenza di tre torrenti (Tramazzo, Ibola e Acerreta), che da qui prendono il nome di Marzeno.
La cittadina è dominata dai ruderi della Rocca del Conti Guidi, ben visibili da ogni angolo, detta anche la Roccaccia posta su di un crinale che divide le valli dei torrenti Ibola e Tramazzo.
Le origini del fabbricato dovrebbero risalire all'anno mille, successivamente oggetto di ricostruzione totale nel secolo XV ad opera dei Conti Guidi di Modigliana, oggi è ridotto ad un grande rudere, anche a causa di una frana.
Al centro storico si accede transitando per la caratteristica "tribuna", porta edificata nel XVI secolo, con torrione circolare due campanili e sormontata da un'edicola contenente la statua della Madonna con Bambino.
Dalla centrale piazza Oberdan si accede al borgo vecchio (piazza del Popolo) attraverso la Porta del Borgo.
Questa è la parte più antica del paese, sulla piazza si affacciano antichi palazzi che hanno inglobato la cerchia muraria.
Fra questi il Palazzo Pretorio, già palazzo dei conti Guidi e successivamente dei Podestà Fiorentini, l'oratorio dei SS Rocco e Sebastiano (ora sconsacrato) risalente al XVIII secolo e il cinquecentesco palazzo Borghi a lato del quale parte uno stradello in salita che conduce all'antica rocca dei Conti Guidi.
Alla periferia del paese in direzione Faenza il ponte della Signora, detto anche ponte San Donato, scavalca il torrente Acerreta.
In muratura a tre arcate di cui la centrale molto accentuata, edificato nel XVIII secolo per rimpiazzare un precedente manufatto distrutto da una piena.
Interessanti inoltre i luoghi dedicati a due Modiglianesi eccellenti, la pinacoteca dedicata a Silvestro Lega, uno dei fondatori del movimento pittorico italiano dei macchiaioli, e il museo Don Giovanni Verità, sacerdote carbonaro e patriota che nell'agosto del 1849 ospitò Garibaldi in fuga verso le coste tirreniche.
Da Modigliana volendo concludere velocemente il nostro viaggio potremmo proseguire lungo il corso del Tramazzo ed in circa 20 chilometri di buona strada uscire sulla via Emilia a Faenza.

Modigliana
Modigliana La tribuna
Modigliana
Modigliana - ponte della signora

Modigliana - Trebbio - Via Emilia
tratto Km 36
compresa la visita a Oriolo

Avendo ancora tempo però è consigliabile dirigersi verso il "mitico" passo del Monte Trebbio.
Dal centro di Modigliana seguendo le indicazioni per Castrocaro si inizia ben presto l'impegnativa salita meta in ogni stagione di cicloamatori, che in 6 Km ci porta dai 185 mt. di Modigliana a quota 575 (pendenze 12%).
Sul passo monumento al ciclista, e insuperabile panorama sulla vallata del Montone e sui contrafforti dell'Appennino.
Dal passo anzichè procedere diritto verso Dovadola, si consiglia di ritornare per poche centinaia di metri verso Modigliana, per poi prendere una deviazione sulla destra (indicazioni Faenza) che, transitando per crinale in ambiente quasi disabitato e selvaggio, ci consente quasi costantemente la visione del lungo profilo dei controcrinali appenninici che degradano verso la pianura.
Dopo aver aggirato i contrafforti del monte Trebbio ed oltrepassato la chiesetta di San Savino si scende repentinamente nella valletta del torrente Samoggia che si segue mantenendo la direzione Faenza.
Poco dopo aver oltrepassato la frazione di Santa Lucia prendere deviazione sulla destra con indicazioni San Mamante, ormai in pianura la strada ora corre quasi diritta in mezzo a bei campi coltivati e piantagioni di pesco.
Ad un bivio tenere la strada principale che svolta a sinistra e poco dopo sulla destra fare attenzione ad una strada poco visibile con indicazione Oriolo.
Deviazione di circa 2 chilometri che per strada molto stretta e nell'ultimo tratto in forte salita ci conduce al piccolissimo centro abitato di Oriolo dei fichi, sovrastato dall'antica e ben conservata Torre omonima, visitabile nei giorni festivi.
La torre alta circa 28 metri e di forma esagonale racchiude sei piani. Faceva parte del potente castello di Oriolo costruito intorno all'anno mille e lungamente conteso fra Faenza, Forlì e Ravenna per la sua posizione dominante.
Tornati a valle percorrendo il dedalo di stradine della pianura ci portiamo sulla via Emilia uscendo nel tratto fra Faenza e Forlì e concludendo così questo itinerario.

Trebbio
Trebbio - monumento al ciclista
oriolo
Oriolo dei fichi